Bruce Springsteen - 2012 Wrecking Ball Tour
11/06/12 - Stadio Nereo Rocco, Trieste


Articolo a cura di SpazioRock

Articolo a cura di Elisa Moro

Uno dei concerti più importanti dell'ultimo anno si è concretizzato ieri, 11 giugno 2012. Sono le 21.15 quando improvvisamente le luci dello Stadio Nereo Rocco di Trieste si spengono, giusto in tempo per far salire sul palco Bruce Springsteen per l'ultima tappa italiana del tour. I riflettori si riaccendono col Boss che saluta il pubblico con un "Mandi Trieste, dobrodošli!" (corposa, infatti, era la presenza di sloveni tra il pubblico), ed i numerosissimi presenti si esaltano e si dimenano non appena The Boss e la sua E Street band accennano le note della famosa "Badlands".


Il feeling tra palco e pubblico è ottimo e palese: Springsteen si diverte e fa divertire, interagisce con il pubblico in un sorprendente italiano: "È bello essere qui. Come va Trieste?", per poi proseguire con "No Surrender". Brani vecchi e nuovi si susseguono praticamente senza sosta: "Wrecking Ball", "My City Ruins" Downbound Train", "Johnny 99" e le altre scorrono una dopo l'altra per un totale di ben tre ore e venti minuti. Sprignsteen salta, balla, si avvicina al pubblico delle prime file, per un momento si ferma per ricordare a tutti la situazione di crisi in America, ha anche un pensiero per i terremotati dell'Emilia Romagna, il tutto parlando rigorosamente in italiano. Il pubblico apprezza, applaude e ringrazia il Boss, il quale torna con la sua chitarra e la sua band ad animare la serata. Classici come "Born In The USA" e "Born To Run" fanno esplodere lo stadio in un boato assordante, tale è l'energia che il Boss riesce a sprigionare e ad insinuare nelle decine di migliaia di presenti: le persone ballano, cantano, si commuovono, passano all'artista americano una chitarra di cartone con cui scherza ed ancheggia sulle note di "Spirit In The Night". C'è anche tempo per un piccolo fuori programma: Bruce indica qualcuno tra il pubblico e fa salire un ragazzino per cantare una canzone insieme a lui. Vista la portata del concerto, è indubbiamente un gesto tanto atipico quanto bello a cui assistere, che in qualche modo appiana la distanza tra pubblico ed artista, umanizzando quest'ultimo e rendendolo ancor più vicino ai propri fan.


Ci avviciniamo alla conclusione del concerto con "Dancing in The Tark", seguita da un ricordo nostalgico per l'amico nonché storico sassofonista dell'E Street Band, Clarence Clemons, al quale dedica la conclusiva "Tenth Avenue Freeze-Out", definendola "una canzone di saluti e arrivederci...". Tra i presenti si scorge qualche volto commosso, ma l'attimo di tristezza viene subito sostituito da cori, applausi ed una gioia autentica e genuina che raramente si può percepire in eventi di questa portata.


Più che un concerto, è stata una festa dove l'unica cosa che contava davvero era lo stare insieme, in allegria. Sotto il palco il divertimento non è assolutamente mancato, sopra lo stage, per quel che abbiamo potuto constatare, neppure. Meglio di così non si poteva davvero chiedere.

Scaletta:

01. Badlands
02. No Surrender
03. We Take Care Of Our Own
04. Wrecking Ball
05. Death To My Own Town
06. My City Of Ruins
07. Spirit In The Night
08. Downbound Train
09. Jack of All Trades
10. Youngstown
11. Murder Incorporated
12. Johnny 99
13. Working On The Highway
14. Shackled And Drawn
15. Waitin’ On A Sunny Day
16. Apollo Medley
17. The River
18. Because The Night
19. The Rising
20. We Are Alive
21. Thunder Road
22. Rosalita
23. Born In The USA
24. Born To Run
25. Bobby Jean
26. Hungry Heart
27. Seven Nights To Rock (Moon Mullican cover)
28. Dancing In The Dark
29. Tenth Avenue Freeze-Out

 

 Si ringrazia Azalea Promotion per le Foto. 




Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool