Bruce Springsteen
Chapter And Verse

2016, Columbia Records
Rock

Recensione di Marta Scamozzi - Pubblicata in data: 01/10/16

Le storie raccontate dal Boss sono tra le più dolci in assoluto; e mai storia fu più esauriente di quella raccontata dalle note di “Chapter And  Verse”. I diciotto brani contenuti nella raccolta accompagnano passo dopo passo i diciotto capitoli dell’autobiografia, ”Born To Run”, e ne costituiscono una colonna sonora estremamente nostalgica che porta l’ascoltatore indietro nel tempo.  Gli Stati Uniti raccontati da “Chapter And Verse” non sono semplicemente un paese, bensì  il mondo privato di Bruce Springsteen con tutte le sue luci ed i suoi fantasmi. I tempi in cui uno spensierato diciottenne di Long Branch strimpellava gli accordi di “Babe I” con i “The Castille”, mentre  il mondo occidentale veniva sconvolto dalla guerra in Vietnam, scivolano via, lasciando poi spazio ad un consapevole venticinquenne che descrive con amore e amarezza le contraddizioni del suo paese: dall’American Dream di “Born To Run” al suo inevitabile sgretolamento in “The River”.

 

La terza raccolta del Boss rispecchia perfettamente quello che è il suo modo di approcciarsi al pubblico: diretto, senza misteri, Springsteen si siede davanti all’ascoltatore, lo guarda negli occhi e racconta la storia della sua vita a tu per tu.  Tutto comincia con quelle acerbe sonorità con cui interpretava, nei tempi più remoti e  in modo piuttosto originale, “You Can’t Judge A Book By The Cover” di Bo Diddley,  percorrendo gli anni di una gioventù lontana e spensierata , fino ad approdare alla firma del contratto con la CBS nel 72 e la registrazione dell’ormai matura “Henry Boy”. L’apice musicale ed emotivo viene raggiunto con “Born To Run “, piazzata proprio lì a metà album, su un piedistallo, per ribadire la vera essenza del Boss: nato per correre, per scappare da quella working class del New Jersey cucitagli addosso come un’etichetta.  

 

“Chapter And Verse” è un perfetto completamento musicale per l’autobiografia, descrivendo a meraviglia la carriera di un mito che ha  tra le qualità principali quella di avere sempre tenuto i piedi ben saldati a terra e la testa tra le note musicali. 





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