Helloween - My God-Given Tour 2016
31/01/16 - Alcatraz, Milano


Articolo a cura di Luca Ciuti
Milan l'en gran Milan, nel bene e nel male. Troppo grande e indaffarata persino per una band come gli Helloween, che nulla possono nei confronti del fascino esercitato dal dio Pallone. L'ultima domenica del solito gennaio sornione vede in agenda la stracittadina e il botteghino dell'Alcatraz si dovrà accontentare di numeri magri. Gli Helloween promuovono il loro ultimo "My God-Given Right" a quasi un anno dalla sua uscita e come tradizione vuole, scelgono un opening act di tutto rispetto composto dai redivivi Rage e dai promettenti Crimes Of Passion. Il telo nero che malinconicamente divide in due l'Alcatraz è l'unica nota stonata di una serata perfetta in cui bands e pubblico hanno cantato all'unisono dalla prima all'ultima nota.
 
Tocca ai COP UK (Crimes Of Passion) inaugurare la serata di un locale che presenta ahimè ancora troppi spazi vuoti: la band di Sheffield da un po' di tempo ha trovato ospitalità sotto il tetto della Nuclear Blast, avvalendosi dei buoni uffici dei vari Byff Byford e Sascha Paeth. Il gruppo ha indubbiamente del talento e una certa abilità nell'intrattenere il pubblico col suo mischione di hard, heavy e AOR. La presenza in formazione del tastierista Henning Wanner, già con gli ultimi White Lion e prossimamente con i Circle II Circle, è piuttosto rilevante, anche se la resa sonora non sarà certo delle migliori. Quaranta minuti scarsi per promuovere il nuovissimo "No Place For Heaven", decisamente una delle uscite più interessanti in questa prima parte dell' anno. La chance data alla band è meritatissima, dategliela anche voi.
 
C'era grande attesa per l'esibizione dei Rage dopo lo tsunami che ha travolto la band con l'abbandono di Victor Smolski. Un'autentica rivoluzione che ha indotto Peavey a rispolverare un approccio più genuino e legato alle origini. Il chitarrista russo era uno che faceva scena da solo al punto da sembrare persino ingombrante in certi momenti e pensare di sostituirlo poteva sembrare un azzardo privo di senso. Con tutti i se e i ma del caso, c'è da dire che la svolta ha fatto bene al gruppo tedesco: il leader sembra essere tornato a divertirsi un mondo e con lui i nuovi membri mostrano grande affiatamento. Assieme, va detto, a qualche incertezza ma ripetiamo, sostituire Smolski è un qualcosa che non si augura a nessuno, per cui pollice alto comunque. Una scaletta breve e senza grosse sorprese che serviva più che altro a presentare i nuovi elementi Marcos Rodriguez  e Vassilios "Lucky" Maniatopoulos.
 
 
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Si giunge dunque all'ora degli Helloween. C' è un fatto inconfutabile che sostenitori e detrattori sanno benissimo, gli Helloween possono comunque pescare a caso dal mazzo del loro repertorio e mettere su una scaletta di altissimo livello. Basta avere la pazienza di non togliersi il gusto della sorpresa curiosando su setlist.fm. Il compito di aprire le danze spetta alla regina delle opener: "Eagle Fly Free" è uno di quei pezzi che vanta innumerevoli tentativi di imitazione e anche se i fans continueranno a dividersi sull'interpretazione di Deris, il brano travolge tempo zero un pubblico che si mostrerà per tutto lo show ricettivo e partecipe come non mai. Se il poker d'assi apre a chiude il concerto nel segno dei due Keepers, in mezzo la band mette giù un carico da far paura rispolverando alcuni dei suoi gioielli di famiglia, in particolare quelli alle prese con i festeggiamenti del ventennale: gli estratti da "Time Of The Oath" saranno addirittura quattro, la menzione d'onore è tutta per una scintillante "Forever And One" e per la tellurica "Before The War", che il posto fisso in scaletta se lo meriterebbe di diritto. L'ultima battuta del solito assolo di batteria (che francamente, ha un po' stufato...) introduce di un'altra chicca nonché un pezzo fra i più belli delle zucche, almeno per chi scrive, ovvero "Where The Rain Grows". Lo show si muove lungo le coordinate ormai conosciute da tutti i fans, ma la band che abbiamo ammirato al'Alcatraz sembra avere davvero una marcia in più: va bene che siamo alla terza data del tour, ma Andi Deris che non consuma più pacchetti di sigarette in quantità industriale è un fatto, mentre si mostra visibilmente dimagrito e pimpante col suo look da spiaggia. L'imbarazzo del taglio Emo di Sascha Gestner è inversamente proporzionale alla padronanza con cui fa da traino al sound della band e all'intero show. Come tradizione vuole, quando gli Helloween propongono un medley di solito sbancano, quello di domenica sera ricalcava la struttura di quello altrettanto clamoroso al Rockin' Field di qualche anno fa (un'ora e mezzo di autentica lezione, per chi si ricorda...) e mostra in modo inequivocabile la bontà di tutto il repertorio dei tedeschi. Un concerto memorabile che ribadisce la superiorità di una band in grande spolvero. Amici interisti, col senno di poi avreste fatto meglio a venire.
 
Setlist Rage 
01. Black in Mind
02. Sent by the Devil
03. End of All Days
04. Back in Time
05. Down
06. My Way
07. Until I Die
08. Don't Fear the Winter
09. Higher Than the Sky
 
Setlist Helloween
01. (Intro) Walls of Jericho
02. Eagle Fly Free
03. Dr. Stein
04. My God-Given Right
05. Steel Tormentor
06. Mr. Torture
07. Waiting for the Thunder
08. Straight Out of Hell
09. Heroes
10. Drum Solo
11. Where the Rain Grows
12. Lost in America
13. Power
14. Forever and One (Neverland)
15. Halloween / Sole Survivor / I Can / Are You Metal? / Keeper of the Seven Keys

Encore:
16. Before the War
17. Future World
 
Encore:
18. I Want Out
19. (Outro) A Tale That Wasn't Right (Unarmed version)



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