Helloween
Helloween

2021, Nuclear Blast
Power Metal

Gli Helloween, forti della nuova line up allargata, ripagano in pieno le attese.
Recensione di Fabio Polesinanti - Pubblicata in data: 18/06/21

"Make the people hold each other's hands and fill their hearts with truth
You made up your mind so do as divined"

 

Era il 1988 e così cominciava una delle canzoni più iconiche di un gruppo che per molteplici ragioni ha fatto la storia dell'heavy metal, ponendo le basi per un modo di interpretare un tipo di sound che diverrà in seguito parte integrante di tutto quel movimento musicale. Versi tratti da "Keeper Of The Seven Keys", dall'omonimo album (parte 2), una delle release più importanti dell'intera discografia degli Helloween. Chissà se all'epoca il giovane cantante Michael Kiske, autentico fuoriclasse dal talento vocale cristallino, insieme a Kai, Markus, Ingo e Michael percepirono che proprio quell'album diventerà quasi leggendario e costante stimolo per tantissimi gruppi che ad esso hanno guardato come inesauribile fonte di ispirazione. Quella dei tedeschi è una storia sempre in bilico tra vertiginose ascese e altrettanti momenti bui, segnati da traumatici cambi di line up, tra lutti tragici che hanno inevitabilmente lasciato il segno, dissapori musicali e personali che hanno portato a flop artistici e diviso per molti anni le strade di alcuni di questi protagonisti. Circostanze che nonostante tutto non hanno affossato lo spirito di un gruppo che ha saputo risollevarsi anche grazie al nuovo cantante Andi Deris, che a partire dal 1994 ha preso per mano la band e con il suo talento ed il suo carisma è riuscito nella duplice impresa di non far rimpiangere un cantante come Kiske e ad imporre con forza la sua personalità ed il suo stile per una nuova era delle zucche di Amburgo. Già così sarebbe una storia bellissima ed affascinante da raccontare, ma oggi, con un pizzico di emozione siamo qui a presentarne un nuovo capitolo, forse inaspettato, che si concretizza ora nella maniera più scintillante e deflagrante che potesse esserci: "Helloween", e mai titolo fu più azzeccato.

 

La scintilla torna ad accendersi con il tour di reunion "Pumpkins United World Tour" partito nel 2017, dove Kai Hansen e Michael Kiske, messi da parte tutti i dissapori passati si sono ritrovati con i loro vecchi compagni e con chi ha contribuito a tenere alta la carriera degli Helloween sino a quel momento, rendendo concreto quello che per moltissimi era solo un bellissimo sogno irrealizzabile. Una reunion personale e musicale tanto inaspettata quanto esplosiva, che ha dato vita ad una line up allargata in gradi di inanellare un sold out dopo l'altro, riaccendendo un entusiasmo ed una fame di musica mai sopita, come braci ardenti innescati da nuovi tizzoni. Un tour di quasi due anni che ha spazzato via qualsiasi dubbio e qualsiasi perplessità e che ha portato a rinnovare i rapporti umani ed artistici tra i singoli componenti del gruppo. Questa scia di positività e di successo non poteva che proseguire con un album con questa line up allargata, mettendo di fronte gli Helloween al vero esame importante di questa loro nuova vita artistica. Se trovarsi su un palco a suonare i vecchi successi insieme era sicuramente un bel banco di prova, chiudersi in studio per un album nuovo di zecca era forse la sfida più difficile, pienamente superata grazie alla nuova linfa vitale emersa da questa simbiosi allargata.

 

"Out For The Glory" è un'opener perfetta, che apre le porte di un nuovo inizio citando quello che è stato il passato più scintillante. La voce di Kiske ci riporta alle ambientazioni dei primi "Keeper" per un pezzo veloce e melodico che annuncia prepotente il ritorno delle zucche.  Con "Fear Of The Fallen" emerge invece il marchio di Andi Deris, che guida un brano in crescendo, fino all'esplosione centrale. Dritta, decisa e senza troppi fronzoli è "Best Time", sicuramente destinata a diventare un must in sede live per la sua immediatezza nel ritornello e per i cori di Kai Hansen. A seguire, tra i pezzi migliori del lotto, troviamo "Mass Pollution" dove "king" Deris domina un brano dal tiro incredibile, tra riff aggressivi e granitici, una sezione ritmica semplicemente perfetta ed un chorus che conquista dalla prima nota. Mentre "Angels" è costruita in maniera più melodica e sfrutta al massimo l'estensione vocale di Kiske, "Rise Without Chains" riporta ad un power dal taglio più classico e veloce, potendo apprezzare il perfetto scambio vocale con Kiske e Deris che si alternano in maniera efficace ed armoniosa, così come avviene anche in "Down In The Dumps", che gioca molto tra cori e melodia. Ritmi cadenzati e riff heavy permeano invece un'altra traccia che non lascerà scampo dal vivo, "Indestructible". I marchi di fabbrica degli Helloween si manifestano in "Robot King", mentre la successiva "Cyanide" ricorda il passato più recente della band, tra aggressività e cambi di ritmo. Discorso a parte merita la conclusiva "Skyfall", introdotta dalla traccia solo musicale "Orbit" e divenuta perfetto biglietto da visita per la nuova vita della band. In questo brano di ben 12 minuti riaffiora cristallina l'immensa classe di Kai Hansen, autore del brano, che riesce a racchiudere in un pezzo tutto il mondo Helloween, creando un ponte tra passato e futuro, sfruttando al massimo l'intreccio vocale dei tre cantanti. Un brano che ne racchiude molti altri al suo interno e che senza presunzione si avvicina ai grandi capolavori di lunga durata della band, come "Halloween" o "Keeper Of The Seven Keys". Ad ogni ascolto, nuovi stimoli e nuove emozioni riaffiorano da una canzone maestosa e semplicemente perfetta.

 

È labile e sottile a volte il confine tra un grande album ed un capolavoro. Tanti fattori contribuiscono a pendere per l'una o l'altra parte, senza contare il fattore tempo. Tante volte un album ha avuto la sua giusta celebrazione ed il riconoscimento dei suoi meriti dopo anni, e questo potrebbe accadere anche per "Helloween". Ma ci sono innegabili sensazioni che lo rendono un album che ha e che avrà un'importanza assoluta nella carriera della band. Si tratta di una rinascita, una celebrazione di un passato glorioso non fine a se stessa, che ne cita i punti cardine e riesce a portarli ad un rinnovamento fatto di una luce nuova. Passato, presente e futuro, cadute e risalite, addii e riconciliazioni, spirito, mente e cuore di sette musicisti che si sono ritrovati insieme a percorrere ancora una parte del loro cammino, per la gioia di chi li ha visti nascere, di chi li ha seguiti sempre o solo in alcuni momenti, di chi li ha amati o di chi non ha perso tempo a criticarli. Ognuno potrà trarre le proprie conclusioni e ritrovarsi ad assaporare le molteplici sensazioni scaturite da "Helloween". Capolavoro o meno, rimarrà un passo indelebile.





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