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Blaze Bayley – Circle of Stone

Scampato alla morte, torna a battere con vigore il cuore metallico di Blaze Bayley per questo “Circle of Stone”, un gradito ritorno, anche se l’album era ultimato da tempo, ma si è aspettato, giustamente, il totale recupero dell’artista. Un disco heavy metal classico, composto da brani ben realizzati e, tranne tre, tutti sono sotto i quattro minuti di durata. La volontà di produrre un’opera fruibile per ogni metalhead è udibile in tutta la sua totalità, benché essa sia divisa in due parti, la prima più semplice ed efficace, la seconda più suggestiva dedicata a culti ancestrali. Come filo conduttore nei testi c’è sempre un messaggio positivo del vivere con coraggio e passione ogni momento della vita, anche in quelli più bui.

Si aprono le danze con “Mind Reader”, pezzo godibile e scattante con break emotivo intorno alla sua metà, metal ma anche commerciale, avrebbe meritato un videoclip migliore. La voce presenta forse qualche effetto di troppo nei cori (succederà anche in altri punti del disco): il tutto sarebbe risultato più autentico senza, ma in fin dei conti è solo questione di gusti. “Tears in Rain” è un brano heavy diretto e di alta scuola, quindi infallibile. In “Rage” spicca tutta l’abilità vocale e interpretativa di Bayley che alternando i colori della sua voce conduce quest’ultima, in quasi tutta la sua estensione, con il giusto pathos nello sviluppo dell’intero brano. Sin dall’intro il pezzo è convincente con un’atmosfera in chiaroscuro, i riff sono rocciosi e gagliardi, l’assolo inizia con vezzi old school per poi diventare più melodico: un pezzo che sarebbe stato bello prolungare di almeno un minuto. Carino il videoclip animato visibile sul canale Youtube.

Si procede con le incalzanti “The Year Beyond This Year” e “The Ghost in the Bottle” per poi arrivare a una delle canzoni più belle dell’intero lavoro, “The Broken Man” ed è in questi arpeggi che la voce baritonale tutta carattere di Blaze Bayley può esprimersi nel modo a lui più congeniale e regalarci vive emozioni. La strumentale “The Call of the Ancestors”, dominata dalla cornamusa, ci apre la porta per accogliere la seconda parte del disco e la title track “Circle of Stone”, dove l’ugola di Blaze si alterna a quella di Nicklas Stalvind, degli svedesi Wolf, per poi fondersi in coro in un pezzo carino, denso, ma che non brilla per originalità a livello compositivo e solistico. Scorre veloce la successiva “The Absence”, ma ecco che arriva “A Day of Reckoning”, altro pezzone, e come in “Rage” e “The Broken Man” il cantato è perfetto e si plasma magnificamente sui momenti strumentali scanditi da allettanti chitarre. Grintosa e anni ’80 è invece “The Path of the Righteous Man”, dove la sei corde la fa da padrona. L’album si chiude con la romantica ballata dal sapore folk, con tanto di violino, di “Until We Meet Again”: qui la teatrale e corposa voce di Bayley incontra quella suadente di Tammy-Rae Bois, per un duetto da applausi.

Questa nuova fatica del caparbio cantante inglese semplicemente piace; alcune canzoni non saranno dimenticate in fretta, ma saranno acclamate anche in sede live. Blaze si è ritagliato un ruolo importante nella scena metal, e a dirla tutta, con lui i Maiden avrebbero potuto prendere una piega interessante se ben studiata e calibrata per ogni membro della band – ma questa è un’altra storia, legata a vecchie polemiche. Sempre umile, gentile e disponibile con i fan dopo ogni concerto, il Nostro merita una rinnovata stima da tutti i metal maniacs del mondo. Sarebbe molto interessante sentire un album legato completamente a un nuovo concept per sfruttare la maturità vocale e artistica di cui ha fatto sfoggio in alcune tracce di questo ultimo LP.

Tracklist

01. Mind Reader
02. Tears in Rain
03. Rage
04. The Year Beyond This Year
05. Ghost in the Bottle
06. Broken Man
07. The Call of the Ancestors
08. Circle of Stone
09. Absence
10. A Day of Reckoning
11. The Path of the Righteous Man
12. Until We Meet Again

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