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Devil Master – Ecstasies Of Never Ending Night

Compilation, tape trading, fanzine, riviste patinate: i dischi dei Devil Master rappresentano una sorta di omaggio a un periodo, quello degli anni ’80 e ’90, benedetto dagli dei del metal. Nati nel 2015 a Philadelphia da musicisti angloamericani provenienti da formazioni anche molto diverse tra loro (Grinder, Integrity, Iron Age, Mammoth), il gruppo pubblicò alcuni demo prima di firmare con Relapse Records, rendendosi protagonisti di un primo album, “Satan Spits On Children Of Light”, insolente e audace, nonostante una scrittura tendente al pastiche e un’iconografia così kitsch da sfiorare l’autoparodia. Oggi il combo torna con una nuova formazione (dentro Chris Ulsh, drummer dei Power Trip) e un secondo disco, “Ecstasies Of Never Ending Night” che, oltre a confermare le buone vibrazioni del debutto, beneficia di un’organizzazione meno istintiva e casareccia. Benché costumi e trucchi continuino a barcamenarsi tra Halloween e vecchie registrazioni VHS di film della Hammer, la band sembra voler valicare il satanismo infantile delle origini, avvicinandosi all’evocazione di una spiritualità oscura davvero convinta e matura.

Le canzoni appaiono leggermente più lunghe rispetto al full-length precedente, il che consente a tutte le idee di concretizzarsi senza mai cadere nella trappola del riempitivo, malgrado qualche pezzo tenda, suo malgrado, ad accasciarsi su soluzioni esperite abbondantemente altrove – e meglio – nel lotto. Il quartetto si appropria con irriverenza e ingegno di influenze disparate, facendo del platter una creatura di Frankenstein dalle suture quasi invisibili. La produzione in analogico firmata Pete DeBoer (Blood Incantation, Spectral Voice), organica, calda, muscolosa, regala ai pezzi quella forte allure vintage che già gli ottimi arrangiamenti provvedono a elargire con nonchalance.

Dopo l’intro strumentale “Ecstasies…”, questi scavezzacolli demoniaci si lanciano nel vivo della questione con “Enamoured In The Throes Of Death”: batteria in stile Discharge, voce roca punteggiata da una serie di “ough!à la Tom G. Warrior, un duo di chitarristi esemplari sia nelle melodie sia negli assoli, un basso ruggente e spesso nostromo delle tracce, inserti western che sanno molto di Fields Of The Nephilim e Wall Of Voodoo. Le ulteriori legioni di riferimento (Bathory, Celtic Frost, Christian Death, Gorgoroth, Hellhammer, Siouxsie And The Banshees, Venom), che si mescolano con fluidità e follia, contribuiscono a costruire un edificio solido, romantico, mostruoso, colmo di sesso, droga, lacrime e vampiri.

Lo dimostrano lo speed nerastro di “Golgotha Cruel’s Song” e “Precious Blood Of Christ Rebuked”, il vortice proto-black di “Acid Black Mass”, l’accattivante dark/punk di “The Vigour Of Evil” e “Funerary Pyre Of Dreams & Madness”, la ritmica assassina di “Shrine In Cinder”, composizioni in cui ritroviamo il medesimo modus operandi di rilettura della tradizione di Tribulation e Vampire. Tocca poi alle sostanze psicotrope alimentare il death rock a spirale di “Abyss In Vision” e l’irresistibile e raffinata gothic dance di “Never Ending Night”, completando un giro all’Inferno tanto pericoloso quanto seducente.

Giovani temerari? Geni dell’autoironia? Ambivalenti? Poco importa: i Devil Master, con “Ecstasies Of Never Ending Night”, mettono a punto, attraverso una miscela intelligente di ingredienti stranoti, un cocktail capace di eccitare e coinvolgere, da assaporare a lungo e fino all’ultima goccia. Di sangue, naturalmente.

Tracklist

01. Ecstasies…
02. Enamoured In The Throes Of Death
03. Golgotha’s Cruel Song
04. The Vigour Of Evil
05. Acid Black Mass
06. Abyss In Vision
07. Shrines In Cinder
08. Funerary Pyre Of Dreams & Madness
09. Precious Blood Of Christ Rebuked
10. Never Ending Night

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