Sobrietà, minimalismo, compostezza: prendete questi bellissimi termini e buttateli nel cesso. Dalla Germania, a bordo del loro scintillante Tekkno Train sono arrivati i nemici numeri uno dei puristi e delle etichette: gli Electric Callboy. La folle band tedesca, dopo il cambio di moniker – ma non certo di attitudine –, la pubblicazione di “Tekkno” e alcune date in giro per il mondo, giunge a Milano per inaugurare il Tekkno Tour.

Che la serata non sarà propriamente di quelle normali ci si rende conto già all’arrivo all’Alcatraz, di fronte al quale, invece del solito tour bus anonimo e scolorito, troviamo uno scintillante pullman sulla cui fiancata campeggia una gigantografia dei nostri sei eroi. Una volta entrati il colpo d’occhio è già notevole e, facendoci strada tra giacche di pelle, parrucche cotonate e magliette rosa shocking andiamo a prendere la prima delle birre d’ordinanza – siamo seri, assistere ad uno spettacolo del genere completamente sobri significherebbe non goderselo appieno –, proprio mentre i Future Palace salgono sul palco. Complici l’atmosfera festosa e una presenza di pubblico importante, il duo orfano del chitarrista (comunque egregiamente sostituito da un manichino di cartone) carica i presenti a dovere e viene accolto trionfalmente. L’atmosfera è bollente fin da subito e tra le sferzate alternative metal della band si vedono diversi circle pit e addirittura un wall of death, per iniziare la serata con tranquillità. Dopo una breve pausa è il turno dei gallesi Holding Abscence, che, pur proponendo un genere leggermente più melodico e dalle influenze post/shoegaze, mantengono comunque elevata la temperatura per tutta la durata del loro (sfortunatamente breve) set.

Mentre viene allestito il palco, l’attesa per il piatto forte della serata viene consumata tra birra, chiacchiere e balli con cosplayer degli esilaranti video dei sei tedeschi e alle 21 in punto le luci si spengono nuovamente. Gli Electric Callboy salgono sul palco carichi come sempre e attaccano con “Tekkno Train” un’ora e mezza di spettacolo folle e privo di qualsivoglia senso logico. Tra cannoni che sparano coriandoli e stelle filanti, outfit stravaganti conditi da parrucche cotonate e baffoni, continue battute e prese in giro con il pubblico, la band spara senza pietà su una folla in delirio tutte le proprie hit metal. È francamente impossibile provare a classificare la loro musica, ma quello che conta è che non si vede una singola persona che si astenga dal saltare, ballare o pogare sul violentissimo metalcore mascherato da hit radiofoniche – o, se preferite, sugli irresistibili ritmi electro-pop conditi da scream lancinanti e riffoni capaci di bucare il soffitto.

La band suona compatta come un implacabile e glitterato mostro a sei teste, snocciolando tutte le 10 tracce di “Tekkno”, senza dimenticare di dare spazio anche a successi come “Hypa Hypa”, “MC Thunder”, “Best Day” e “Supernova”. Ma la verità è che poco conta quali canzoni della propria discografia decidano di proporre, il risultato sarebbe sempre una carneficina piena di colori e risate. Nell’atmosfera fuori dall’ordinario c’è anche spazio per scherzosi buuu e fischi di disappunto che si sollevano dal pubblico quando Nico Sallach e Kevin Ratajczak annunciano che la serata sta per giungere al termine. Prima di tornare alla realtà c’è comunque tempo per l’encore, composto da tre missili terra-aria come “Pump It”, “Mindreader” e “We Got The Moves”, sul cui coro centrale la voce del pubblico diventa assordante. Il concerto finisce e gli Electric Callboy salutano i fan sulle note di “Vamos A La Playa”, con il risultato che si vede una schiera di metallari con magliette degli Slipknot e degli Amon Amarth cantare a squarciagola e ballare sul successo pop di Loona. Avete mai visto una cosa del genere?

Setlist

Tekkno Train
MC Thunder II (Dancing Like a Ninja)
The Scene
Spaceman
Parasite
Supernova
Crystals
Arrow of Love
Hurrikan
Hypa Hypa
Fuckboi
Best Day
MC Thunder
Hate/Love
Neon
Pump It
Mindreader
We Got the Moves

Comments are closed.