FUROR GALLICO Future To Come
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Furor Gallico – Future To Come

In un periodo storico nel quale le piattaforme d’ascolto e le strategie di marketing orientano in maniera quasi dispotica le scelte stilistiche delle band, di qualunque genere esse si occupino, i Furor Gallico costituiscono una delle meravigliose eccezioni, a maggior ragione nel contesto nostrano, dove le luci della ribalta incoronano, spesso e volentieri, realtà musicali di valore controverso. Un percorso, quello dei lombardi, che li ha visti evolvere pian piano, dall’estro disinvolto dell’esordio omonimo (2010) alla versatilità del songwriting di “Songs From The Earth” (2015), sino al maturo equilibrio di “Dusk Of The Ages” (2019), massimo esempio di un folk metal fluido ed elastico, erudito nei testi come nelle trame sonore, sorretto, dietro le quinte, da uno stuolo di professionisti d’alta scuola. Una regia esperta che caratterizza anche il quarto lavoro sulla lunga distanza “Future To Come”, masterizzato da Jens Bogren nei Fascination Street Studios di Örebro e in cui il quintetto pensa soprattutto a rafforzare le conquiste del predecessore, irrobustendone la struttura attraverso l’aggiunta più convinta di sfumature gothic e con un certo gusto prog nell’arrangiamento dei brani.

Già la copertina di Kris Verwimp ci dice molto riguardo al clima del disco: se i colori sabbiosi e le atmosfere battagliere dello scorso artwork, sempre opera del medesimo artista figurativo, evocavano suggestioni di natura apocalittica, sulla nuova cover viene delineato un paesaggio grigio-ghiaccio con pastose ombreggiature pastello all’orizzonte, illustrazione visiva dell’idea di redenzione fisica e spirituale che fa da filo conduttore delle liriche. Un viaggio palingenetico intriso, però, di dolore e sofferenza, contrasti che si alimentano dell’armonioso dialogo tra le certosine e tenui tessiture dell’arpa celtica di Becky Rossi e dal melodic death di stampo svedese sgorgante dal drumming polipesco di Mirko Fustinoni e soprattutto dalla chitarra di un Gabriel Consiglio altresì responsabile della limpidezza argentina della produzione, un nitore connesso ai principi concettuali del long playing e in grado di evidenziare al meglio ogni singolo apporto strumentale. Compreso, per merito di Massimo Volontè, il contributo del bozouki e del tin whistle, quest’ultimo incantevole deuteragonista dell’arrembante e poetica “Among The Ashes”.

Altro plus è la morbida e suggestiva voce di Valentina Pucci, che, oltre a egemonizzare i ritornelli e a incastrarsi senza problemi con la controparte maschile rappresentata dal growl terroso, e a tratti infuso di screaming, di Davide Cicalese, raggiunge la propria solinga apoteosi espressiva nell’acustica “Future To Come”. “Faith Upon Lies”, impreziosita dall’ascia della vecchia conoscenza Raphael Salati (Destrage) e “Ancient Roots” rappresentano, invece, il volto diretto e impetuoso del lotto, costruite seguendo molto alla lontana la scia di Cruachan e Skyclad prima maniera, mentre l’opener “Call Of The Wind” richiama, invernale e travolgente, quell’epica degli elementi protagonista dello scorso full-length, una propaggine che funge da mastice per due album figli di un approccio adulto e complesso alla scrittura, accostabile, per alcuni versi, al modello Eluveite. Il velluto gotico di “Black Skies” e l’acceso progressive death madido di echi traditional di “Anelito”, l’unico pezzo in lingua madre, completano una tracklist che vede nella calda ballad “Birth Of The Sun” il momento mainstream che t’aspetti, considerato l’approccio open mind del gruppo, sovente in salutare vacanza dai proverbiali confini d’Irlanda.

I Furor Gallico si confermano un raro monile nel denso panorama del folk metal italiano ed europeo grazie alla capacità di eludere gli insidiosi stereotipi del genere, vanificando qualsiasi tentativo di etichettatura che snaturerebbe la loro indole compositiva, ormai da un lustro proiettata decisamente in avanti. “Future To Come”, appunto.

Tracklist

01. Call Of The Wind
02. Among The Ashes
03. Birth Of The Sun
04. Black Skies
05. Faith Upon Lies
06. Ancient Roots
07. Future To Come
08. Anelito

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