NUOVE USCITERECENSIONI

Imperium Dekadenz – Into Sorrow Evermore

Originari del Baden-Württemberg, gli Imperium Dekadenz irruppero sulla scena nel 2006 con il promettente debutto “Und Die Welt Ward Kalt Und Leer”: da allora, la coppia formata dai polistrumentisti Horaz e Vespasian continua a distinguersi, all’interno del mare magnum del black metal a trazione atmosferica, per una proposta piuttosto riconoscibile, cresciuta qualitativamente disco dopo disco. In principio adepti di Emperor, Enslaved e in parte dei connazionali Verdunkeln, i tedeschi ne hanno gradualmente enfatizzato la tela melodica, puntando all’evocazione di una profonda malinconia attraverso un personalissimo blend di tenebre ed epicità, con l’aggressività tipica del genere pronta, comunque, ad azzannare i brani. Una carriera, dunque, spesa ad affinare e arricchire una scrittura che, soprattutto negli ultimi lavori, non si è sottratta dall’incrementare il numero e la portanza delle suggestioni folk, doom e post rock, tanto da far straripare definitivamente dagli argini l’umore struggente che da sempre scorre nelle vene del gruppo germanico.

Nel nuovo full-length “Into Sorrow Evermore”, la sofferenza che contrassegna l’esistenza terrena viene dipinta per mezzo di composizioni fluide, rotonde e finemente arrangiate, nelle quali le burrasche nere spesso periscono sommerse da squarci luminosi che ricordano da vicino i turbinii emotivi di Alcest e Drudkh. Di fatto, le scelte stilistiche della band non si discostano quasi per nulla dalle soluzioni dello scorso “When We Are Forgotten” (2019), compresa una produzione intelligentemente bifronte, dai riflessi marmorei durante le sequenze più esplosive, calda e avvolgente nelle pause elegiache.

La title track si inerpica e trasalisce sulle cime di un paesaggio di pura tradizione oscura, con la straziante voce di Horaz – altrove guarnita da sussurri e spoken word – e l’ubiquo tremolo che avanzano sino alle porte notturne di “Truth Under Stars”, simile all’opener nella struttura, diversa da essa per la potenza eufonica diffusa. I luttuosi pad di pianoforte di “Aurora” e i suoi stacchi sinfonici accentuano il clima mesto del disco, mentre la successiva “Elysian Fields” alterna ardore e nostalgia strizzando un po’ l’occhio sia al melodeath degli Insomnium sia alla versione gothic dei Rotting Christ.

La ritmica armoniosa di “Forests In Gale” conosce nel mezzo e poi in coda accelerazioni di doppio pedale che si abbarbicano alle pendici della fluviale “Awakened Beyond Dreams”, costruita con la ricercatezza di un pezzo prog e la veemenza della second wave, prima che cali il gelo con le cadenze monolitiche di “November Monument”. Il pathos rabbioso di “Memories… A Raging River”, stemperato nel finale da linee soffuse di chitarra e da carezzevoli accordi acustici che via via si dissolvono tra le ombre della Nigra Silva, chiude un lotto dove regna sì lo sconforto, ma in cui l’accettazione del dolore costituisce la chiave di volta per rinascere dalla morte dello spirito.

La triste magnificenza che permea le opere del duo teutonico trova l’ennesima ottima rappresentazione in “Into Sorrow Evermore”, nonostante a questo giro i teutonici preferiscano compattare la propria comfort zone invece di inserire, come di consueto, degli impercettibili, eppur decisivi, addenda sonori. A ogni modo, la firma degli Imperium Dekadenz resta impossibile da falsificare, per un album senza tempo e in comunione mistica con la natura.

Tracklist

01. Into Sorrow Evermore
02. Truth Under Stars
03. Aurora
04. Elysian Fields
05. Forests in Gale
06. Awakened Beyond Dreams
07. November Monument
08. Memories… A Raging River

Comments are closed.

More in:NUOVE USCITE

0 %