Nati dalla mente di Fabienne Erni, celebre voce degli Eluveitie, gli ILLUMISHADE si preparano a pubblicare il loro secondo album, “Another Side of You”, in uscita il 16 febbraio. Per l’occasione, abbiamo avuto il piacere di intervistare la stessa cantante insieme al chitarrista Jonas Wolf. Durante la nostra chiacchierata, gli artisti elvetici ci hanno raccontato della diversità del nuovo lavoro rispetto al precedente e di come questo progetto poliedrico permetta di esprimere a pieno la loro creatività.

Ciao ragazzi! Sono onorato di avere due membri della band in questa intervista. Come state?

Fabienne: Bene, grazie mille! Abbiamo finito da poco il tour, siamo anche stati a Milano.

Sì, è stato fantastico! A tal proposito, ho visto il video promozionale dove parli italiano. Sai parlare un po’ l’italiano quindi?

Fabienne: [ride, ndr] Solo “ciao a tutti” e poi ha continuato Diana [la cantante dei Delain, ndr].

Parliamo del vostro prossimo album, che sarà il primo con Napalm Records. Questo vi ha influenzato in qualche modo durante la composizione? Avete lavorato in modo diverso?

Fabienne: No, niente affatto.

Jonas: Con Napalm è tutto letteralmente gas velenosi, razzi e bombe al Napalm. No, scherzo. Allora ha influenzato sicuramente il fatto che dovevamo comporre più canzoni perché dovevamo appunto pubblicare l’album. In realtà, non sapevamo di pubblicarne un altro prima che firmassimo il contratto.

Fabienne: Esatto. Musicalmente non cambia se siamo con un’etichetta o meno, facciamo quello che ci sentiamo di fare. Ed è anche per questo che credo che questo nuovo album sia più “versatile” rispetto al primo.

Infatti, ascoltando “Another Side of You” una delle prime cose che ho subito notato è che ci sono meno brani esclusivamente strumentali rispetto al primo album.

Jonas: È vero!

Fabienne: Sì ed è quello che voglio che ritorni nel terzo album.

E secondo voi quali altri elementi distinguono questo nuovo album rispetto a quello precedente?

Fabienne: È cambiato molto dal punto di vista dei testi. Per il primo abbiamo creato un concept collaborando con due persone esterne dalla band e di conseguenza le canzoni dal punto di vista dei testi erano modellate per adattarsi alla storia. Questa volta invece il paroliere principale è stato Yannick [il bassista, ndr] insieme a me. Ed è definitivamente più incentrato sulla realtà, più sulle emozioni umane. C’è anche una canzone d’amore che nel primo non c’era.  E poi è anche più aperto per le influenze degli altri membri della band.

Jonas: Sì, esatto. Questo nuovo album è più intimo e anche più moderno.

In merito proprio al significato dell’album, potete dirmi qualcosa in merito al titolo “Another Side of You”? Che cosa si intende? Inoltre, vi chiedo se quindi in questo nuovo lavoro non c’è proprio l’idea di un concept come nel primo.

Jonas: Ci sono vari stili in questo album, varie influenze, varie idee. Una nostra amica, Adrienne Cowan dei Seven Spires e Avantasia aveva ascoltato alcuni brani e ci ha detto “questo album è come un altro lato di voi” e noi abbiamo pensato fosse figo. No, forse c’è in qualche modo qualche traccia di un’idea di concept direi ma non è davvero presente. Magari tornerà.

Fabienne: No, anche perché questo album non era proprio previsto. È più come una raccolta di canzoni uscite nell’arco di due anni. Penso che l’idea del concept potrebbe tornare con il terzo album. Mi piacerebbe infatti fare di nuovo qualcosa del genere magari in un modo diverso. Per il nuovo album invece ci siamo solo divertiti, messo canzoni insieme e ovviamente abbiamo invitato gli ascoltatori nel mondo degli ILLUMISHADE attraverso paesaggi sonori, orchestrazioni, ecc. ma appunto senza un concept preciso.

Per “ECLYPTIC: Wake of Shadows” ricordo che avete realizzato un quiz sul vostro sito web per essere associati a una delle cinque tribù. Creerete qualcosa del genere anche per “Another Side of You”?

Fabienne: Sì, abbiamo qualcosa in preparazione e mi hai ricordata che dobbiamo ancora finirlo. È qualcosa di divertente, ma è da finire.

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Una curiosità: nel nuovo album, alcuni titolo delle canzoni sono scritte completamente in maiuscolo, altre no. C’è un motivo in particolare?

Jonas: No, diciamo che quando abbiamo pubblicato “HYMN” ed “ELEGY” non sapevamo che avremmo fatto un altro album. In quel momento sembrava bello scriverle in maiuscolo, dà un bello aspetto per così dire. E poi è quasi naturale farlo su Spotify, per esempio guarda la tracklist dei Bring Me The Horizon. Non c’è nessun significato. Yannick pensava che dovevamo scriverle così e lo abbiamo fatto.

Mi piacciono particolarmente gli Epica, quindi devo assolutamente chiedervi com’è nata la collaborazione con Coen Janssen. Ha partecipato in maniera diretta alla composizione di “Verliebt”?

Fabienne: Nella composizione no. Ma ha davvero portato alcuni delle sue idee nella canzone che l’ha resa davvero diversa rispetto alla versione demo, l’ha portata proprio su un altro livello con la sua magia. Conoscevamo Coen già da tempo e abbiamo pensato subito a lui per questa canzone. Era a casa e ha avuto tempo per lavorarci e direi che ha funzionato.

E per il prossimo album? State pensando ad altri artisti da coinvolgere?

Jonas: Miley Cyrus [ride, ndr]. Ho sempre sognato di fare qualcosa, anche solo strumentale, insieme a quelli che chiamo “Shred Lords”. Potrebbe essere con Teemu Mäntysaari [Megadeth e Wintersun, ndr], con Isaac [Epica, ndr], con Chris e Tommy dei Sabaton. E poi creare insieme qualcosa di pazzesco, tipo uno “Shred Fest” e inciderlo nel disco degli ILLUMISHADE.

Se lo farai sarò il primo a scrivere una notizia su quello. In merito alla vostra musica in generale, ho qualche difficoltà a decidere quale genere siano gli ILLUMISHADE. Si possono sentire diverse influenze: symphonic, progressive, power, pop. Cosa ne pensate voi?

Jonas: È la domanda più frequente che ci stanno facendo in questi giorni. Per questo album sono assolutamente d’accordo con te su tutti i generi che hai menzionato. Direi forse più “modern metal”. Per me è anche prog, non come i Dream Theater, ma c’è così tanta varietà e direi che sia prog. Se prendi per esempio “CYCLONE”, inizia stile Meshuggah e poi si evolve in qualcosa tipo Pink Floyd. Come chiamiamo tutto ciò? [rivolgendosi a Fabienne, ndr] “Cinematic”? “Cinematic Popcorn”? [ridono, ndr]. Comunque mi piace che ci siano così tante influenze. Lo rende eccitante sia da ascoltare che da suonare. Mirjam [la tastierista, ndr] vorrebbe chiamarlo “Miyazaki core”, visto che ci dà ispirazione. In ogni caso, sarà il tempo a dire che genere siamo. Nel migliore dei casi creeremo un nuovo genere.

Parliamo un po’ di voi. Come cambiano Fabienne e Jonas quando sono con gli ILLUMISHADE rispetto a quando si trovano con gli Eluveitie? Sono sempre gli stessi artisti?

Fabienne: Io ho ruoli diversi nelle due band. Negli Eluveitie sono un’interprete, sono una cantante ed è ciò che amo fare. Mentre con gli ILLUMISHADE ho iniziato anche a scrivere. Adoro il fatto che con gli Eluveitie io possa portare voce alle idee di Chrigel [fondatore della band, ndr] e amo immergermi in questo mondo celtico. Negli ILLUMISHADE ho sicuramente un ruolo diverso, sono sempre me stessa in ogni caso ma amo diversi tipi di musica e quindi sono soddisfatta del fatto che io possa liberare questo lato di me, che è più fantasy, anche se adesso ci stiamo allontanando da ciò, direi più moderno anche. Adoro quindi che ci siano questi due mondi diversi dove ho ruoli diversi.

E pensi che gli ILLUMISHADE siano qualcosa di secondario rispetto agli Eluveitie, visto la grandezza di quest’ultimi o al contrario, hanno più importanza gli ILLUMISHADE dato che sono nati da una tua idea?

Fabienne: Ovviamente abbiamo questo impegno con gli Eluveitie e come ho già detto prima, mi piace cantare lì e immergermi in questo mondo. Naturalmente con gli ILLUMISHADE sento qualcosa di diverso perché abbiamo iniziato questo progetto e lo abbiamo modellato nel modo in cui lo volevamo ed è davvero eccitante far parte di qualcosa del genere sin dall’inizio. Mentre quando mi son unita agli Eluveitie era già un mondo e una band definiti. È davvero bello far parte di entrambe le parti.

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E tu, Jonas? Cosa ne pensi?

Jonas: È qualcosa di unico costruire qualcosa da zero, è imparagonabile. Andare in tour con la propria musica è un sogno che diventa realtà ma in maniera più intensa. Ma ovviamente mi piace scrivere per gli Eluveitie insieme a Chrigel ma sappiamo che già che c’è uno stile definito anche se il sound può comunque evolversi visto che lui è una persona molto aperta ma in ogni caso ci sono dei confini. Con gli ILLUMISHADE la storia non è ancora scritta ed è divertente andarla ad esplorare.

Quindi possiamo dire che sei un altro artista con gli ILLUMISHADE? Possiamo dire che ti senti più libero?

Jonas: Assolutamente sì.

Jonas, ho un particolare interesse per la tua parte nella band visto che sono una sorta di chitarrista anch’io. Penso che un assolo di chitarra sia buono quando ti entra in testa come un ritornello e io onestamente amo i tuoi assoli. A volta sembra che la chitarra stia duettando con Fabienne. Per esempio gli assoli in “Cloudreader” sono favolosi e rispecchiano ciò che ho appena detto. Da quali chitarristi prendi ispirazione?

Jonas: Sono davvero d’accordo con te, e anche mia madre dice che ama quando la voce e la mia chitarra “danzano” insieme. C’è da dire che noi chitarristi amiamo le cose appariscenti e ci piace suonare veloce ma ho sempre amato i chitarristi che danno un senso alla composizione degli assoli, mi piacciono gli aspetti melodici e compositivi anche perché dopotutto faccio parte di una band. Per esempio, adoro il fatto che Fabienne fosse infastidita dell’assolo di “World’s End” [ride, ndr].

Fabienne: Cosa? Me ne ero già dimenticata [ride, ndr].

Jonas: Oh merda, questo non è un buon segno. Significa che in realtà quell’assolo è pessimo. Per rispondere alla tua domanda, direi Brian May visto che è stato il maestro nella composizione di assoli. C’è anche Nuno Bettencourt che probabilmente, dopo Eddie, è il mio più grande “guitar hero”. Lui faceva il Brian May della situazione a livello compositivo ma era anche veloce. Ovviamente devo anche dire John Petrucci che definisco il padrino del prog. Devo poi menzionare qualcuno che ha anche del blues, per esempio se ascolti l’assolo di “ENEMY” senti qualcosa di blues. Direi quindi Jeff Beck, ma anche Slash.

Questa era l’ultima domanda. Grazie mille per il vostro tempo, è stato un grande piacere intervistarvi.

Fabienne: Grazie a te!

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