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NUOVE USCITERECENSIONI

Talk Show – Effigy

Si chiamano Talk Show, ma non sono quelli americani, che comprendevano praticamente tutti i membri degli Stone Temple Pilots eccetto Scott Weiland e che pubblicarono un unico album nel 1997. Si tratta difatti di un semplice caso di omonimia. Loro sono inglesi, tutti giovanissimi, propongono un post-punk misto all’industrial ed alla new wave e stanno per pubblicare il loro disco d’esordio “Effigy”. La loro proposta musicale non si può inquadrare in un unico genere, essendo ricca d’influenze, e spicca in un panorama in cui sempre si tende all’omologazione che loro rifiutano, invece, categoricamente. L’unica cosa chiara, quindi, il fatto di trovarci davanti ad una di quelle band da tenere sott’occhio e di cui tra qualche anno sentiremo parecchio parlare.

Già nell’osservare la copertina dell’album possiamo farci un’idea di quello che andremo ad ascoltare: raffigura quello che dà l’idea di essere un vecchio capannone abbandonato, uno di quei locali dove si tengono i rave party. Ecco, la musica dei Talk Show sarebbe perfetta da ascoltare e ballare in un contesto simile, avendo tutto il potenziale per inserirsi a gamba tesa nella scena underground inglese. Ad aprire il disco è “Gold”, una traccia in cui si sente una forte presenza dell’elettronica ed in cui sono già ben chiare le premesse di quello che andremo ad ascoltare. Si sentono gli Underworld e i Chemical Brothers misti ai The Cure, citati dalla stessa band tra gli artisti che maggiormente hanno influenzato il loro lavoro. I riferimenti sono ben visibili in “Oh You’re All Mine”, in cui la voce del cantante suona quasi come un sussurro su basi metalliche, dalla forte carica industrial. In “Red/White” si sentono anche un po’ gli Iceage o i Fontaines DC, ma con basi più synth, mentre in “Closer” la voce di Harrison Swann a tratti arriva a ricordare quella di Iggy Pop e in “Got Sold” si mostra capace perfino di rappare.

I Talk Show vogliono portare l’ascoltare a muoversi, a ballare, e lo fanno con un sound grezzo ed un’attitudine punk che si percepisce in ogni singola traccia. Suonano arrabbiati, potenti, come uno schiaffo in pieno viso. Eppure non mancano momenti di maggiore calma che portano all’introspezione ,come “Oil Of The Bottom Of A Drum”. E se quando si è giunti quasi al termine di un album si tende a perdere un po’ l’attenzione, i Talk Show riescono a farcela mantenere con pezzi energici e coinvolgenti come “Panic” e “Small Blue World”. Chiude l’ipnotica “Catalonia”, in cui la voce cavernosa di Harrison crea dei loop che catturano completamente l’ascoltatore, spingendolo inevitabilmente a muoversi a ritmo, e si poggia su una base strumentale che strizza l’occhio all’industrial e alla new wave, in cui i synth fanno da padroni.

Nel complesso, ascoltando “Effigy”, possiamo considerarlo un album d’esordio sicuramente interessante anche se non impeccabile. Forse non c’è nessun pezzo che spicca eccessivamente – d’altronde la mancanza di ritornelli non aiuta in questo senso. Tuttavia non sembra essere questo l’intento dei Talk Show, inquadrabili più come band underground che come un futuro fenomeno commerciale. A chiunque affermi che il punk è morto, verrebbe da rispondere con l’ascolto di questo disco che non lo è, semplicemente si è evoluto.

Tracklist

01. Gold
02. Oh! You’re! All! Mine!
03. Red/White
04. Closer
05. Oil at the Bottom of a Drum
06. Got Sold
07. Panic
08. Small Blue World
09. Catalonia

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