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Modern Error – Victim Of A Modern Age

Tutto è speculare, tutto vive e viene vissuto: si può osservare il mondo da un lato nuovo, basta solo trovare il modo di ribaltare la medaglia, guardare dalla prospettiva opposta, per invertire il senso di ciò che ci circonda. Due pesantissimi anni di pandemia ci hanno concesso tanti mezzi e tanto tempo per pensare, riflettere, interrogarci su noi stessi e sul posto che occupiamo, permettendoci  di volare in alto come satelliti, per studiare le nostre vite in terza persona. È questo il concept alla base dell’ambizioso progetto Modern Error, giovane creatura partorita dalle menti di Zak e Kel Pinchin, fratelli di sangue e in musica: “Victim Of A Modern Age” tinge di blu i nostri occhi e cambia colore alle cose attorno a noi, aiutandoci ad analizzare le nostre vite in un viaggio musicale diviso in due, tra l’apparente perfezione della realtà e la sua messa in discussione.

Il debut dei Modern Error ha, fin da subito, l’aspetto di un lavoro prezioso e ragionato fino allo sfinimento, un concept album dalle tematiche mature che intinge le sue parole in un turbinìo di post-hardcore e synth-rock, un uragano che inizia a volteggiare con “Error Of The World” e che risucchia definitivamente i pensieri con la seguente “A Vital Sign”. Molti i richiami al pop-rock dei 30 Seconds To Mars, soprattutto nella prima metà dell’album, incentrato sull’esplorazione del mondo che sperimentiamo quotidianamente e descritto con un gran respiro melodico, suoni aperti, refrain dreamy come quelli di “Exit Obscured/Restricted To The Earth” e “Curtain Call.

Qualcosa inizia a cambiare dalla spartiacque “Lull”, in cui la sola voce distorta di Zak Pinchin presiede la scena: “Human Error” spiana la strada alla nevrotica “The Truest Blue”, che segna il netto passaggio nel secondo side dell’album, governato da segnali di cupezza molto più marcati, tradotti in synth ossessivi alla Nine Inch Nails e chitarre sempre più ronzanti e granitiche. Si passa ad una visione della realtà più lontana e completamente differente, una sorta di illuminazione, l’apertura, fisica e mentale, ad una nuova interpretazione del mondo. “Feels Like Violence” e “It’s Just A Feeling” procedono spedite col loro impianto post-hardcore, intervallate dalla piuttosto spompa “Only One”. “New Age Vibrance” ci riporta coi piedi al suolo, tramutando la sua elettronica penetrante in morbido pop rock che risveglia da un lungo sogno ad occhi aperti.

“Victim Of A Modern Age” racconta tanto e lo fa con una maturità sorprendente per un debut: i Modern Error ci descrivono la realtà ipertecnologica che ci ingloba, che ci rende ciechi e apparentemente sazi di ciò che abbiamo attorno, ma ci forniscono anche la chiave di lettura opposta, ossia quella che si acquisisce solo guardando da fuori, con occhi puri. Un filtro blu, come una sorta di lente, che ci fa riscoprire noi stessi, trovandoci un nuovo posto nel mondo.

Tracklist

01. Modern Age
02. Error Of The World
03. A Vital Sign
04. Exit Obscured / Restricted To The Earth
05. Curtain Call
06. Something Broken, Somewhat Isolated
07. Lull
08. Human Error
09. The Truest Blue
10. Feels Like Violence
11. Only One
12. It’s Just A Feeling
13. Euphoria/ Visions Of Ecstasy
14. New Age Vibrance

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