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NUOVE USCITERECENSIONI

P.O.D. – Veritas

Suddividere la musica così chirurgicamente, collocandone ogni pezzettino nella sconfinata barra cronologica che scandisce il flusso di tutto, è possibile solo per un motivo: poiché ne è diventata parte integrante, un elemento imprescindibile, una costola delle nostre vite, che muta, cresce e si spegne esattamente come il corso della nostra esistenza. Esattamente per questo è alquanto impegnativo analizzare un’epoca di suoni passata in relazione ad oggi: cambia il contesto sociale, l’esigenza, evolve il suono stesso, costringendoci a scindere le orecchie (e il cuore) di un adolescente da quelli di un adulto che cammina su un mondo totalmente differente.

I P.O.D., volente o nolente, saranno sicuramente scivolati, almeno una volta, tra gli ascolti di chiunque – come scordarsi l’heavy rotation dell’iconico video di “Alive” o il sempreverde refrain di “Youth Of The Nation” – e hanno comunque lasciato un ricordo indelebile di quel nu metal che colonizzava le stazioni radio ed il panorama concertistico attorno al cambio di millennio. E se c’è un qualcosa per cui vale celebrarli è, senza dubbi, la forza di essere rimasti fedeli a loro stessi.

Può piacere o meno, come d’altronde può funzionare o meno, eppure Sonny Sandoval e soci tengono duro, coltivando arduamente una discografia che con “Veritas” segna l’undicesimo di una lunga figliata.

Il ritorno in studio dei sandieghini, a sei anni dal buon “Circles”, rimaneggia ancora quella wave di metal alternativo che gli stessi P.O.D. hanno contribuito a far nascere, infarcendola di tematiche dolorose e complesse, quelle “verità” nascoste che governano i rapporti e le menti delle persone: è un disco sentito, ideato sotto pandemia e con una forte componente intimistica, ma questo messaggio, purtroppo, è uno dei pochi punti a favore di “Veritas”, vuoi perché il sound odora di vecchio a chilometri di distanza, vuoi perché la campagna di promozione dell’album gira attorno a due featuring (con i celebri Randy Blythe e Tatiana Shmayluk) decisamente rivedibili: sì, “DROP” risulta bella decisa e consistente, ma il frontman dei Lamb Of God a malapena si sente in background, mentre in maniera totalmente diversa si comporta “AFRAID TO DIE”, con una strumentale ed un ritornello di un piattume sorprendente e con la frontwoman dei Jinjer che pare un pesce fuor d’acqua – stuzzichevole nei pre-refrain, totalmente fuori luogo con gli scream nel finale.

Il problema principale non è tanto nel sound – i P.O.D. sono, come suddetto, attaccatissimi alla loro formula – quanto in una superficialità compositiva che annega l’ascolto in una pozza di indifferenza. Non è tutto da buttare: “I WON’T BOW DOWN” tira pesantemente, con quel riffone crossover, le strofe rappate di Sonny Sandoval ed il ritornello da singalong, così come quei pezzi dal riconoscibile stampo alt-metal (“I GOT THAT”, “BREAKING”).

Il resto, però, è stantio: le aperture melodiche di “LIES WE TELL OURSELVES” mescolano debolmente le fondamenta del pop-rock con le semi-ballad acquose nu metal style, l’altro featuring dell’album (con Cove Reber dei Dead American), “THIS IS MY LIFE”, giostra un po’ tra alti – dualità vocale, buona variazione di atmosfere e ritmi – e bassi – riff portante sciapo ed una prima parte di canzone decisamente sotto tono –.

Un po’ di dispiacere c’è, perché ai P.O.D. gli si vuole bene a prescindere, però “Veritas” ha dei grossi limiti, esattamente per quello che dicevamo in apertura: riproporre lo stesso sound per decenni può essere rischioso, poichè bisognerebbe attuare un processo di rinnovamento e reinserimento – tramite sperimentazioni e sagge variazioni – in un ambiente nuovo e… moderno, per l’appunto. “Veritas” non lo fa, suonando datato, decisamente stanco nelle sonorità e finendo per non attecchire sull’ascoltatore: non di certo quello che i californiani si erano immaginati in partenza.

Tracklist

01. DROP (feat. Randy Blythe)
02. I GOT THAT
03. AFRAID TO DIE (feat. Tatiana Shmayluk)
04. DEAD RIGHT
05. BREAKING
06. LAY ME DOWN (Roo’s Song)
07. I WON’T BOW DOWN
08. THIS IS MY LIFE (feat. Cove Reber)
09. LIES WE TELL OURSELVES
10. WE ARE ONE (OUR STRUGGLE)
11. FEELING STRANGE

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