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Parcels – Day/Night

Articolo a cura di Ivan Tedeschi

Nonostante siano agli inizi della loro carriera i Parcels, da Byron Bay (Australia), possono già vantare un paio di singoli prodotti dai Daft Punk (“Overnight” e “Tieduprightnow”) e un disco di debutto omonimo più che convincente. Oggi di stanza a Berlino, il quintetto australiano pubblica un doppio album “Day/Night”, prova di coraggio e opera ambiziosa nella quale si intersecano i temi dell’attualità dell’emergenza Covid e il concetto di dualità che oppone il giorno alla notte, la luce all’ombra, l’interno all’esterno. Mixando dance, funk, elettronica e armonie a cinque voci, i Parcels immergono l’ascoltatore in un viaggio musicale ricco di sorprese, nel quale le orchestrazioni e gli archi (suonati da Owen Pallett) sono il sottofondo costante e il riferimento che fa da guida a un sound che si dilata in digressioni ambient. Proprio la ricerca armonica è un tessuto avvolgente mai fuori fuoco, ma trattato con cura dai cinque.

Indicati come nu-disco gli australiani superano la disco e sarebbe più opportuno parlare per il loro camaleontico approccio al songwriting di post-disco, nuovo sottogenere in debito con soul, new wave e  funk bianco di artisti come Style Council, Steely Dan e Tears for Fears. I cinque hanno ben studiato la canzone pop e potrebbero conquistare le radio di tutto il mondo con i quattro singoli estratti da questo doppio album: “Free”, “Famous”, “Comingback” e “Somethinggreater”.

Il primo disco si apre con la lunga “Light”, un brano manifesto del nuovo corso per una band giovane ma capace già di stupire nell’arco di una manciata di brani; è così che la prima parte di questo doppio disco scorre via benissimo, regalando momenti di upbeat funk pregevolissimo (“Somethinggreater” e “Free”) alternati ad altri di pop riflessivo (“Theworstthing”) e ad una vera gemma rubata ai Duran Duran come “Comingback”.

Se nell’album di debutto i Parcels lasciavano intravedere le loro potenzialità giocando molto del loro sound sulle tastiere in atmosfere più frizzanti, ora è il suono brillante del pianoforte che emerge ad ampliare la ricchezza delle sfumature anche in tonalità minori (“Neverloved” e “Once”) e si avverte la consapevolezza acquisita nel trattare un tipo di suono tendente anche al cupo e al solenne. Seppur in qualche episodio i musicisti sembrano indulgere troppo nelle loro capacità tecniche, rischiando di annoiare o di risultare respingenti, è proprio nella forza dei brani lunghi del secondo disco, dove avviene una sperimentazione maggiore, che assistiamo a una crescita del senso dell’opera. Mentre “Day” appartiene alla categoria del già sentito e del già sperimentato da loro stessi, con “Night” il livello sale e si sente tutta la sofferenza delle liriche avvolta in ritmi e cadenze mai scontati.

I Parcels hanno realizzato un piccolo capolavoro, che sa raccontare la paura e la speranza con freschezza, immergendosi allo stesso tempo nel malinconico mondo che a volte siamo costretti ad affrontare, con brani che guardano in faccia la vita in tutta la sua cruda realtà senza edulcorarne alcun aspetto.

Tracklist

Disco 1
01. Light
02. Free
03. Comingback
04. Theworstthing
05. Inthecity (Interlude)
06. NowIcaresomemore
07. Somethinggreater
08. Daywalk
09. Outside

Disco 2
01. Shadow
02. Neverloved
03. Famous
04. Icallthishome
05. LordHenry
06. Thefear
07. Nightwalk
08. Reflex
09. Once
10. Inside

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