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Prince Daddy & The Hyena – Prince Daddy & The Hyena

A volte anche un nome può fare la differenza, e come i libri, anche le band non vanno giudicate dalla copertina. Questo concetto calza a pennello con i Prince Daddy & The Hyena, anche – sfortunatamente – il cantante Kory Gregory non ha mai voluto spiegare il vero significato di un moniker così audace. A parte questo dettaglio, la band, attiva dal 2014, arriva al terzo album omonimo con molte potenzialità, esternate prima con “I Thought You Didn’t Even Like Leaving” (2016) e successivamente con “Cosmic Thrill Seekers” (2019) .

I Prince Daddy hanno però cambiato ogni prospettiva dovendo fare i conti con un incidente stradale che ha quasi fatto perdere la vita a tutti i componenti nel 2018. Questo evento ha segnato profondamente ciascuno di loro, in particolare il cantante, al punto tale da creare questo nuovo lavoro incentrato sul fine della vita e sulla paura della morte. Allo stesso tempo, la band decide  di alleggerire i toni, affermando che : “Tutti dovremo morire, ma godiamoci la vita nel frattempo”.

Il quartetto di Albany, che nasce da un background alternative, rock e punk, inizia il viaggio con le sonorità purificanti di “Adore The Sun”, che dà quasi l’impressione di ascoltare una celebrazione religiosa. La seguente “A Random Exercise In Impermanence (The Collector)” vira dal rock al punk, con un colpo di scena verso la metà e delle chitarre più tenebrose ed angoscianti. Ogni preoccupazione è spazzata via dalle atmosfere zuccherose quasi natalizie, ma con un tocco di punk di “Jesus Fucking Christ”. Giusto il tempo di una canzone e arriviamo alla piena estate di “Something Special” – nella quale il paragone con “Here’s Comes The Sun” è lampante. La bella stagione esplode nelle orecchie senza moderazione, ma il testo non è della stessa idea: “Ho sentito che stavi arrivando e io sono corso nella direzione opposta”. I ritmi più pop che si sposano benissimo ad un sano rock di “El Dorado” stridono un po’ con il sound più grezzo a tratti inquietante di “Hollow, As You Figured”, accompagnati da assoli di chitarra che dicono più di mille parole in una escalation e cambi di stile fra ritmi anni ’80 e quasi futuristici.

Le novità continuano i ritmi impazziti nella seconda metà di “Keep Up Talk”, prevedibile ma anche geniale, con un ritornello che si imprime in testa al primo ascolto. Negli accordi mai banali e ricercati di “In Just One Piece” viene palesato il pensiero cardine dell’album (“Ho ancora paura di morire”), cantato con toni quasi pacati, in una canzone che non farebbe trasparire tristezza. In questo turbinio di emozioni, le ballad “Curly Q”, “Baby Blue” e “Discount Assisted Living” placano i toni. In particolare quest’ultima prepara alla conclusione con una placida atmosfera anni ‘50. Se il concetto di vita e morte non era ancora stato ben esplicato, ci pensano gli otto minuti di “Black Mold” a rimediare, creando due letture differenti. Da momenti spensierati a tenebrosi, la parte strumentale non vuole essere troppo opprimente, riuscendo a rimanere stabile fino alla fine. Il testo, invece, esterna tutte le paure, le ansie e i tormenti eliminando ogni illusione che può dare il ritmo.

Tra luce ed oscurità i Prince Daddy & The Hyena hanno creato un lavoro che mette a nudo una delle più grandi paure universali dell’animo umano, cantandolo in modo non troppo serio e opprimente. Come dei moderni sostenitori del “carpe diem”, la band sprona a cogliere l’attimo e vivere il presente al meglio perché il futuro, nel bene o nel male, è qualcosa di imprevedibile.

Tracklist

01. Adore The Sun
02. A Random Excercise In Impermanence (The Collector)
03. Jesus Fucking Christ
04. Something Special
05. El Dorado
06. Hollow, As you Figured
07. Curly Q
08. Keep Up That Talk
09. Shoelaces
10. In Just One Piece
11. Discount Assisted Living
12. Black Mold
13. Baby Blue

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