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Sam Smith – Gloria

Quarto album dell’icona pop Sam Smith, il quale effettua una vera e propria liberazione artistica, benché la sua produzione precedente fosse senz’altro genuina, ma circoscritta ad un Sam triste, che racconta storie d’amore cariche di sofferenza. Con “Gloria”, il cantante si esprime in tutta la sua tridimensionalità. Ce n’eravamo accorti già con “Unholy”, singolo che ha conquistato tutti i social nel 2022: le sue origini britanniche e la rigorosa educazione religiosa si fanno strada nella scelta dei temi e delle soluzioni musicali, tra organi e voci che si apprezzano nel sopracitato singolo e in “Gloria”, un vero e proprio corale.

Il disco si apre con la frizzante e leggera “Love Me More”, che vuol essere una chiarissima rivisitazione di “Stay With Me”, una delle hit che gli hanno garantito un successo mondiale, ma che forse necessitava di una piccola aggiunta. “Ti sei mai sentito come se fossi un’altra persona? Come se lo specchio non facesse bene alla tua salute”: queste le parole del ritornello, una domanda retorica che apre un’ulteriore pista nel cuore di chi ascolta, facendo leva su un sentimento ampiamente condiviso, ma non molto discusso. Tale liberazione interiore ed estetica è visibile anche nella copertina: una fotografia a colori, in cui si può apprezzare uno sfondo dorato che fa risaltare lo sguardo vivo del nostro Sam, la sua nuova acconciatura e un’espressione più viva e fiera, che sembra voler fare da contrasto alla monocromatica “The Thrill of It All” del 2017.

Di assoluto rilievo, come in ogni disco pop che si rispetti, sono i testi e la centralità degli argomenti trattati: “Gloria” è un disco queer, che vuole urlare a gran voce il dolore di una minoranza costretta al silenzio, specialmente nei contesti di matrice spiccatamente religiosa. “Hurting Interlude” riassume perfettamente questo concetto: si tratta di uno snippet del celebre documentario “Gay and Proud” del 1970 che racconta il primo gay pride della storia, a New York. Si commenta, nel frammento, di come sia difficile per un omosessuale affrontare una delusione amorosa, dal momento che si è costretti a fingere, senza poter cercare conforto da un amico o da un fratello. Il tutto viene perfettamente accompagnato dagli archi che chiudono “No God”, la traccia precedente, con chiari riferimenti lo-fi.

Altre influenze elettroniche di riferimento si apprezzano grazie ad ospiti di spessore: è il caso di Calvin Harris, che compare come produttore di “I’m Not Here to Make Friends”, brano di estrazione pop dance, dal ritmo incalzante e che si lascerà cantare già dopo il primo ritornello, grazie anche alla presenza di Jesse Reyez che compare, inoltre, in “Perfect” e “Gimme”, al fianco di Koffee. Altra presenza femminile già apprezzata, quella di Kim Petras in “Unholy”.

Il disco si chiude con l’ultimo ospite – non certo per importanza – Ed Sheeran, che con la sua voce leggera e agile nella ballad “We Love Who We Love” divide le strofe con Smith e risalta, al contrario, i toni estremamente profondi di quest’ultimo, forte di un’estensione vocale eccezionale e di un timbro corposo nell’intero registro. Un brano che ci riporta a casa.

Grazie a “Gloria”, un disco che si potrebbe definire “ecumenico”, ritroviamo un Sam Smith che vuole abbracciare tantissimi generi musicali diversi, accogliendoli sotto l’egida inclusiva del pop di oggi, eterogeneo per antonomasia, in cui c’è spazio per temi scomodi e duri, affrontati con fermezza, sincerità, leggerezza, ma anche con toni cupi e talvolta crudi, così da creare un “luogo sicuro” in cui non c’è posto per la finzione, dove tutti sono finalmente liberi di amare chi si ama, e di essere amati.

Tracklist

01. Love Me More
02. No God Lyrics
03. Hurting Interlude
04. Lose You
05. Perfect
06. Unholy
07. How To Cry
08. Six Shots
09. Gimme
10. Dorothy’s Interlude
11. I’m Not Here To Make Friends
12. Gloria
13. Who We Love

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