Millennials - The Snuts
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The Snuts – Millennials

La prima volta che mi è capitato di ascoltare i The Snuts dal vivo è stato proprio nel loro Paese natale: erano agli esordi, il loro album di debutto doveva ancora uscire ed immediatamente pensai che di lì a qualche anno avrebbero ottenuto un grandissimo seguito. Effettivamente così è stato ed oggi i quattro si ritrovano a fare sold out in tutto il Regno Unito. La band scozzese ha già pubblicato due dischi in breve tempo, “W.L.” nel 2021 e “Burn The Empire” nel 2022, ma non si ferma e, a distanza di poco più di un anno, torna con “un nuovo lavoro “Millennials” tramite la Happy Artist Records. Si sa, il terzo album è spesso un punto di riferimento ed è da quello che si capisce l’effettivo valore di un gruppo. Gli Snuts avranno superato la prova? Sicuramente si può affermare con certezza che, rispetto a come li conobbi anni ed anni fa, c’è stato un cambiamento evidente nella band. Un cambiamento, tuttavia, può essere sia positivo che negativo.

L’impatto iniziale che si ha con “Millennials” è decisamente buono. Apre il disco “Gloria”, singolo già ampiamente noto ai fans che avevano avuto addirittura l’opportunità di ascoltarlo in anteprima sul canale Discord ufficiale del gruppo. Si tratta di una traccia fresca, allegra, che entra immediatamente in testa. Simile negli intenti anche “Millionaires”, mentre sono più deboli le successive “Yoyo” e “NPC”, che non sembrano riuscire a reggere troppo il confronto con le precedenti e si accostano maggiormente come sound al secondo lavoro della band. Più interessante, soprattutto dal punto di vista strumentale, è, invece, “Butterside Down”, in cui torna un suono più melodico: sicuramente uno dei punti maggiori dell’album.

Ci troviamo praticamente a metà disco in un tempo che sembra quasi volare, complice forse anche la lunghezza dei brani che raramente supera i tre minuti. Ad aprire la seconda parte è “Novastar”, forse non la scelta più azzeccata, nonostante il riff di chitarra energico e martellante: ci troviamo davanti ad una canzone che funziona, ma che non rimane impressa come alcuni dei classici a cui la band ci ha abituato. Quello che forse manca sono delle ballad alla “Glasgow” o “Sing For Your Supper”, ma probabilmente – coerentemente con la copertina del disco – gli Snuts prediligono in questo caso brani dalle sonorità più allegre e ballabili come “Dreams” e “Deep Diving”, che effettivamente è tra quelle che più portano a muoversi e a canticchiare. “Wunderkind” risulta poco incisiva rispetto alle sue intenzioni, mentre con la conclusiva “Circles” arriva l’unica ballad, che però non regge il paragone con quelle a cui gli Snuts ci hanno abituato in passato.

Ascoltando “Millennials” l’impressione che si ha è che l’album sia rivolto più alla generazione Z o a quella Alpha che a quella menzionata nel titolo, almeno considerando le sue sonorità che si accostano maggiormente ad un tipo di musica più attuale. Si tratta un lavoro che porta i fan storici della band a guardare il passato con nostalgia: così come nel precedente “Burn The Empire”, infatti, si percepisce molto la mancanza del sound grezzo, talvolta malinconico, dei primissimi pezzi della band che tra chitarre immediatamente riconoscibili e l’accento marcatamente scozzese di Jack Cochrane facevano subito pensare ai The Snuts. Certo le band evolvono – ed è giusto così -, ma pensare che i The Snuts come il mondo li ha conosciuti non esistono più ci fa vivere nella nostalgia.

Tracklist

01. Gloria
02. Millionaires
03. Yoyo
04. NPC
05. Butterside Down
06. Novastar
07. Dreams
08. Wunderkid
09. Deep Diving
10. Circles

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