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NUOVE USCITERECENSIONI

Blut – Traum

In passato legato a un immaginario steampunk, oggi decisamente rivolto verso interessi meno settari e sci-fi oriented, il progetto piemontese Blut si candida a rivestire, oggi, il ruolo di portabandiera di un eclettismo artistico capace di andare oltre la semplice sfera musicale. Merito soprattutto del deus ex machina della band, l’italo-svizzero Alessandro Schümperlin, polistrumentista, scrittore e mille altre cose diverse, mai arresosi di fronte a eventi contrari e a una line-up spesso e volentieri ballerina, e sempre pronto a risuscitare dal nulla la propria creatura, restituendoci, persino in situazioni precarie, album multiformi e prismatici.

Tre anni dopo “Hermeneutics”, dunque, disco cinematografico, stratificato, magico, a tratti finanche ostico, imperniato sugli Arcani  Maggiori dei Tarocchi, ora è la volta del nuovo lavoro in studio “Traum”, al cui interno trovano spazio le ricerche sul sogno di Carl Gustav Jung, con canzoni che, benché connesse da un fil rouge comune, conservano una ben manifesta autonomia. Brani, come d’abitudine, dall’impianto teatrale, ipnotici, suggestivi, ricchi di toni e colori, eppure dotati di maggiore coesione strutturale rispetto alla consapevole dispersività dello scorso lavoro. Una compattezza favorita, oltre che da un songwriting condiviso, dalla prova al microfono di Chiara Manese, mezzosoprano di professione e splendida nello screziare di sfumature cangianti i migliori passaggi del full-length.

Tra industrial, darwkave e gothic metal, con influenze provenienti per larga parte dall’area teutonica (in particolare Crematory e Rammstein), il platter si avvale di una produzione nitida ed estremamente dinamica, perfetta nel fondere la tante anime che impregnano dei pezzi ove gli strumenti riescono a dialogare con il medesimo equilibrio e sinfonismo del golfo mistico di Bayreuth. Il tambureggiante reticolo electro steso sull’insieme, sovente responsabile di traghettarlo su gradevolissimi lidi catchy, avvolge ciascun brano senza soffocarne le specificità, che si tratti di manrovesci dalle sottili venature death (“Premonition”), di chitarroni nu ritirati a lucido per l’occasione (“Wrong Soul”, “Deviation Into Exit”), di sprazzi prog di matrice esoterica (“Wie Geht Es Dir (Traum)”, “Du Bist Dicht Nacht”), di accenni ai Lacuna Coil d’antan (“Seele”). Il timbro sporco del mastermind aggiunge la giusta carica agli episodi dal taglio più rammsteiniano (“Alpha”, “Auspizium”, “Schatten”, “Verdammter Traum”), così come l’alternanza linguistica di inglese e tedesco – idioma, quest’ultimo, coerente con l’origine geografica delle tematiche – rappresenta, in fondo, quel misto di malinconia e pesantezza che caratterizza la cifra stilistica odierna del quintetto. E il decadente synth blues che ammanta le atmosfere à la Charon di “Alchemical Passion”, traccia di totale appannaggio vocale della singer, aggiunge ulteriori suggestioni emotive a un “Traum” dalla qualità complessiva pressoché inattaccabile.

I Blut testimoniano che nel nostro paese, e ai confini immediati di esso, non appaia tanto peregrina l’idea di scrivere musica di pregevole fattura, allo stesso tempo articolata e fluida, con a corredo un evocativo sostrato di riverberi onirici, forse indecifrabili, ma dalle quali lasciarsi travolgere senza remore. Di sicuro, Johann Heinrich Füssli apprezzerebbe.

Tracklist

01. Premonition
02. Alpha
03. Seele
04. Auspizium
05. Wie Geht Es Dir (Traum)
06. Deviation Into Exit
07. Du Bist Nicht Da
08. Alchemical Passion
09. Schatten
10. Wrong Soul
11. Verdammter Traum

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