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NUOVE USCITERECENSIONI

The Infernal Sea – Hellfenlic

La figura di Matthew Hopkins, il crudele e zelante cacciatore di streghe che affermava di operare per conto del Parlamento anglosassone e della Chiesa puritana locale, si è rivelata un generoso pozzo d’ispirazione per varie manifestazioni artistiche, dalla letteratura al teatro, dalla cinematografia alla musica metal, quest’ultima particolarmente idonea nell’evocare le atrocità da lui commesse in nome della fede. Basti pensare alla canzone dei Cathedral “Hopkins (The Witchfinder General)” o ai Witchfinder General, una delle formazioni pionieristiche della NWOBHM, che, per il proprio monicker, scelse l’appellativo con il quale veniva identificato l’inquisitore seicentesco.

Alle numerose band che hanno trattato della spietatezza di tale personaggio, morto a soli ventisette anni, eppure capace di far giustiziare oltre trecento donne, oggi si aggiungono i The Infernal Sea, quartetto britannico attivo dal 2010 e autore di tre full-length discreti, tuttavia non sufficienti a far decollare le loro quotazioni in ambito black. Il nuovo “Hellfenlic”, il cui titolo in inglese antico allude alle paludi infernali di ascendenza biblica, si cimenta, dunque, nel raccontare l’ossessione religiosa e l’efferatezza di un uomo convinto di adempiere al volere di Dio, estorcendo false confessioni alle vittime attraverso torture e sevizie d’ogni genere.

Il gruppo, originario delle cupe regioni dell’East Of England, bene o male le medesime zone palcoscenico di tali orrende persecuzioni, si dimostra artefice di un metallo nero ortodosso e conservatore, molto vicino al mood rockeggiante dei Satyricon e alle fluttuazioni ondivaghe dei 1349, con un occhio attento alle discrasie sinistre dei Mayhem, alle cupe linee melodiche dei primi Watain, alle influenze proto dei Celtic Frost (compresi gli uh! che punteggiano lo scream rotondo di Dean Lettice). La produzione, densa e claustrofobica, rende il suono piuttosto spesso, tanto che le distorsioni del basso, poste in grande risalto, riescono a conferire consistenza e profondità a dei brani in verità avari di soluzioni originali e di rilievo, ma decorosi e a tratti anche accattivanti, a patto che si accettino con un sorriso complice gli accenni nostalgici sparsi un po’ ovunque e una certa tendenza del songwriting a cedere all’effetto collage.

Sugli scudi gli up-tempo “Lord Abhorrent” e “The Hunter”, la prima striata da un salutare afflato punk, la seconda che procede autoritaria e glaciale come un pezzo degli Tsjuder, ma rollando orecchiabile alla stregua di nuova versione di “Black Crow On A Tombstone”. In “Shadow Of The Beast” orrorifiche sottolineature di tastiera punteggiano, forse con sin troppa timidezza, la brutalità ferina dell’insieme, preparando il terreno per i semi ottantiani dell’heavy più occulto che caratterizzano la seconda parte della narrativa e cadenzata “Witchfinder”, mentre “Bastard Of The East” sarebbe stato un esercizio di black’n’roll da manuale se non avesse superato la soglia dei centottanta secondi di durata, benché il malsano finale sludge resti, comunque, una mossa di buona caratura. Efficace il taglio speed/thrash di “Black Witchery”, laddove sortisce una curiosità interrogativa e pruriginosa “Frozen Fen”, traccia che potrebbe comparire nel lotto di un “De Mysteriis Dom Sathanas” scritto dai Craft, con l’ambiziosa “Messenger Of God” a chiudere il disco, quasi nove minuti di tenebra e dramma inframmezzati da inserti folk e lievi vibrazioni doom.

Malgrado i The Infernal Sea seguano il trend estetico del momento, con profluvio di sai neri e maschere simil-medico della peste a celarne l’identità fisica, a livello musicale restano così saldi nell’alveo della tradizione da restare soffocati dalle sue molte suggestioni, rilasciando un “Hellfenlic” discontinuo e intriso di sadismo e satanic panic meno di quanto ci si auspicasse, visto il materiale lirico a disposizione. In sostanza, un’occasione non colta appieno.

Tracklist

01. Lord Abhorrent
02. Shadow Of The Beast
03. Witchfinder
04. The Hunter
05. Bastard Of The East
06. Black Witchery
07. Frozen Fen
08. Messenger Of God

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