Niklas Müller, batterista degli Ad Infinitum ci introduce al terzo capitolo della loro discografia dal titolo “Chapter III – Downfall”, album fondamentale per la crescita artistica e personale della band e ci racconta anche dei programmi futuri della band.

Ciao Niklas, per prima cosa grazie di essere qui con noi di SpazioRock. Come stai?

Ciao Fabio, grazie! Sto bene, e spero che sia lo stesso per te.

Il vostro nuovo lavoro “Chapter III – Downfall” è uscito da poco. Questo è il vostro terzo album, che notoriamente è un album molto importante per una band. Che sensazioni avete a riguardo?

Ne siamo molto contenti, mi piace la direzione verso cui stiamo andando e mi piace vedere la band e il suono evolversi. Non vediamo l’ora di suonare dal vivo le canzoni di “Chapter III”.

Il symphonic metal è da sempre stato un genere molto seguito, ma allo stesso tempo anche molto suonato e replicato. Quanto è difficile cercare di proporre la propria musica ed essere originali? Voi come ci riuscite?

Ognuno di noi ha diverse influenze musicali, anche se abbiamo ancora lo stesso nucleo che ci accomuna, la musica heavy in generale. Quindi è quasi naturale per noi provare a combinare stili e influenze diverse mentre cerchiamo di “mantenere le nostre radici”.

Melissa, oltre ad essere davvero brava on stage ha anche un’estrema versatilità vocale e riesce a passare con facilità dalle clean vocals ad un growl tecnico ed aggressivo. Questo rimane a mio parere uno dei punti di forza della band. Sei d’accordo? Cercate di sfruttare anche questa caratteristica nel processo di songwriting?

Assolutamente, è sempre stata una parte molto importante nel nostro songwriting. Lo adoro, dà tanta flessibilità e diversità a una canzone, siamo in grado di passare da una parte molto morbida e calma ad una estremamente intensa ed aggressiva in un brevissimo, tutto in una canzone.

Come nascono i vostri pezzi? Qual è l’iter compositivo all’interno della band? È rimasto lo stesso sin dall’inizio?

All’inizio scrivevamo le canzoni attraverso sessioni di Skype/Zoom, da remoto. È stata la soluzione migliore durante la pandemia, ma per questo album abbiamo avuto un intenso confronto sul campo, un lungo incontro per il songwriting in cui abbiamo scritto la maggior parte delle canzoni. Abbiamo davvero apprezzato il processo creativo e la produttività che abbiamo sviluppato questa volta e posso pensare che questo si possa sentire nella musica e nel risultato finale.

L’album a livello di sonorità, pur mantenendo i canoni del symphonic metal, risulta molto vario e presenta brani più aggressivi, altri più moderni e melodici. Come siete riusciti a creare questo mix così coinvolgente?

Abbiamo sicuramente approfittato delle esperienze che abbiamo fatto da soli con la produzione del Capitolo II. Tutto è andato un po’ più liscio, sapevamo cosa funzionava prima e cosa volevamo provare per le nuove canzoni. Inoltre abbiamo avuto ancora una volta l’onore di lavorare con le orchestrazioni di Elias Holmlids ed il mix di Jacob Hansens.

Una delle caratteristiche del vostro sound è quella di riuscire a creare melodie di impatto, che spesso rimangono in testa. Posso citare ad esempio “Upside Down” o “Ravenous”. È un processo che viene naturale quando scrivete?

Ti ringrazio! Vedi a volte una melodia orecchiabile è la prima idea della canzone, è quello che abbiamo in testa dall’inizio, mentre a volte una canzone esiste prima di tutto il resto. È qualcosa di sempre diverso e questa è la cosa veramente stimolante ed eccitante.

Il vostro debutto è del 2020, in pieno periodo di pandemia. Quanto è stato difficile per voi affrontare tutte le difficoltà di un primo album in un periodo del genere, unito alla quasi impossibilità di suonare dal vivo?

Abbiamo registrato l’album nel 2019, quindi questo processo non è stato influenzato dalla pandemia. Il nostro primo tour invece è stato cancellato, come tutti gli altri show che erano in programma per quel periodo. Purtroppo era inevitabile. È stato molto impegnativo promuovere l’album solo in modo digitale, ma abbiamo fatto degli ottimi spettacoli virtuali e penso che ne abbiamo tratto il meglio. Dal momento che la situazione era più o meno la stessa per tutti, sembrava che fossimo tutti sulla stessa barca.

Il recente tour con Amaranthe, Beyond The Black e Butcher Babies credo sia stato un ottimo modo per far conoscere la vostra musica ad un pubblico più ampio in giro per l’Europa. Ci racconti come è stata quell’esperienza?

È stato assolutamente fantastico! Il nostro primo tour ci è piaciuto così tanto, è stata una continua festa on the road e ci siamo divertiti moltissimo ad incontrare tutte quelle persone ai concerti ed in viaggio. Ed è stata una bella sensazione poter finalmente suonare la nostra musica dal vivo durante un tour.

Ci sono stati degli episodi divertenti o degni di essere raccontati?

Ce ne sono stati davvero tanti! Abbiamo cinque video di riepilogo sul nostro canale YouTube, guardandoli si riesce ad avere una buona idea di come è andato il tour.

Ormai dopo la pandemia, anche forse per ragioni economiche, a volte i tour raccolgono due band più grandi come co-headliner e uno o più band di supporto. Come vedi questa scelta? Può essere un qualcosa di ancor più positivo anche per le band che devono farsi conoscere?

È già successo prima della pandemia, non credo sia qualcosa che sia direttamente correlato. Ma di sicuro è positivo se le band ottengono una piattaforma ed un buon palcoscenico per presentare la loro musica, proprio come noi, che abbiamo avuto questa opportunità.

Il panorama del symphonic metal rimane comunque molto vivo, e il costante aumento di successo delle band più importanti come Nightwish e Within Temptation, ma anche di band in piena ascesa come Beyond The Black o Visions Of Atlantis credo sia un fattore positivo per tutto il movimento. Con questo terzo album, quali sono i vostri obiettivi di crescita?

Sicuramente vogliamo presentare e far conoscere la nostra musica ad un pubblico sempre più ampio e suonare le nostre canzoni dal vivo, ma vogliamo anche creare nuova musica in futuro, ed andare avanti per la nostra strada.

Ci sono delle band che vedete come fonte di ispirazione?

Posso parlare solo per me in questo caso, e citerei artisti come Johan Söderqvist, Nicholas Britell, Sleep Token, Plini e Starset.

Quali sono ora i vostri programmi dopo l’uscita dell’album? Ci sarà un tour ad accompagnare la nuova release e magari delle date in estate in qualche festival?

Abbiamo un sacco di festival annunciati come Wacken, Summer Breeze, Leyendas del Rock, Full Metal Holiday, Maximum Rock, Masters of Rock e spettacoli di supporto per Arch Enemy e In Extremo. E non vediamo l’ora di suonare in ognuno di questi concerti!

Grazie mille per essere stato con noi! Vuoi mandare un saluto ai lettori di SpazioRock e ai vostri fan italiani!

Grazie per le tue domande! Non vedo l’ora di incontrarvi ad un nostro show ragazzi, ci vediamo presto!

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