Dopo due anni e tre rinvii, il tour europeo da co-headliner di Amaranthe e Beyond The Black ha avuto finalmente inizio e il 25 ottobre è giunto anche sul suolo italiano al Live Club di Trezzo sull’Adda (MI).

Puntuali alle 18:30 salgono sul palco gli Ad Infinitum, la prima delle due band special guest. Il quartetto svizzero-tedesco, capitano da Melissa Bonny, con il suo symphonic metal condito da ritornelli catchy, ha regalato uno show che è volato via anche per chi non li aveva mai ascoltati prima. Nella mezz’ora concessa la band ha suonato principalmente brani di “Chapter II – Legacy”, ma ci ha deliziato anche con “Upside Down”, primo singolo estratto dal prossimo album, “Chapter III – Downfall”, e con l’inedito “Somewhere Better”. Prima di eseguire l’ultimo pezzo, “Animals”, Melissa Bonny ha ricevuto dal pubblico una bandiera italiana con su scritto il nome della band, questo a dimostrare quanto, in soli pochissimi anni di attività, i quattro siano riusciti già a portarsi dalla loro parte un bel po’ di fan del symphonic metal.

Giusto un quart’ora per il cambio strumenti ed ecco i Butcher Bubies. Sfortunatamente la band viene penalizzata da suoni che definire non equalizzati perfettamente sarebbe un eufemismo. Difficile soprattutto giudicare la prova delle due cantanti, le cui voci sono state sovrastate per tutta la durata dello show da rullante e basso, se non nelle parti meno caotiche. Apprezziamo comunque i grandissimi sforzi fisici di Heidi Shepherd e Carla Harvey che hanno saltato, corso e fatto headbanging per tutta la durata del concerto. Dispiace invece per la piccola fanbase della band americana, ma sarà per la prossima volta.

Chiuso il non proprio entusiasmante capitolo Butcher Babies è l’ora di fare sul serio con i primi headliners, tocca ai Beyond The Black. La band tedesca da poco passata a Nuclear Blast, torna a casa nostra e per la prima volta lo fa con una serata che li vede protagonisti.

Messa da parte la batteria utilizzata dalle prime due band e sistemata la scenografia, le luci iniziano ad affievolirsi e le urla dei presenti iniziano a scaldare il clima all’interno della venué meneghina che man mano si è riempita. Una lunga e ansiosa intro anticipa la nuova “Is There Anybody Out There?”. Le luci a ritmo di musica illuminano i quattro strumentisti prima dell’arrivo di Jennifer Haben che si presenta sul palco tenendo in mano due neon in pendant con la scenografia. Senza neanche vivere l’entusiasmo dei fan, la band tedesca ci spara di fila le title track dei primi due album prima di prendersi un attimo di respiro e farci sapere quanto sia eccitata di essere tornata a suonare dal vivo. Bando alle ciance, la frontwoman ci presenta “Reincarnation”, una gran bella mina, tratta del prossimo album, dalle sonorità folk che ci riporta un po’ ai lavori degli esordi.

Le luci si spengono nuovamente e la cantante in un attimo cambia di abito come una trasformista. Maschera in mano e corona in testa, Jennifer ci canta con la sua voce angelica la suggestiva “Human”. Mancano due mesi esatti a Natale ma i Beyond The Black hanno deciso di anticipare il regalo annunciandoci che suoneranno un inedito intitolato “Dancing in The Dark”. Una grancassa viene posta al centro del palco e la cantante inizia a suonarla invitandoci a seguirla a ritmo di musica. Uno dei punti più alti della serata con un brano coinvolgente perfetto per caricare un esercito di qualche film fantasy, tutto ciò arricchito da due addetti ai lavori con strani costumi a sventolare bandiere. Caricati a dovere, i cinque fanno esplodere i fan con “Heart of the Hurricane”, prima di dar spazio nuovamente al materiale appena sfornato con “Winter is Coming”. Si passa a sonorità più oscure con “Heaven in Hell” e “When Angels Fall” per poi farci cantare a squarciagola due cavalli di battaglia immancabili nella loro setlist, “Shine and Shade” e “In The Shadows”. Jennifer ci annuncia che siamo giunti al termine… ma aspettate, non manca il duetto con Elize Ryd su “Wounded Healer”? Sarà la solita frase fatta dai cantati prima di spararci altre 2-3 cartucce. No, a questo giro purtroppo non è la classica bugia che viene detta a ogni live: i tedeschi abbandonano il palco dopo aver suonato il loro classico brano conclusivo, “Hallelujah”. Solo 13 brani per un’ora e poco più di concerto per la band teutonica che lascia i fan con un po’ di amaro in bocca dopo uno show esplosivo che ha travolto il Live Club. Che dite, lo annunciate il nuovo tour per il 2023?

Anche il live degli Amaranthe dura a malapena più di un’ora nonostante comunque presenti una scaletta più soddisfacente da 17 brani che spazia sull’intera discografia. Se mai ci fossero, è l’ora di togliere dalla testa qualsiasi pregiudizio da “true metaller” anni ’80, è l’ora di andare a ballare con il “pop metal” della band svedese. I sei salgono carichissimi sul palco sulle note di “Fearless” e ci fanno intuire che sarà un’ora abbastanza scoppiettante. I brani, dalla breve durata (quasi sempre sotto i 4 minuti), scivolano via come l’olio. I due bellissimi “capitani”, Elize Ryd e Nils Molin intrattengono e cantano come si deve. Non possiamo dire lo stesso per l’ultimo arrivato, Richard Sjunnesson, che ha l’arduo compito di sostituire Henrik “GG6” Englund Wilhelmson, dopo che ha lasciato il gruppo giusto qualche mese fa. Il growl di Sjunnesson non risulta fluido come quello del suo predecessore e a tratti sembra non riuscire a stare al passo con gli altri due vocalist quando c’è da cantare in contemporanea. Inoltre, a ciò si aggiunge un non proprio preciso lavoro da parte dei fonici sul suo microfono che risulta meno presente, più o meno com’è successo con la band americana qualche ora prima. Con uno show senza colpi di scena, cambi d’abito particolari o scenografie incredibili, gli Amaranthe in maniera più essenziale possibile fanno la loro parte intrattenendo e facendo divertire con il loro modo di fare metal.

Con alti e bassi, la serata di Trezzo ci ha regalato poco più di tre ore di musica in quattro brevi ma intensissimi concerti. Si torna a casa stanchi e contenti con giusto qualche piccolissimo sassolino nella scarpa per i live “mozzati” delle due band di punta. Non ci resta che sperare in un loro ritorno immediato, magari con un minutaggio degno di un vero headliner.

Setlist Beyond The Black

  1. Is There Anybody Out There?
  2. Lost in Forever
  3. Songs of Love and Death
  4. Reincarnation
  5. Human
  6. Dancing in the Dark
  7. Heart of the Hurricane
  8. Winter Is Coming
  9. Heaven in Hell
  10. When Angels Fall
  11. In the Shadows
  12. Shine and Shade
  13. Hallelujah

Setlist Amaranthe

  1. Fearless
  2. Viral
  3. Digital World
  4. Hunger
  5. Find Life
  6. Make It Better
  7. Strong
  8. Helix
  9. Maximize
  10. Crystalline
  11. Dynamite
  12. The Nexus
  13. Amaranthine
  14. Call Out My Name
  15. Archangel
  16. That Song
  17. Drop Dead Cynical

Comments are closed.