Sleep Token Take Me Back To Eden
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Sleep Token – Take Me Back To Eden

I will travel far beyond the path of reason
Take me back to Eden

Non sono molte le band capaci di far parlare così tanto di sé, facendo schizzare l’hype alle stelle e incuriosendo anche chi non ne è mai stato fan. E sono ancora meno quelle che riescono effettivamente a soddisfare le aspettative. Gli Sleep Token rientrano in entrambe le categorie, e lo confermano con il loro attesissimo album “Take Me Back To Eden”.

Prima di parlarne, è doverosa una breve (brevissima) introduzione per chi non conoscesse la band. Gli Sleep Token nascono in UK nel 2016, e da allora mantengono il totale anonimato. Già apprezzati da chi bazzicava la scena Alternative ben prima dell’avvento di TikTok, è proprio sul social network cinese che sono esplosi di recente. Giusto per dare un’idea: 4 su 6 singoli usciti per promuovere l’album sono finiti velocemente nella Top 10 della playlist Viral 50 Global di Spotify.

Tornando a “Take Me Back To Eden”, l’album si apre con i 5 notissimi singoli, che i fan (vecchi e nuovi) hanno già ascoltato in loop: lo dimostra il fatto che il meno ascoltato ha più di 2 milioni di play. “Chokehold” è un’opener perfetta: riassume benissimo lo stile della band, con voci solide e impeccabili su una base strumentale fatta di tastiere, chitarre basse e dissonanti e un mood malinconico. Tocca poi a “The Summoning”, senza dubbio il pezzo più noto e forse il più amato, con i suoi synth eccentrici e le chitarre aggressive: un gioco di contrasti inaspettati, che rende il brano praticamente perfetto. La terza traccia è “Granite”, una canzone ben più standard sia a livello musicale, sia a livello vocale: rimane in testa, ma non è uno dei brani migliori dell’album. Si viene poi trascinati nella bellissima melodia di “Aqua Regia”, una ballad raffinata suonata al pianoforte, impreziosita da tocchi elettronici e chitarre pulite. E poi “Vore”, in cui spiccano le sonorità blackgaze.

A metà album arriva finalmente il momento di ascoltare i pezzi nuovi, con la curiosità a livelli inimmaginabili. In “Ascensionism” sentiamo influenze screamo e sonorità trap, con un finale in cui sembra quasi di sentire i Meshuggah: un mix che lascia quasi spaesati al primo ascolto. Il brano cede il passo a “Are You Really Ok?”, una ballad dal sound pop-rock che facilmente diventerà un pezzo mainstream: eppure, gli Sleep Token riescono a renderla catchy e interessante, trasformando l’ordinario in straordinario. Continuiamo con “The Apparition”, in cui la voce di Vessel è la protagonista indiscussa: potrebbe cantare la lista della spesa, e tutti ne resterebbero ammaliati.

È poi il momento di un altro singolo già conosciuto, forse quello che più ha turbato i fan. “DYWTYLM” è pop elettronico, l’ultimo brano pubblicato prima dell’uscita dell’album, quasi a voler spiazzare chiunque e lasciar intendere che non sarà un lavoro banale e scontato. Riprendiamo con le novità, arrivando alla chiusura dell’album. C’è del metalcore in “Rain”, che si sviluppa su una solida melodia di pianoforte cadenzata da suoni chunky e un ritmo sincopato. La title track “Take Me Back To Eden” sembra incapsulare tutto l’album in poco più di 8 minuti: ha tutte le carte in regola per diventare una delle canzoni più belle della band. Ultima, bellissima traccia è “Euclid”: un finale agrodolce, con passaggi corali e malinconiche melodie al pianoforte che fanno venire voglia di riascoltare tutto da capo.

Non bisogna fermarsi alla prima impressione ascoltando “Take Me Back To Eden”. Per apprezzarlo, va ascoltato più volte, immergendosi totalmente nell’atmosfera misteriosa e onirica che solo gli Sleep Token riescono a creare. Non è un disco metal, non è un disco pop: è una commistione di generi, qualcosa di fresco di cui avevamo bisogno. Tra gli album più interessanti usciti nei primi mesi del 2023.

Tracklist

01. Chokehold
02. The Summoning
03. Granite
04. Aqua Regia
05. Vore
06. Ascensionism
07. Are You Really Ok
08. The Apparition
09. DYWTYLM
10. Rain
11. Take Me Back To Eden
12. Euclid

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