Il venerdì sera è il momento più bello della settimana. Dopo cinque lunghi giorni di stress, noie e responsabilità arriva finalmente il momento di staccare, lasciarsi alle spalle tutto il resto e dedicarsi ad una bella bevuta con amici, iniziando così due giorni – forse – pienamente per noi stessi. Cosa dite? Non esiste niente di meglio? E se tutto questo avvenisse ad un concerto metal?

Dopo la breve pausa natalizia varie band iniziano a tornare in tour e a portare calore dalle gelide lande del Nord Europa verso il Live Club di Trezzo sull’Adda sono stati, ieri sera, i Katatonia e i Sólstafir, accompagnati per l’occasione dagli statunitensi Som. Sono proprio questi ultimi ad aprire le danze, davanti ad un pubblico già presente in un buon numero – gran parte del quale con la canonica prima birra del venerdì in mano. La band, che ha pubblicato da circa un anno il secondo album “The Shape Of Everything”, si presenta con un sound fortemente etereo e dalle tinte prevalentemente post metal e, nonostante un mix non perfetto che va leggermente a penalizzare voce e batteria, tiene bene il palco, riuscendo a intrattenere i presenti. Capiamoci, quanto espresso dai Som non è nulla di nuovo, ma gli statunitensi riescono a giocare molto bene sui contrasti e riff pesanti come macigni si abbinano perfettamente ai vocalizzi e ad un wall of sound prevalentemente melodico e atmosferico.

Meno di mezz’ora e possiamo assaporare la prima delle due portate principali. I Sólstafir salgono sul palco, dopo una lunga intro strumentale, con il loro look stravagante, che si riflette su un sound particolare e molto difficile da identificare. Partiti come band black metal quasi 30 anni fa, la compagine islandese ha accolto negli anni sempre più influenze post e viking e tutte queste anime convivono in brani molto lunghi e non sempre semplicissimi da assimilare a primo ascolto. Quello che sicuramente non manca alla band di Reykjavik, oltre a indiscutibili doti tecniche, è la capacità di tenere il palco e di riuscire a coinvolgere il pubblico. Effettivamente, pur vedendo per la maggior parte magliette a tema Katatonia, non sono poche le persone venute appositamente per i Sólstafir e che hanno potuto godere di una scaletta importante, che ha attraversato quasi tutta la carriera della band, dando leggera preferenza a Ótta e Köld, probabilmente gli album più apprezzati dai fan.

Setilist Sólstafir

Náttmál
Köld
Melrakkablús
Bloodsoaked Velvet
Rökkur
Fjara
Ótta
Goddess of the Ages

Quando si parla di leggende del panorama metal europeo le aspettative sono costantemente alte e non è sempre semplice riuscire a rispettarle. Ma per i Katatonia questo non sembra mai essere stato un problema. Attivi da oltre 30 anni, gli svedesi, attraverso cambi di genere e line up non hanno mai tradito le aspettative tanto in studio, quanto in sede live. Il nuovo album “Sky Void Of Stars”, pubblicato poche settimane fa, ne è l’ennesima conferma e la voglia di rivedere la band in azione dopo la pandemia, per ascoltare anche i brani di “City Burials” – uscito proprio nel 2020 –, era alle stelle.

La doppietta iniziale è dedicata proprio al nuovo arrivato: “Austerity” e “Colossal Shade” si abbattono senza pietà sul pubblico – la prima con qualche problema di mix, immediatamente risolto – e i presenti non si fanno pregare, dimostrando di apprezzare e conoscere bene i nuovi pezzi, nonostante la brevissima finestra temporale passata dalla pubblicazione. “Sky Void Of Stars” è quindi il protagonista della scaletta, ma viene dato anche spazio a lavori più datati, in particolar modo al capolavoro “The Great Cold Distance”, con esibizioni di “Deliberation” e “My Twin” semplicemente da brividi.

Pur senza il chitarrista Anders Nyström, rimasto a casa per motivi familiari ed egregiamente sostituito da Nico Elgstrand, la band è chirurgica e affiatata sul palco, riservando anche un invidiabile contatto con il pubblico. Jonas Renske scambia diverse parole con i fan tra un brano e l’altro e si diverte nel suo ruolo di frontman, senza concedersi sbavature dietro al microfono. Il resto della band lo segue in un’esibizione degna del nome che porta: non importa che mostrino le devastanti sfuriate di “Forsaker” o la poesia di “Old Heart Falls”, il risultato è sempre quello di una performance ai limiti della perfezione.

Dopo oltre un’ora, l’encore è costituito da due gemme assolute come “July” e “Evidence”, che mettono fine ad una serata entusiasmante quanto divertente. Difficile non tornare a casa soddisfatti dopo un venerdì sera passato davanti a mostri sacri del genere. La speranza è quella di non dover aspettare altri sette anni prima di rivedere i Katatonia dalle nostre parti.

Setlist Katatonia

Austerity
Colossal Shade
Lethean
Deliberation
Birds
Behind the Blood
Forsaker
Opaline
Buildings
My Twin
Atrium
Old Heart Falls
Untrodden
July
Evidence

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