Steven Tyler è sotto processo con l’accusa di aver abusato sessualmente di una minorenne negli anni Settanta. Il nome del cantante degli Aerosmith non era ancora stato reso pubblico fino ad oggi (3 febbraio), ma Rolling Stone aveva già fatto trapelare la notizia consultando gli atti del processo e risalendo a Tyler grazie al nome della presunta vittima e querelante, Julia Halcomb.

La vicenda

Il fatto risale al 1973, anno in cui Steven Tyler e Julia Halcomb iniziarono una relazione durata poi tre anni, periodo in cui i due avevano vissuto insieme. La convivenza venne citata da Tyler nella sua autobiografia, in cui non fece nessun nome ma sostenne di aver “quasi sposato un’adolescente” e che i suoi genitori si erano invaghiti di lui, firmando addirittura un documento che concedeva al cantante la custodia della ragazza in modo che non venisse arrestato nel caso l’avesse portata fuori dallo Stato (pratica illegale per i minorenni negli Stati Uniti). Julia Halcomb sostiene di aver conosciuto Tyler durante un concerto a Portland (Oregon, Stati Uniti) e in quell’occasione il cantante l’avrebbe condotta in un hotel dove i due avrebbero parlato dei problemi personali dell’allora sedicenne. Dopodiché, Tyler avrebbe abusato di Halcomb ben consapevole della sua età. La querelante – ora una donna di 65 anni – afferma che all’epoca “non era in grado di opporre resistenza al potere, alla fama, ai soldi” di Tyler, il quale l’avrebbe spinta a credere che la loro fosse una relazione romantica. Nel 1974, i due hanno iniziato una convivenza che avrebbe portato alla gravidanza dell’accusatrice, la quale afferma che Tyler l’avrebbe convinta ad abortire dopo pesanti insistenze e con la minaccia di abbandonarla. Dopo l’aborto, la relazione tra i due sarebbe giunta al termine e Halcomb sarebbe tornata in Oregon per ritirarsi a vita privata.

La legge californiana

La causa è stata intentata ai sensi della legge dello Stato della California che consente alle vittime adulte di denunciare le aggressioni sessuali subite mentre erano minorenni; tale legge, nominata la Child Victims Act, è stata emanata nel 2019 e consentiva alle vittime di violenza un tempo di tre anni (fino al 2022) per esporre eventuali denunce. L’accusa di Julia Halcomb è arrivata il giorno della scadenza di tale possibilità, il 31 dicembre 2022.

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