È estate, la giornata è calda ma non come nei giorni precedenti, ci si dirige verso il mitico autodromo di Imola, da sempre sede di tantissimi concerti leggendari. Ci sono le birrette fresche, c’è il food truck con i panini e le piadine, tanti amici da incontrare e l’attesa per un grande live da vedere, quello dei Placebo, una band che non ha bisogno di presentazioni. C’è tutto quello che serve tranne una cosa: i cellulari. Brian Molko e soci sono più che intransigenti, niente foto o video durante il loro show, pena l’interruzione del live. È con queste premesse che si parte con la data in Emilia-Romagna della band britannica, la terza delle cinque previste nel nostro paese; i Placebo hanno già fatto parlare di sé durante queste date quando, dal palco di Torino, Brian Molko ha insultato, in italiano ineccepibile, la premier Giorgia Meloni per le sue politiche discriminatorie verso la comunità LGBTQ+ e verso gli stranieri, cosa che ha scatenato non poche polemiche, ma anche la policy anti cellulari non è stata da meno. Dopo un breve ma molto intenso live degli italiani Peaks!, appare sugli schermi un messaggio registrato in cui Brian e Stefan chiedono ai loro fan di evitare di fare foto e video. Per cui, quando la band appare sul palco ci troviamo di colpo riportati indietro di 20 anni – ovviamente per chi può ricordare una vita in cui non era possibile mostrare ogni secondo della propria vita al mondo.

L’esperienza lascia perplessi molti ma incuriosisce i più, a un certo punto diventa quasi liberatorio; i Placebo sono una band rodata nei live e piena di carica ed energia, il tour in corso promuove l’album ”Never Let Me Go”, uscito l’anno scorso, quindi si parte immediatamente con brani tratti appunto da questo disco: “Forever Chemicals“, ”Beautiful James”, “Hugz” e ”Happy Birthday in the Sky” si susseguono in fila proprio come nell’album e il pubblico si riscalda in fretta. L’assenza (o quasi) di distrazioni digitali lascia agli avventori poche possibilità se non cantare, ballare e godersi la musica. Brian Molko e Stefan Olsdal spaziano a ritroso nella propria discografia con una ispiratissima ”Too Many Friends”, sostenuti con maestria da ben quattro turnisti che aggiungono la giusta pienezza a ogni brano suonato. Poco prima di eseguire “Went Missing”, sempre tratta dall’ultimo disco, Brian Molko deve bacchettare qualche indisciplinato tra il pubblico che non resiste a cercare di catturare qualche immagine ”proibita” dello show, addirittura minacciando di interrompere l’esibizione. Non c’è aggressività nel cantante ma si percepisce l’importanza, per il gruppo, di questo dettaglio: di sicuro la cosa fa storcere il naso ma tant’è, la pausa dura poco e il concerto riprende senza intoppi, con un paio di grandi classici, ”Song To Say Goodbye” e ”The Bitter End” e un preziosissimo tuffo nel passato con una incendiaria, bellissima ”Infrared”.

L’encore viene chiamato a gran voce dal pubblico e i Placebo si fanno attendere poco: eseguono subito la loro versione di ”Shout”, il classico dei Tears For Fears che fa ballare tutto il pubblico, anche le crew del campionato di moto SKB che campeggiano nell’autodromo poco distanti dall’area del concerto. La chiusura del set è affidata a ”Fix Yourself”, ancora dall’ultimo disco ”Never Let Me Go”: al grido di ”Go fix yourself/ Instead of someone else” band e pubblico diventano una cosa sola, dimenticati definitivamente dissapori e cellulari. Come ultima chicca prima di andare via, i Placebo propongono la loro storica cover di “Running Up That Hill (A Deal With God)” di Kate Bush, registrata come bonus track di uno dei loro capolavori ”Sleeping With Ghosts”.

Lo spettacolo proposto dalla band britannica è puro rock senza fronzoli e, nonostante tutto, l’idea di lasciare da parte smartphone e social offre una prospettiva inedita ma non del tutto sbagliata: godersi il momento e lo spettacolo di una band storica, liberarsi dell’ansia di dover sempre mostrare la propria vita in diretta. Sicuramente qualcosa su cui riflettere, tra una foto rubata e l’altra.

Setlist

Forever Chemicals
Beautiful James
Scene of the Crime
Hugz
Happy Birthday in the Sky
Bionic
Surrounded by Spies
Sad White Reggae
Try Better Next Time
Too Many Friends
Went Missing
For What It’s Worth
Slave to the Wage
Song to Say Goodbye
The Bitter End
Infra-red
Shout (Tears for Fears cover)
Fix Yourself
Running Up That Hill (Kate Bush cover)

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