NUOVE USCITERECENSIONI

Silent Skies-Nectar

Quando si incontrano due musicisti di talento, padroni di una forte cultura musicale, è impossibile non essere affascinati ed attratti, guidati da una magnetica curiosità ed aperti alla scoperta di mondi nuovi. I Silent Skies rappresentano proprio questo e rimangono un mondo unico e parallelo. L’unione del cantante e leader degli Evergrey Tom S. Englund e del talentuoso pianista e polistrumentista statunitense Vikram Shankar ci catapulta in un mondo etereo, dove tutto rallenta e si sedimenta con lentezza, ma in modo incisivo, tra richiami cinematografici e sensazioni malinconiche tipiche delle terre scandinave. “Nectar” è il secondo album del gruppo, a testimonianza del fatto che il debutto “Satellites” di due anni fa non rappresentava solamente la voglia di sviluppare un progetto parallelo, ma è sempre stato qualcosa di più concreto, definito e vivo.

Echi lontani ed eterei introducono questo secondo album con il brano “Fallen From Heart” che con i suoi sei minuti riesce a farci immergere in un mondo lontano e sognante.  Brani come “Taper” e “Closer”  risultano spogliati di ogni orpello o sovrastruttura non necessaria, ma sono semplicemente emozioni in musica, date dalla voce di Tom e dal pianoforte deciso e scarno che tocca il profondo più intimo.  “Neverending” ha invece un mood leggermente più aperto e meno malinconico, lasciando un senso di speranza e di positività. Senso che si ha anche con la cinematografica “Let It Hurt”, che fonde archi e cori vocali più moderni, o all’interno dell’onirica “Better Days”. In questo percorso è piacevolissimo anche perdersi tra la dolcezza di “The One” ed il caleidoscopio di colori e di sensazioni di “Cold” che gioca tra suoni moderni a volte decisi, a volte sussurrati, ed il violoncello di Raphael Weinroth-Browne, perfetto tappeto sonoro di un brano maestoso.

Menzione ultima per quelle che forse sono le due gemme più preziose di questo lavoro. Il singolo di lancio “Leaving” ritrae al meglio dal punto di vista musicale lo spirito ed il cuore di questo progetto, presentato con un video evocativo, tra luoghi selvaggi del grande Nord ed un pianoforte che prende fuoco tra fiamme sempre più alte. La conclusiva title track, invece, è un brano strumentale che tocca le corde emozionali più profonde e sarebbe una perfetta colonna sonora per un film intenso e coinvolgente.

Pensare che un disco del genere possa essere ripetitivo, o toccare solamente alcune sfumature sonore, è l’errore più grande e superficiale che si possa commettere. In “Nectar” troviamo un caleidoscopio di emozioni e di melodie incisive, toccanti e profonde. Una perfetta armonia tra la voce, l’interpretazione profonda dei testi ed un tappeto sonoro mai banale, a volte scarno ed esile quanto basta, a volte più strutturato per donare maggiore sostanza ai brani, spesso con il supporto importante del violoncello di Raphael Weinroth-Browne.

Tratti malinconici, echi di speranza, sensazioni che attraversano una vita intera, il tutto portato alla luce con talento e un’anima che, seppur risulti musicalmente distante dal rock e dal metal, ne porta in seno le stesse frequenze, riconoscendosi in maniera molto similare nel profondo malinconico ed oscuro di molte composizioni. Frequenze che danzano tra un perfetto taglio cinematografico, musica che sembra composta apposta per scrutare l’orizzonte innevato di terre del Nord, ideale compagna di un viaggio interiore che, prima o poi, tutti affrontiamo.

Tracklist

01. Fallen From Heart
02. Taper
03. Neverending
04. Let It Hurt
05. The One
06. Leaving
07. Cold
08. Better Days
09. Closer
10. Nectar

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