Sanguivore
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Creeper – Sanguivore

I was the night, you the terrifying light
And our kiss could end a life

Sanguivoro: dal lat. tardo sanguivŏrus, composto da sanguis ‘sangue’ e -vŏrus ‘-voro’; letteralmente “che si nutre di sangue”.

Un banale esempio di questa categoria sono le zanzare, ma è difficile che qualcuno le abbia chiamate in questo modo. Altrettanto si può dire di quei personaggi che più notoriamente di tutti placano la propria sete con quanto scorre nelle nostre vene: i vampiri. Queste creature notturne, fin dalla loro introduzione nel folclore di popolazioni antiche, arrivando alla loro popolarizzazione nel secolo scorso, sono i protagonisti di numerosissime storie, raccontate in forma orale, scritta o visuale.

Si aggiunge a questa chilometrica lista “Sanguivore”, terzo album in studio dei Creeper. Il quintetto di Southampton, che già aveva accennato a queste creature nel loro ricco repertorio – 2 album e 6 EP in meno di 10 anni –, decide ora di dedicare un intero concept album ai mostri succhiasangue, in particolare alla coppia Spook e Mercy e alla cosiddetta Ghost Brigade, introdotta nell’omonimo singolo uscito un anno fa, ma assente dalla tracklist del disco.

Il gruppo di Will Gould (che per quest’opera diventa William von Gould) si conferma ancora una volta una delle realtà più interessanti del panorama rock moderno. Sarebbe sicuramente stato azzeccato per questo concept un ritorno all’horror punk dell’esordio (“Eternity, in Your Arms”, 2017); e magari sarebbe stato pure interessante una storia di vampiri che se la spassano a suon di glam rock, in linea col secondo disco (“Sex, Death & the Infinite Void”, 2020). Invece i Creeper decidono di cambiare ancora le proprie vesti, dipingendole tutto di nero e gettandosi a capofitto nel mondo goth, pur non rinunciando però alle influenze precedenti. Con l’aiuto del produttore Tom Dalgety (“Royal Blood” e “Prequelle” sono solo due dei tanti dischi a cui ha lavorato), riescono a portare a casa un altro stupendo lavoro.

Il concept si apre con “Further Than Forever”, che potrebbe essere l’ouverture di un musical: in 9 minuti si alternano parti gotiche, cavalcate heavy metal anni ’80 (à la Judas Priest oppure Ozzy Osbourne degli inizi, per intenderci), sezioni parlate (da Dalgety) che ricordano certe colonne sonore di fantascienza e sfarzosi cori nella tradizione del rock wagneriano del duo Meat Loaf-Jim Steinman, con il piano di Hannah Greenwood melodicamente centrale.

Se si volesse tentare di riassumere le influenze da cui hanno attinto stavolta i giovani inglesi, si potrebbe dire che hanno pescato un po’ da tutti gli anni ’80 e la prima traccia ci dà solo un assaggio di quanto troveremo nella mezz’ora rimanente.

“Cry To Heaven”, il primo singolo del disco, introduce Mercy, il vampiro femminile votato alla lussuria e alla sete di sangue (“She’s made of wet dreams and carnal urges”), con Gould e soci che ricordano non poco Billy Idol. “Lovers Led Astray” invece guarda al lato più goth del rock di quegli anni (Danzig e The Cult), alternando la chitarra di Ian Miles e la tastiera di Greenwood in un brano che farebbe tirar fuori dall’armadio il proprio chiodo anche al più convertito degli ex-metallari. “Black Heaven” è decisamente il pezzo in cui lo strumento di Greenwood spicca di più: un tributo al post-punk e al rock elettronico, in particolare a Depeche Mode e a The Sisters of Mercy – il nuovo look di Gould è un chiaro omaggio a Andrew Eldritch.

I Creeper non hanno scordato le proprie origini punk e le sfoggiano in 2 brani in stile Misfits: “Sacred Blasphemy”, guidata dal basso di Sean Scott, e “Chapel Gates”, che mostra un horror punk mutuato da melodie ramonesiane.

“The Ballad Of Spook & Mercy” è la ballad che spezza il disco, dalle atmosfere simili a Nick Cave ed Alice Cooper, che ci racconta del complicato rapporto tra i due succhiasangue. Qui Gould si lucida e mostra tutte le sfumature della sua voce, accompagnando l’ascoltatore in un bellissimo crescendo. Bellezza però battuta dalla conclusiva “More Than Death”, che bombarda di calore i nostri timpani a colpi di voce e pianoforte.

Il tocco di Dalgety si sente soprattutto in uno dei singoli, “Teenage Sacrifice”: qui il quintetto ricorda parecchio i Ghost, che però sembrano fondersi in qualche modo con i My Chemical Romance, realizzando un brano dalla spaventosa orecchiabilità – talmente efficace che viene ripresa dall’interlude “The Abyss” –.

Tirando le somme, “Sanguivore” è sicuramente un capolavoro, un album che probabilmente nessuno si aspettava dai Creeper degli esordi. Unica nota negativa, senza la quale sarebbe stato davvero un disco di una bellezza straordinaria, è la voce di Greenwood un po’ trascurata, cosa che non ci aspettavamo dopo gli episodi da protagonista dell’ultimo EP. Ma tolto questo, possiamo comunque affermare che la storia narrata da von Gould è una delizia per le nostre orecchie.

Tracklist

01. Further Than Forever
02. Cry To Heaven
03. Sacred Blasphemy
04. The Ballad Of Spook & Mercy
05. Lovers Led Astray
06. Teenage Sacrifice
07. Chapel Gates
08. The Abyss
09. Black Heaven
10. More Than Death

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