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The Amity Affliction – Not Without My Ghosts

Solitamente dopo  20 anni di attività o si fa un lavoro rivoluzionario o si decide di rimanere nella propria “comfort zone” aggiungendo se capita, qualche piccolo abbellimento. I The Amity Affliction scelgono la seconda opzione e a tre anni da “Everyone Loves You… Once You Leave Them”, in cui veniva confermata  una stabilità all’interno del panorama metalcore, senza riuscire a dare delle evidenti novità, pubblicano ora “Not Without My Ghosts”. L’album vira molto di più verso scream e growl rispetto agli ultimi lavori, diventando molto tenebroso e pieno di rabbia, tornando però sempre sulle stesse tematiche – la pandemia non ha certo contribuito ad ammorbidire gli animi e temi come salute mentale, religione e dolore sono sempre presenti. La copertina dell’album completa questo discorso alla perfezione, con un’atmosfera da film horror. 

Le dieci tracce sono molto corpose, quasi tutte arrivano ai 4 minuti di ascolto. “Show Me Your God” apre la scena con un pianoforte che enfatizza pienamente questa ambientazione terrificante e la parte corale vuole quasi far diventare reale l’artwork. Queste atmosfere oscure vengono amplificate con “It’s Hell Down Here”, che inizia con la voce clean di Ahren Stringer, accompagnata da chitarre importanti, in sintonia con il dialogo fra voce melodica e breakdown, diventando una sorta di conversazione fra divinità e umano. “Fade Away” e “Setting The Sun” continuano la dualità di cantati, e conducono alla metà del lavoro con la traccia più emblematica, “I See Dead People”, che tramite uno sfortunato segno del destino, vede la collaborazione del rapper australiano Louie Knuxx, deceduto nel 2021. Questa notizia rende la canzone ancora più carica emotivamente, con  una parte heavy che sovrasta tutta la scena e viene interrotta solo dalla parte rap di Knuxx.

“When It Rains It Pours”, oltre che per la collaborazione di Landon Tewers (cantante dei Plot In You), si fa notare per l’utilizzo di elettronica, mentre “The Big Sleep”, “Close To Me” e  “God Voice” continuano il dualismo già visto tra clean e scream, sempre più tendente verso il cantante Joel Birch. Si conclude in bellezza con il primo featuring al femminile con Phem che possiamo sentire nella conclusiva ballad “Not Whitout My Ghosts”:  chitarra, piano e atmosfera onirica si intrecciano in un sogno  ad occhi aperti, ma sempre in compagnia dei propri fantasmi. La voce della cantante americana produce un bel contrasto inaspettato, che fa tirare un respiro di sollievo proprio nel finale.

In conclusione i The Amity Affliction non sono riusciti a far emergere degli evidenti cambiamenti con questo ultimo lavoro, se non dare più spazio ad un lato estremo. I sentimenti sono autentici ma tutto il resto, forse, sa un po’ troppo di già sentito. 

Tracklist

01. Show Me Your God
02. It’s Hell Down Here
03. Fade Away
04. Death And The Setting Sun (feat. Andrew Neufeld)
05. I see Dead People (feat. Louie Knuxx)
06. When It Rains It Pours (feat. Landon Tewers)
07. The Big Sleep
08. Close To Me 
09. God Voice
10. Not Without My Ghosts (feat. Phem)

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