Tarja
Act I

2012, earMUSIC/Edel
Symphonic Metal

Per l'ex cantante dei Nightwish è tempo di bilanci e di scelte artistiche
Recensione di Luca Ciuti - Pubblicata in data: 22/08/12

Sei anni dopo la dipartita dai Nightwish è ancora difficile dare un giudizio univoco sulla carriera di Tarja Turunen. L’impressione è quella di un artista che a dispetto dei dischi, delle collaborazioni e dei tour in giro per il mondo, fatichi ancora a trovare la sua reale dimensione artistica. Come tutto ciò che punta a non scontentare nessuno, anche il repertorio di Tarja non suona né carne né pesce e il futuro, fra il sodalizio professionale con Mike Terrana e progetti estemporanei troppo artificiali per essere credibili, è più che mai un punto interrogativo. Restano come unici punti fermi il suo indiscutibile talento, la classe, l’approccio positivo nei confronti dei fans che, non a caso, sembrano davvero supportarla senza tregua e non ultimo, il ruolo decisivo del marito e manager Marcelo Cabuli, personaggio che si muove nell'ombra ma sempre più decisivo nella carriera della consorte.

Tralasciando per un attimo i possibili scenari, bisogna riconoscere che dai solchi di questo "Act I", primo disco live della sua carriera solista, emerge il profilo di un’artista poliedrica, molto diverso da quello riscontrato nelle fugaci apparizioni degli ultimi anni. “Act I” ha il suono di un vero disco live e anche se i pezzi sono un mix delle due esibizioni tenute, guarda caso, al Teatro El Circulo di Rosario, in Argentina (della serie: a pensare male si fa peccato, ma spesso si indovina…) a marzo di quest’anno, dicevamo, “Act I” ha molto da spartire a livello di feeling con i live di una volta, ci sono gli strumenti registrati in presa diretta dal mixer, una resa tutt’altro che perfetta ma estremamente calda, i piccoli errori, i ritorni in audio, il calore del pubblico e tutto il resto. Ben ventiquattro le canzoni totali, una generosa setlist che costituisce il compendio perfetto di una carriera ricca di sfumature.

Dentro “Act I” si trova un po’ di tutto, materiale a pioggia dai due dischi in studio, ma anche cover, medley e chicche inattese. Tanta carne al fuoco che non aiuta nell'intento di schiarirci le idee sulla cantante finlandese. Ancora una volta Tarja è pressoché inarrivabile sugli arrangiamenti orchestrali come nell’inedita “Into The Sun”, mentre mostra falle piuttosto evidenti quando si ostina ad atteggiarsi ad icona rock o peggio ancora, negli scialbi tentativi di imitare i Nightwish. Per dirla in maniera brutale, quasi tutto il suo repertorio solista suona come una versione annacquata dei suoi ex compagni, senza ovviamente eguagliarne gli standard qualitativi, né in termini di impatto emozionale, né a livello compositivo. Nessuno vieta a Tarja di tributare gli anni ’80 come autentica fonte di ispirazione, ma le cover di “Still Of The Night” e il medley “Where Were You Last Night / Heaven Is a Place On Earth / Livin’ On a Prayer” appaiono davvero fuori ruolo, penalizzate da arrangiamenti troppo approssimativi. Insomma, un passo falso ingiustificabile. Per cogliere appieno il talento di Tarja occorre scavare in profondità, fra i solchi della già citata “Into The Sun”, o nella ballad “Naiad”, un concentrato di emozioni notturne, fino a “Underneath” e “Tired Of Being Alone”, autentica chicca scritta a quattro mani col produttore tedesco Schiller. In questi brani drammatici ed evocativi i punti di contatto col suo passato più noto sono praticamente nulli e il talento del soprano finlandese, per lo più accompagnato da pianoforte e orchestra, emerge in tutto il suo splendore.

Cosa le manca per liberarsi del suo stato di grande ex incompiuta? Un abile compositore, una spalla che ricopra il ruolo che fu di Tuomas nei Nightwish capace di ricondurla alle sue origini, facendo sì che gli anni del symphonic metal restino soltanto un piacevole ricordo. Tarja è un talento della lirica cresciuto fra gli studi in conservatorio e la tradizione musicale della sua terra, senza un’adeguata spalla il rock n’roll non è cosa per lei, inutile girarci attorno. Se non acquisterà piena consapevolezza di questo, le prove tecniche di reunion si renderanno, prima o poi, inevitabili.





CD 1

01. Anteroom Of Death
02. My Little Phoenix
03. Dark Star
04. Naiad
05. Falling Awake
06. I Walk Alone
07. Little Lies
08. Into The Sun (previously unreleased)
09. Nemo (Nighwish)
10. Never Enough (previously unreleased)
11. Still Of The Night (Whitesnake)
12. In For A Kill

CD 2

01. Boy And The Ghost
02. Lost Northern Star
03. Ciaran‘s Well
04. Tired Of Being Alone (written with Schiller)
05. Where Were You Last Night / Heaven Is A Place On Earth / Livin’ On A Prayer (Medley)
06. Underneath
07. Oasis / The Archive Of Lost Dreams
08. Crimson Deep
09. The Phantom Of The Opera (Andrew Lloyd Webber)
10. Die Alive
11. Until My Last Breath
12. Over The Hills And Far Away (Gary Moore)

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