brujeria esto es brujeria recensione
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Brujeria – Esto Es Brujeria

Se dovessimo identificare un progetto musicale decisamente fuori dagli schemi, la nostra attività di ricerca non potrebbe che portarci ai Brujeria. Dalla release di “Pocho Atzlan”, avvenuta nel 2016, le notizie sulla band messicana sono state poche e decisamente frammentate; escludendo i singoli “Amaricon Czar” e “Covid-666”, nonché le varie vicissitudini che hanno riguardato la line up, non avevamo praticamente alcuna novità di rilievo che riguardasse l’attività della band. Tutto questo fino allo scorso luglio, mese in cui è stata annunciata l’imminente pubblicazione di “Esto Es Brujeria“, quinto studio album della formazione capitanata da Juan Brujo.

Il disco si presenta composto da ben 16 tracce, per una durata complessiva di circa 53 minuti che, ad un primo sguardo, potrebbero sembrare un’enormità per una band grindcore. Tuttavia, è bene ricordare che i Brujeria attuali sono molto distanti dalla band che, nell’oramai lontano 1993, compose “Matando Gueros”. Bastano le prime note di “Esto Es” per renderci conto di quanto finora detto; il pezzo è una vera e proprio introduzione al disco, che sfocia in un turbinio di riff distorti, cantato gutturale e, un po’ a sorpresa, delle melodie mariachi messicane!

Con “El Patron del Reventon” ed “Estado Profundo” troviamo altri elementi cari allo stile dei Brujeria. Nel primo caso, ad esempio, siamo accolti da una scarica di blast beat che ci fa capire che di melodie ce ne saranno poche ed il grosso dell’esperienza sonora passerà per le scorribande di El Hongo ed El Criminal, e del pogo che saranno capaci di generare in sede live. Nel secondo brano menzionato, invece, si fa spazio quella teatralità a cui il combo messicano ci ha abituato, parlando direttamente con lo spettatore e sconvolgendolo con delle verità tanto dirette quanto brutali.

Avevamo detto che 53 minuti potevano essere troppi per un disco del genere; ebbene, come si può scongiurare la monotonia in un album estremo? Semplicemente cercando di renderlo quanto più vario possibile, e “G-A-K” e “Tu Vida Loca” hanno proprio questo scopo: dare qualche boccata di aria fresca con le loro influenze death metal (da una parte) ed hardcore punk (dall’altra). Se con “Mexorcista”, “Perdido En El Espacio” e “Testamento 3.0” si può trovare il giusto mix tra mid-tempo e le solite frustate di chitarra e batteria, è con i singoli “Mochado” e “Bruja Encabronada” che il disco si presenta al grande pubblico.

Il secondo brano menzionato vede la partecipazione di Jessica Pimentel come voce ospite e tratta un tema dannatamente attuale: quello della violenza sulle donne che, nel pezzo in questione, decidono di prendersi la loro vendetta.

Se eravate alla ricerca di qualcosa di dissacrante, invece, “Politicamente Correctos”, “Lordi Nazi Ruso”, “Covid – 666” sono ciò che fa al caso vostro: canzoni imbottite con dosi abbondanti di ironia, frecciatine a presidenti ed alle tendenze degli ultimi anni, senza però dimenticare le classiche chitarre a motosega e fill di batteria che non lasciano scampo ai deboli di cuore. “Cocaina” è la cover finale che non ti aspetti che, però, siamo sicuri che riuscirebbe a strappare una risata anche a sua maestà Eric Clapton.

Ebbene, dopo poco meno di un’ora di ascolto, che cosa ci rimane di “Esto Es Brujeria”? Senza dubbio abbiamo l’impressione di un buon disco, che non reinventa la ruota, molto lontano dai fasti e dalla proposta del debut album del gruppo, ma che presenta la giusta varietà per non annoiare l’ascoltatore. Nonostante la farina sia quasi tutta del sacco di Shane Embury, tutti i brani fanno il loro dovere, tanto in cuffia quanto, immaginiamo, sulle assi di un palco, dove speriamo di rivedere presto i Brujeria, magari insieme ad un guarito Nicholas Barker.

Tracklist

01. Esto es Brujeria

02. El patrón del reventón

03. Estado profundo

04. Bruja encabronada

05. G-A-K

06. Tu vida loca

07. Mexorcista

08. Bestia de la muerte

09. Políticamente correctos

10. Mochado

11. Perdido en el espacio

12. Odio que amo

13. Testamento 3.0

14. COVID-666

15. Lord Nazi Ruso

16. Cocaína

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