Avere del tempo a disposizione, se usato bene, può portare a grandi risultati. Lo sanno i Can’t Swim, rock band americana che pubblica il nuovo EP “When The Dust Settles” proprio in questo periodo di quarantena.

L’EP contiene la versione acustica e rivisitata di quattro canzoni estratte da vari lavori che ripercorrono la loro carriera, a partire dal primo EP “Can’t Swim”, fino all’album “This Too Won’t Pass”. “A volte viene naturale immaginare in modo diverso delle canzoni che suoni ogni sera”, afferma il cantante Chris LoPorto per spiegare l’idea che ha portato a questa rivisitazione, favorita anche dal periodo di isolamento che siamo costretti ad affrontare. Questo lavoro di rinascita fa in modo che ogni traccia assuma un significato e un’atmosfera del tutto nuovi rispetto all’originale. Dove i brani si presentavaono più energici, vengono spogliati della loro potenza, facendo risaltare ancora di più la crudezza dei testi, che prima veniva in qualche modo attutita dagli strumenti. Nei punti in cui la voce di LoPorto esplodeva, ora diventa molto più dolce e i ritornelli sono quasi dei suadenti sussurri.

Ma il vero protagonista di questo EP è il pianoforte, che, uniforme in tutte le tracce, spicca fin dall’opener “Sometimes You Meet The Right People At The Wrong Times”, dove sostituisce buona parte degli strumenti presenti nella versione originale, con la chitarra acustica solo accennata nel finale, come elemento quasi accessorio. A queste fondamenta, vengono amalgamate, in alcuni casi, anche influenze elettroniche, come in “Death Deserves A Name”.

Con “When The Dust Settles”, i Can’t Swim si mettono a nudo, proponendosi in una nuova veste: la polvere descritta nel titolo si posa metaforicamente su ogni canzone, facendole acquisire un nuovo aspetto e un nuovo colore.

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