NUOVE USCITERECENSIONI

Dark Funeral – We Are The Apocalypse

A sei primavere dall’ultima fatica in studio, quel “Where Shadows Forever Reign” che fungeva da reale sequel dell’indimenticabile esordio “The Secrets Of Black Arts” (1994), i Dark Funeral, con “We Are The Apocalypse”, appongono il settimo sigillo di una carriera tanto estesa cronologicamente quanto relativamente misurata in termini di release. Un nuovo capitolo che porta su di sé il difficile compito sia di dare un degno seguito all’ottimo predecessore sia di rinfrescare uno stile comunque assai codificato e che da anni ricalca bene o male i medesimi tropi, benché poi i risultati non siano mai stati davvero deludenti. Premessa fondamentale per non cadere nell’errore di considerare il presente LP degli svedesi il primo colpo a vuoto della loro discografia, dal momento che alcuni cambiamenti qui e là potrebbero far storcere il naso agli oltranzisti duri e puri.

Ciò che salta immediatamente all’orecchio riguarda la produzione, la cui natura, molto diversa rispetto alle consuetudini, influenza profondamente la fisionomia complessiva del platter, al di là delle scelte in sede di scrittura, invero non così rivoluzionarie. La decisione di collocare l’eclettica voce del singer e co-writer Heljarmadr innanzi agli strumenti provoca delle conseguenze se vogliamo singolari per una band che sul wall of sound colossale e impattante ha costruito la propria identità. Da un lato le chitarre vengono spinte in fondo al mix, ruminando pastose e smussate della gelida letalità che da sempre caratterizza il black degli scandinavi, dall’altro non ricevono il giusto risalto né il basso di Adra-Melek né il lavoro al drumkit di uno Jalomaah che, accanto agli egemoni blast beat, alterna un pregevole gioco di tom, cembali e doppia cassa.

Queste scelte non intaccano comunque la buona scrittura dei pezzi in mid-tempo, nei quali la potenza non rappresenta l’obiettivo principale da perseguire. Il gruppo, rallentando il passo, riesce a generare suggestive atmosfere infero-crepuscolari e a lasciare spazio, oltre a richiami classic metal e a una gradevole vena catchy, a linee melodiche pregne di cupa epicità, malgrado oggi non efficaci al pari del passato (basti solo pensare alla vecchia “Goddess Of Sodomy”). Le esoteriche “Let The Devil In” e “Leviathan”, la cadenza funebre di “When I’m Gone”, l’orrore spettrale di “Nosferatu”, composta per il centenario dell’omonimo film muto di Friederich Wilhelm Murnau, magari appariranno pachidermiche agli abitudinari della mattanza senza freni, ma di certo non insoddisfacenti. Quando, invece, l’ascia del diabolus ex machina Lord Ahriman e il dirimpettaio ritmico Chaq Mol abbandonano ogni velleità di compromesso, emerge la discutibilità delle scelte insolite dietro la console. Le mitragliate frenetiche à la “The Arrival Of Satan’s Empire” (“Nightfall”, “When Our Vengeance Is Done”), la coppia bestiale, in stile “Vobiscum Satanas”, che sputa sangue dalla gola infetta (“A Beast To Praise”, “Beyond The Grave”), una title track che oscilla cupa tra l’apocalittico e il furore divino, ustionerebbero a dovere qualora le briglie messe in cabina di regia fossero state allentate con decisione.

La genetica dei Dark Funeral resta la stessa, come testimonia l’artwork di Marcelo Velasco che aggiorna, senza stravolgerle, le affascinanti copertine del periodo blu a firma Necrolord, eppure non bisogna sottovalutare il desiderio del quintetto di rimescolare un po’ le carte, a costo, talvolta, di pagare dazio. “We Are The Apocalyse” possiede lo stigma dell’opera di transizione: suona forse più stimolante del parossismo monocorde di “Attera Totus Sanctus” e “Angelus Exuro Pro Eternus”, tuttavia, in confronto a essi, quando si tratta di sferrare i proverbiali assalti all’arma bianca, si percepisce una maggiore tendenza all’autocontrollo. Le fanfare di Satana sembrano meno trionfali, e questo, probabilmente, è anche un segno dei nostri tempi.

Tracklist

01. Nightfall
02. Let The Devil In
03. When Our Vengeance Is Done
04. Nosferatu
05. When I’m Gone
06. Beyond The Grave
07. A Beast To Praise
08. Leviathan
09. We Are the Apocalypse

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