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Get Rollin’ – Nickelback

I Nickelback fanno parte di un corredo musicale che noi Millennials ci portiamo dietro dall’adolescenza. Qualche residuo di “How You Remind Me” riecheggerà sempre fra le pieghe del nostro cervello facendoci piombare nella più cupa nostalgia e lasciandoci con una domanda esistenziale complicatissima: quando è che i Nickelback sono diventati l’emblema del Dad Rock? C’erano prima i Nickelback o l’Adult Rock?

Mentre noi cerchiamo una risposta, i Nickelback continuano a fare il loro mestiere. Dopo 5 anni dall’ultimo album “Feed The Machine”, la band di Chad Kroeger torna con “Get Rollin’“. Le premesse per questo decimo album erano chiare, vogliono il rock e lo vogliono duro: almeno questo è quello che ci hanno raccontato con “San Quentin”, singolo anticipatore e opener dell’album.

Diciamolo subito, “San Quentin” è il pezzo dell’album che più tiene fede alla promessa. I riff sinceri di Ryan Peake, i vocals incisivi di Chad, il bridge col giusto pathos: sono gli ingredienti di un rock-cocktail misurato che non ti sballa al primo sorso e non ti lascia i postumi della sbornia per 3 giorni. Perfetto per l’adult (rock).

Gli ingredienti di partenza di “Skinny Little Missy” e “Vegas Bomb” sono simili, ma il risultato è fin troppo annacquato: “Skinny Little Missy” azzoppata da un refrain troppo ripetitivo, “Vegas Bomb” da un riff piatto e prevedibile.

Per il resto, il rock “duro” lo si scorge a malapena fra i brani in stile power ballad. Refrain appesantiti da echi démodé (“Does Heaven Even Know You’re Missing”), vocals ovattati (“Those Days”), ritmi frenati (“Horizon”), ci fanno piombare in un déjà vu estenuante, con la convinzione di avere già sentito qualche traccia come tappeto musicale in una puntata di Dawson’s Creek. Anche “High Time”, brano gradevole dal sentore country, si confonde nella nostra memoria con All Summer Long di Kid Rock (che a sua volta partiva da un sample dei Lynyrd Skynyrd).

Riassumendo, con “Get Rollin’” i Nickelback non reinventano la ruota. “San Quentin” e “Steel Still Rusts” alzano il livello complessivo dell’album, ma una produzione molto lineare e tecnicamente ineccepibile con layer multipli di muri sonori, toglie quella genuinità che serve al rock per lasciare il segno.

Tracklist

  1. San Quentin
  2. Skinny Little Missy
  3. Those Days
  4. High Time
  5. Vegas Bomb
  6. Tidal Wave
  7. Does Heaven Even KnowYou’re Missing?
  8. Steel Still Rusts
  9. Horizon
  10. Standing in the Dark
  11. Just One More

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