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Depeche Mode – Memento Mori

È il 26 maggio 2022 quando il co-fondatore, tastierista, manager, e collante dei Depeche Mode Andrew “Fletch” Fletcher annuncia la sua stessa dipartita, silenziosa, in accordo con la sua personalità, lontano dai riflettori che hanno sempre puntato sulla voce e sul mastermind del gruppo, Dave Gahan e Martin Gore rispettivamente. Una perdita inaspettata e incolmabile, che ha avuto un sonoro impatto nel mondo della musica contemporanea assieme alle grandi personalità di spicco che ci hanno lasciato lo scorso anno. Dunque altrettanto forte era l’aspettativa nei confronti del nuovo album in studio della band di Basildon, rimasta con soli due componenti i quali, come dichiarato da loro stessi in numerose interviste, si sono interfacciati direttamente dopo tanto tempo e, guidati dallo spirito di Fletch a cui “Memento Mori” è dedicato, hanno proseguito l’opera. La scelta della celebre locuzione latina come titolo del nuovo album che fa seguito a “Spirit” 6 anni dopo – emblematica visti i tempi odierni di pandemia che ci hanno ricordato quanto sottile sia la linea tra vita e morte e contemporaneamente quanto la prima sia costituita di momenti da esperire al massimo – è stata fatta tempo prima rispetto all’accaduto, così come i brani erano già stati delineati; certamente però, in seguito alla notizia, il tutto ha assunto i contorni di una incredibile coincidenza.

Queste le premesse generali riguardo le tematiche di quello che possiamo definire il primo vero concept album dei Depeche Mode: lasciamo da parte la vena politica che aveva caratterizzato il precedente lavoro in studio per intraprendere 12 viaggi sinestesici di suoni ed immagini, alcuni davvero cinematografici, che esplorano gli aspetti più intimi e controversi, luci ed ombre dell’animo umano alla ricerca introspettiva di una certa atarassia epicurea, una redenzione terrena prima di varcare la soglia dell’oltretomba. La supervisione del lato tecnico è affidata al produttore del precedente “Spirit” James Ford affiancato da Marta Salogni, affermata seppur giovanissima ingegnera del suono (nonché nostra connazionale), che, per questo lavoro in studio, hanno fatto presa sulla memoria collettiva: come Proust e le sue madelaines, la nostra traccia mnestica non può non trovare richiami precisi ad ere gloriose, il debutto “Speak & Spell” e la consacrazione oltreoceano “Music For The Masses” sopra tutti, con un massiccio utilizzo dei sintetizzatori e drum machine e poco spazio alle chitarre elettriche.

“Memento Mori” si apre con una rivendicazione forte e chiara del diritto di proprietà inviolabile nei confronti della nostra stessa vita, “My Cosmos Is Mine”, che si sviluppa su una serie angosciante di armoniche e che mette inoltre al centro il ripudio della guerra e delle sue morti insensate – argomento di cocente attualità. Più luminosa invece è “Wagging Tongue” il cui post-chorus si costruisce attorno a sonorità che fanno eco a “Precious” di “Playing The Angel”, e in cui le armonizzazioni ad incastro perfetto del duo Gahan – Gore cantano e contemporaneamente colmano in parte il vuoto della perdita dei nostri cari “angeli”. È il carisma depechemodiano che trasuda “Ghosts Again” che ha fatto sì che il brano diventasse singolo di punta del lotto: il pezzo è accompagnato dal suggestivo video girato dal fedele fotografo Anton Corbijn in cui Gahan e Gore giocano a scacchi come nel film capolavoro “Il settimo sigillo” di Ingmar Bergman, e la stesura è frutto di una collaborazione su più brani tra Gore e Richard Butler (Psychedelic Furs) e che vede ai cordofoni la partecipazione del musicista di fama internazionale Davide Rossi.

Successivamente troviamo “Don’t Say You Love Me”, ballad che si sovrappone di strati sonori fino ad esplodere con tutta la strumentazione, e “My Favourite Stranger”, rivestita di un alone di mistero da film di spionaggio. La celestiale “Soul With Me” segna il momento per ascoltare la voce pura di Gore in gran spolvero; e “Caroline’s Monkey” strizza l’occhio a “Strangelove” di “Music For The Masses”, e il cui ritornello a mo’ di gioco di parole assonanti è memorabile (“Fading’s better than failing / Falling’s better than feeling / Folding’s better than losing / Fixing’s better than healing / Sometimes”). Stupefacente è il miglior aggettivo per descrivere a livello musicale “Before We Drown” (scritta da Gahan, il batterista Christian Eigner e il polistrumentista Peter Gordeno) , così come il gioco vocale di contrasti tra i due membri. Da “People Are People” a “People Are Good” è un attimo – più accattivante; “Always You” è una lettera d’amore verso chi rappresenta una certezza nella nostra vita, e sembra modellata per essere inserita come bonus track di “Sounds of The Universe”, mentre “Never Let Me Go” dalle darkwave vibes ci consegna un Gahan che tira fuori gli artigli. “Speak To Me”, infine, richiama in alcuni aspetti – anche se meno angoscianti – la colonna sonora di “Arancia Meccanica”, per quanto suoni dissonante ed imponente.

“Memento Mori” costituisce un capitolo a sé, un diamante nero incastonato nella ultraquarantennale e onorata carriera della band che ha consacrato la musica elettronica a livello mondiale, trascendendo generi e generazioni. Dave Gahan soprattutto non ha fatto mistero di aver pensato di appendere gli strumenti al chiodo e di ritirarsi a vita privata vivendo il resto dei suoi anni in tranquillità, ma le motivazioni riguardo il continuare a fare musica in maniera onesta e trasparente – tratto che ha sempre contraddistinto il gruppo – finché ne vale la pena sono prevalse; e di questo, noi pubblico, non possiamo che rallegrarci. L’uscita del full length è inoltre anticamera di un tour promozionale mondiale che vedrà gli inglesi anche nel Bel Paese per ben tre date, a rendere omaggio al loro compagno e a ciò che ha contribuito a creare, patrimonio artistico inalienabile ed eterno. Il nostro passato è immutabile ormai, ma il presente ed il futuro sono nelle nostre mani: i Depeche Mode ci invitano a non rendere vano il resto della nostra vita, e nel farlo ci hanno decisamente convinti.

Tracklist

01. My Cosmos Is Mine
02. Wagging Tongue
03. Ghosts Again
04. Don’t Say You Love Me
05. My Favourite Stranger
06. Soul with Me
07. Caroline’s Monkey
08. Before We Drown
09. People Are Good
10. Always You
11. Never Let Me Go
12. Speak to Me

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