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Nasty – Menace

Parliamoci chiaro: una delle maggiori difficoltà da fronteggiare per una band in continua crescita è quella di cercare di mantenere un determinato standard. Restare sempre al ridosso di quella sottile linea invisibile dettata dai consapevoli strumenti tecnici a disposizione dei musicisti e dall’incessante richiesta del pubblico. Tutto ciò non è facile, soprattutto in un periodo catastrofico per il mondo della musica come questo sciagurato 2020.

I Nasty, però, sembrano non aver accusato più di tanto il colpo, anzi hanno ricaricato le pile e squarciato ancora una volta a colpi di accetta questa fatidica linea, creando un solco da cui sarà molto difficile scostarli. “Menace” è l’ulteriore conferma che Matthi e soci sono una delle realtà più interessanti e fresche del movimento beatdown/hardcore moderno: in uscita il 25 settembre per la Century Media Records, il settimo album in studio del quartetto belga non fa altro che rinsaldare e onorare gli ottimi pareri che la devastante coppia Shokka-Realigion (2015-2017 per Beatdown Hardwear) avevano accumulato. I quattro di Kelmis sfruttano il complesso contesto generato dalla pandemia e lo utilizzano a proprio favore, demoliscono la gabbia che li tiene a bada e ritornano a seminare il panico tra la gente con i denti digrignati.

“Menace” è davvero una minaccia per i nostri timpani, un treno corazzato che sfonda le barriere del songwriting classico e le rimpiazza con strade tortuose a colpi di breakdown e riff portanti in grado di abbattere un muro in cemento armato. Il trittico iniziale “Ultimate”- “Bulletrain”-“Menace” ti sbatte in faccia senza fronzoli una martellata hardcore devastante in poco più di cinque minuti: chitarra e basso smuovono le basse frequenze e esplodono fendenti in tutte le direzioni, Nash dietro alle pelli fa viaggiare i bpm con colpi impetuosi di doppia cassa. Matthi sostiene la parata con una prova vocale eccellente che dimostra un netto miglioramento del frontman sotto il livello tecnico tra scream, growl e sprazzi di cantato pulito.

La miriade di influenze (tra le tante hip-hop, punk e deathcore) che caratterizzano l’idea musicale del gruppo belga permeano tutto il disco nella sua interezza e portano alla luce la capacità della band di variare tra molte sonorità, seppur rimanendo ancorati a una trama ben definita. “Be Careful” sciorina un attacco devastante che va a schiantarsi in un ritornello insolitamente più melodico, elementi che lo rendono uno dei pezzi più interessanti del disco. Un breakdown imponente ci trascina in “666AM”, uno dei tre singoli in anteprima assieme a “Ultimate” e alla title track: il riff di chitarra iniziale di Paddy apre le porte ad una bordata di una potenza inaudita che travolge e scarica sull’ascoltatore una dose estrema di adrenalina.
L’album procede spedito e senza alcun tipo di sosta: “Tricky Plays”, “Betrayer”, “You Will Know My Name” ripercorrono quanto disegnato all’inizio del disco dalla band, “Inhale/Exhale” col suo ritmo cadenzato e con un riffone acido iniziale assemblano un pezzo più lento e felpato, ma con un groove pazzesco.
La corsa impazzita del disco continua e pezzi come “Addicted” o “Table of Kigs” ti sballottano a destra e sinistra senza che tu possa opporre resistenza. Chiude le danze la strumentale “Ballad Of Bullets”, pezzo molto carico che si discosta leggermente dall’anima più cupa del disco facendo spazio ad una chitarra più melodica e meno possente. Un piccolo cerotto al termine di un folle incontro sanguinolento.

Se cercate un disco aulico e pieno di significati intrinseci, avete sbagliato strada: il concetto alla base dell’offerta musicale dei Nasty non prevede testi eccessivamente impegnati, ma questo i fan lo sanno molto bene. L’impatto, il calore, la potenza viscerale che i quattro di Kelmis sprigionano in questa nuova uscita ripercorrono le orme create in passato e le allargano permettendo ad altri folli discepoli di accalcarsi al loro seguito. I Nasty, quindi, preparano un piatto colmo di violenza seguendo la loro ricetta speciale che li accompagna ormai da oltre quindici anni. Il tutto è supportato da un’ottima produzione in fase di registrazione e da una prova tecnica da parte dei musicisti all’altezza delle aspettative. I Nasty confermano ancora una volta di essere una band solida e senza nessuna voglia di fermarsi a rimuginare. E se la ricetta è questa, perchè cambiarla?

Tracklist:

01. Ultimate
02. Bulletrain
03. Menace
04. Be Careful
05. 666AM
06. Tricky Plays
07. Betrayer
08. You Will Know My Name
09. Inhale/Exhale
10. Blood Crop
11. Addicted
12. Table Of Kings
13. The End Of The World
14. Ballad Of Bullets

 

 

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