wilderness of mirrors
NUOVE USCITERECENSIONITOP ALBUM

The Black Angels – Wilderness Of Mirrors

“Wilderness of Mirrors” è il nuovo, attesissimo album della band texana, tra le più significative nel mondo della psichedelia contemporanea. Fin dalla loro fondazione, nel 2004, i Black Angels hanno portato avanti con coerenza un bouquet di sonorità fuori dal tempo e ben dirette all’emotività psicotropa di suoni caratterizzati da potenti fuzz e sognanti riverberi.

All’interno della produzione di questo disco troviamo John Agnello, curatore dei suoni per i Dinosaur Jr. Va da sé che l’aspetto distorto sia curatissimo, cosa che possiamo assaporare fin dalle prima note d’apertura del disco. Del brano “Revolver”, al band stessa dice essere “una canzone di auto-potenziamento pensata per essere suonata ad alto volume. Ispirato da tutte le generazioni precedenti che hanno gettato le basi che stiamo cercando di portare avanti.”

“Wilderness of Mirrors” perfeziona sapientemente l’arte del rock psichedelico dei Black Angels insieme a una serie di suoni e trame intriganti. “History of the Future” e l’opener “Without a Trace” sono classiche esplosioni di chitarre confuse che contemporaneamente ravvivano le orecchie e fanno ripartire la mente, mentre una linea di basso veloce e martellante e un’allusione a un leader mondiale nascosto nel suo bunker spingono “Empires Falling” in un inquietante decreto: “Ogni volta che ti svegli, voglio finirti”.

Abbiamo anche nuovi esperimenti come la malinconia dell’acustica “100 Flowers of Paracusia” e “Here and Now”, due momenti salienti della metà posteriore dell’album. “Non avremmo mai inserito canzoni del genere nei dischi precedenti, solo perché non ci sentivamo in quel mondo”, dice Alex Maas, bassista e frontman della formazione, “Sono orgoglioso di esserci spinti un po’ più il là”. C’è anche l’omaggio pop francese degli anni ’60 “Firefly”, che presenta le intonazioni sensuali di LouLou Ghelichkhani dei Thievery Corporation: “Non siamo soliti fare collaborazioni, ma ho pensato che sarebbe stato bello avere qualcuno che cantasse in francese qui – un’alternanza, una cosa giocosa. Ha reso l’armonia più completa.”

Mellotron, archi e altre tastiere sono più presenti che mai e l’album beneficia anche dei versatili contributi del nuovo polistrumentista Ramiro Verdooren dei Rotten Mangos. “Avere qualche nuova prospettiva di un giovane musicista fottutamente incredibile, era quello che cercavamo “, afferma con entusiasmo Maas, che racconta come Verdooren spesso portasse a casa con sé le registrazioni la notte per sperimentare loop di nastri ed effettivi. Aggiunge Bland: “Se pensi a qualcosa che vuoi aggiungere, Jake o Ramiro possono farlo immediatamente con qualsiasi strumento”.

Ma nonostante tutta la sperimentazione, i Black Angels rimangono magistralmente fedeli ai predecessori dello psych-rock come Syd Barrett, Roky Erickson, Arthur Lee e i membri dei Velvet Underground, tutti nominati in “The River”. L’eredità di quegli artisti è anche al centro dell’amato Levitation: il vero punto di riferimento per il passato, il presente e il futuro del genere. Dice Bland: “Sedersi e incanalare questi spiriti è qualcosa che ho sempre voluto fare. È un po’ criptico e inquietante, quasi come la reincarnazione. Il fiume della conoscenza continua a scorrere, qualunque cosa accada.”

Per concludere, “Wilderness of Mirrors” risulta essere un disco completo, intelligente e di pregevole fattura. Un esempio limpido di come la musica si suona, si registra e si vive.

Tracklist

01. Without a Trace
02. History of the Future
03. Empires Falling
04. El Jardín
05. La Pared (Govt. Wall Blues)
06. Firefly
07. Make it Known
08. The River
09. Wilderness of Mirrors
10. Here & Now
11. 100 Flowers of Paracusia
12. A Walk on the Outside
13. Vermillion Eyes
14. Icon
15. Suffocation

Comments are closed.

More in:NUOVE USCITE

0 %