Se negli ultimi anni il prog metal sta vivendo una seconda giovinezza è anche grazie ai Vola, capaci ormai di imporsi tra le maggiori realtà mondiali di questa “nicchia”. Il quartetto mancava da ben tre anni in Italia e, dopo tutto questo tempo, non poteva probabilmente esserci un ritorno migliore. La band danese, che, dopo un anno dall’uscita del terzo album, può finalmente portare il proprio “Witness Tour” in giro per l’Europa, è sbarcato al Legend Club di Milano con un fantastico sold out, uscendone vincitore dopo 90 minuti di fuochi d’artificio.
Ad aprire la serata, troviamo i Four Stroke Baron e i Voyager, davanti ad un locale già quasi completamente pieno. I primi, dagli Stati Uniti, non sono certo dei novellini, ma una band che da calca i palchi da quasi dieci anni e che nel corso della carriera ha dato già alle stampe ben quattro album. I tre scaldano il pubblico a dovere grazie ad un prog metal dalle tinte fortemente melodiche e orecchiabili: le canzoni vengono ben accolte e assimilate immediatamente dai presenti e i Four Stroke Baron vengono acclamati fino alla fine della loro esibizione, durata poco più di mezz’ora. Se vogliamo trovare un piccolo difetto, potremmo parlare di un sound molto compatto e di pezzi a tratti simili tra di loro, ma poco importa: l’energia e l’entusiasmo dei tre ci ha messo poco a fare breccia nel pubblico milanese. Stesso discorso si può fare anche per gli australiani Voyager, che dall’altro lato propongono però un sound molto sfaccettato e diversificato, ricevendo ogni tipo di apprezzamento. I cinque si divertono sul palco, mentre sparano sulla folla entusiasta il loro prog dalle chiare influenze ottantiane, che in certi pezzi prendono il sopravvento. Anche in questo caso, 40 minuti di esibizione bastano e avanzano per riscuotere il successo meritato, anche grazie alle moltissime (e insospettabili) parole dette in italiano dal frontman Daniel Estrin.
La pausa dura pochi minuti e alle 22:20, in perfetto orario sulla tabella di marcia, i Vola salgono sul palco sulle note di “24 Light-Years”, perfetto brano introduttivo in cui le atmosfere oniriche cullano tutto il locale, che si abbandona ad un dolce coro, prima del brusco risveglio rappresentato da “Alien Shivers” e “Napalm”. La band è in forma e predilige una scaletta aggressiva e pesante: in mezzo alle ritmiche schizofreniche di Adam Janzi e Nicolai Mogensen e ai riff martellanti, i momenti di pausa nel corso della serata sono solo due, rappresentati dalla magnifica “Ruby Pool”, in cui la scenografia si tinge di rosso e da un’emozionante versione di “Enter”, in cui Asger Mygind si prende la scena con una toccante esibizione solo voce e chitarra, con il pubblico completamente rapito dal frontman.
Il resto dello show vede alternarsi principalmente pezzi di “Witness” e “Applause Of A Distant Crowd”, probabilmente gli album più interessanti della band, ma non mancano le incursioni nell’esordio “Inmazes”, dal quale i quattro suonano “Your Mind Is A Helpless Dreamer”, che investe letteralmente i fan con la sua valanga di synth e riff nervosi, e “Stray The Skies”, anche questa dai toni particolarmente alti e aggressivi. Se c’è una cosa che sorprende maggiormente è la resa live di praticamente tutti i brani: di fianco ad una prestazione tecnica esente da ogni sbavatura, i pezzi acquistano vigore, suonano pesanti, perfetti per la dimensione e vengono sparati sul pubblico senza alcuna pietà. Sarebbe quasi scontato parlare della preparazione tecnica dei quattro, ma probabilmente il segreto dei Vola è proprio quello di saper accostarci la giusta dose di melodia, orecchiabilità e di riff a loro modo mastodontici, sui quali è impossibile rimanere fermi.
Questo discorso viene amplificato su alcuni brani, a partire da “These Black Claws”, con riff dalla portata sonora devastante e “Head Mounted Sideways”, tra i pezzi meglio riusciti della serata (e probabilmente dell’intera discografia della band). “Smartfriend” e “Straight Lines”, su cui il calore del pubblico diventa quasi asfissiante, conducono lo show all’encore, inaugurato da “Whaler” e concluso poi da “Inside Your Fur”, con la quale i quattro salutano il pubblico milanese.
Rimane impossibile trovare difetti ad un’esibizione simile. Nonostante un tour dalle date serratissime, i Vola hanno regalato ai fan italiani un altro concerto da primi della classe: i quattro si trovano a loro agio sul palco, sanno come e quando scherzare, mantengono il giusto contatto con il pubblico e, soprattutto, sono in grado di suonare bene canzoni coinvolgenti. Probabilmente a breve la realtà di locali così piccoli potrebbe iniziare a stare un po’ stretta alla band danese.
Setlist
24 Light-Years
Alien Shivers
Napalm
Stray The Skies
Ruby Pool
We Are Thin Air
Future Bird
Your Mind Is A Helpless Dreamer
These Black Claws
Enter
Ghosts
Head Mounted Sideways
Smartfriend
Straight Lines
Whaler
Inside Your Fur