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Xandria – The Wonders Still Awaiting

Sono passati ben sei anni dall’ultimo lavoro in studio degli Xandria, e sono stati sei anni in cui la band ha subito notevoli stravolgimenti, facendo pensare a tanti che il loro percorso fosse giunto al termine. Autori di un symphonic metal il più delle volte convincente, e a tratti anche abbastanza personale, in attività dai primi anni del 2000 con uscite di buon livello (come “Neverworld’s End”  e “Sacrificium”), ma spesso penalizzati da numerosi cambi di line up soprattutto dietro al microfono, inevitabilmente le possibilità di crescita della band sono state limitate e smorzate molte volte. Dopo tanto silenzio, il leader Marco Heubaum, ha annunciato il rientro sulle scene del gruppo, con una line up totalmente rinnovata. Partendo dalla cantante greca Ambre Vourvahis, passando per Robert Klawonn alla chitarra, Tim Schwarz al basso, e Dimitrios Gatsios alla batteria, questa nuova formazione ha il difficile compito di far rinascere, come una fenice, una band che sembrava effettivamente finita, riconquistando i fan con il nuovo “The Wonders Still Awaiting”.

Ad aprire le danze è un brano dal minutaggio importante: i 7 minuti abbondanti di “Two Worlds” riempiono l’aria di epicità e venature sinfoniche, in un brano esplosivo, intervallato da un crescendo che intreccia inoltre riff e  growl in stile Epica, che è una perfetta opener di questo nuovo lavoro. La successiva “Reborn”, non a caso singolo di lancio per questo nuovo corso, è un brano ben costruito dove i cambi di tempo vanno a dominare un insieme di caratteristiche peculiari del genere, con una citazione in particolare per la voce di Vourvahis, che sa incastonarsi alla perfezione addolcendo anche i momenti più heavy del brano. Questa caratteristica si può apprezzare in egual modo in altri brani come “The Wonders Still Awaiting” e l’esplosiva “Ghost”, che aumenta i giri dal punto di vista del ritmo e, allo stesso tempo, dell’epicità. E mentre “Illusion Is Their Name” si sviluppa come una cavalcata heavy/power,  “You Will Never Be Our God” conquista già dal primo ascolto grazie al suo chorus avvolgente e catchy, a parti in growl che ricordano alcuni brani degli Arch Enemy, nonché alla presenza come guest di Ralph Scheepers dei Primal Fear.

Come da copione per album del genere, ci si aspettano anche momenti più introspettivi ed intimi, con ritmi rallentati ed avvolgenti che si ritrovano nella dolce “Your Stories I’ll Remember” e con risultati ancora migliori in “Scars”, che si sviluppa ottimamente tra momenti heavy e attimi malinconici e delicati. Sulla stessa linea si muove anche “Paradise”, che è forse la canzone meno metal del disco, e che si pone come un’interessante rock ballad. Altri brani notevoli all’interno dell’album sono “My Curse Is My Redemption” dove la cantante riesce a stupire per la sua versatilità e la bellissima “Mirror Of Time”, che parte in maniera spiccatamente melodica, ma trova all’interno del brano momenti davvero heavy tendenti al death metal grazie al growl di quella che un attimo prima era la voce angelica di Ambre, per un contrasto decisamente spinto che funziona alla grande. L’album volge verso la conclusione sempre ad alti livelli con le esplosioni epiche e sinfoniche di “The Maiden And The Child” e i 9 minuti di “Astéria” , brano ambizioso che non nasconde le intenzioni di Heubaum di creare un percorso musicale variegato, epico e sinfonico, tra cori, sviluppi melodici, parti strumentali e sezioni in growl.

Dopo così tanti anni, e tanti cambiamenti, in tutta sincerità era difficile capire cosa potersi aspettare dal ritorno degli Xandria, ma bisogna ammettere che “The Wonders Still Awaiting” è un album di tutto rispetto, che tiene le atmosfere epiche e sinfoniche come principale luce guida in molti dei suoi sviluppi, ma che all’occorrenza è capace anche di variare registro, seppur non in modo così netto. Tante canzoni di qualità, con il notevole pregio di risultare vincenti già al primo ascolto. La qualità compositiva di Heubaum ritorna ai suoi periodi migliori, probabilmente anche stimolato dalla presenza di nuova linfa artistica data dai nuovi compagni di viaggio. Da citare poi la presenza di un coro di 40 elementi, l’utilizzo di strumenti celtici autentici, e la preziosa collaborazione con il coro dei bambini della radio nazionale bulgara.

Inevitabile soffermarsi, poi, sulla nuova voce dietro un microfono che ha visto avvicendarsi numerose cantanti: nonostante la giovane età, Vourvahis sembra trovarsi perfettamente a suo agio in questo nuovo ruolo e la dolcezza e versatilità del suo timbro vocale, unite alla giusta dose di personalità, sono perfette per il sound degli Xandria. Si aggiunge a tutto un’ulteriore grande qualità, ovvero il saper padroneggiare in maniera notevole tecniche di canto estremo, passando anche in tempi molto limitati e rapidi, da atmosfere cupe ed aggressive, a momenti sinfonici, epici e delicati. Dal punto di vista compositivo, se c’è da trovare un difetto è il continuo richiamo a band che padroneggiano il genere, su tutti Within Temptation ed Epica; ma sappiamo che nel mondo del symphonic, questo è un rischio in cui inevitabilmente  molti cadono. Ci troviamo comunque davanti ad un ritorno al quale non si poteva chiedere di più, augurandoci che questo sia per gli Xandria un nuovo inizio, guidato dalla stabilità e dalla voglia di migliorarsi ulteriormente. 

Tracklist:

01. Two Worlds
02. Reborn
03. You Will Never Be Our God (feat. Ralf Scheepers)
04. The Wonders Still Awaiting
05. Ghosts
06. Your Stories I’ll Remember
07. My Curse Is My Redemption
08. Illusion Is Their Name
09. Paradise
10. Mirror Of Time
11. Scars
12. The Maiden And The Child
13. Astèria

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