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Arcade Fire – WE

Atteso e soddisfacente questo nuovo capitolo discografico degli Arcade Fire è una piccola sorpresa per coerenza compositiva e lirica, lasciando alla spalle “Everythig Now”, il lavoro meno ispirato che l’ha preceduto.

“WE” racchiude al suo interno tutto lo spettro della scrittura e dell’interplay Arcade Fire, portando alla luce le cavalcate acustiche – che un po’ ci mancavano – ma anche lo spirito più plastico e bowiano dal sapore elettronico.

Win Butler stesso ha più volte dichiarato quanto il Duca Bianco sia stato e continui ad essere un’ispirazione costante nel proprio percorso creativo ed in questo disco è più chiaro che mai. Andiamo poi a mischiarlo con le tematiche sociali di non celato richiamo orwelliano ed il risultato è molto convincente.

I capitoli che compongo “WE” si ricorrono ordinatamente, con respiri a volte più ed a volte meno ampi di melodie semplici ed incisive. “Age of Anxiety I” e “Age of Anxiety II (Rabbit Hole)” hanno il sapore di leggerezza epica che trasporta subito l’ascolto in un clima di concentrazione curiosità per l’evolversi di quel che verrà. Il secondo capitolo di questa apertura, in particolare, utilizza sapientemente espedienti in fase di mixaggio per aprire e chiudere gli ambienti sonori di una beat incessante e delle texture di synth che si sovrappongono.

Sotto l’occhio vigile ed esperto della produzione di Nigel Godrich, un breve “Prelude” porta al cuore del disco. Pianoforte e voce spalancano la scena ad alcuni marchi di fabbrica di Butler e di un songwriting sempre efficace, fatto di pause e somme matematiche di elementi a condirne enfasi e riservatezza. “End of The Empire I-III” ci porta al Bowie dell’allunaggio, mentre il capitolo “IV (Sagittarius A*)” sviluppa progressioni beatlesiane che spezzano a metà quello che forse è la composizione più riuscita di tutti il disco.

La triade di singoli che hanno anticipato l’uscita di “WE” è un feroce richiamo alle luci scintillanti di “Funeral”, con una strizzatina d’occhio – evitabile – a quegli U2 che erano appena arrivati al mondo intero. Forse un po’ meno ispirati in questi frangenti, ma lodevoli di una coerenza filologica nel proprio lavoro che farà felici le scalette dei concerti quando verrà inserita The “Lightning II”. Ballatona con occhi luccicanti e accendini al cielo per “Unconditional I (Lookout Kid)”, che fa coppia con il capitolo successivo “II (Race and Religion)” in cui la voce di Régine Chassagne si incontra con quella del grande ospite – niente di meno che Peter Gabriel – e dove c’è una densa sostanza di ritmiche elettroniche ad accompagnarci verso la fine del disco.

La titletrack “WE” con misticismo acustico del guizzo finale è la giusta chiosa in chiusura ad un album di estetica semplicità ed apprezzabile leggerezza.

Tracklist

01. Age of Anxiety I
02. Age of Anxiety II (Rabbit Hole)
03. Prelude
04. End of the Empire I-III
05. End of the Empire IV (Sagittarius A*)
06. The Lightning I
07. The Lightning II
08. Unconditional I (Lookout Kid)
09. Unconditional II (Race and Religion)
10. WE

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