Folkstone (Lore)
"Oltre... L'abisso", il quarto capitolo firmato Folkstone, è la conferma della svolta artistica inaugurata con "Il Confine". Lore ci spiega come la band sia arrivata a questo nuovo sound e cosa quest'abisso rappresenti per loro.
Articolo a cura di Giulia Franceschini - Pubblicata in data: 30/10/14

Ciao Lore! Allora, come va? Come stanno i Folkstone?

 

I Folkstone... ah bè i Folkstone stanno ben... Normale amministrazione diciamo, dai!

 

Prima di parlare del nuovo album vorrei fare una piccola riflessione. Con il Confine avete decisamente allargato la vostra dimensione; dal punto di vista di chi vi ascolta è un album davvero di svolta, anche a livello di sound. Oltre... l'Abisso potrebbe essere il consolidamento di quello che avete raggiunto con il Confine. Come vi sentite a guardarvi indietro dopo quattro album, cosa è cambiato da quando eravate "Briganti di Montagna"?

 

Ma guarda, in sé non è cambiato nulla. Noi siamo sempre noi, quindi anche come ci poniamo noi nei confronti della musica, è sempre lo stesso modo. Ovviamente gli anni passano e cerchiamo di fare meglio, acquisiamo nuove prospettive, nuovi obiettivi, però gli indecisi che eravamo lo siamo ancora adesso. Perchè è così. Ovviamente si cerca... non di raffinare...è venuto naturale. Lo sviluppo musicale di questo ultimo album è stato molto più diretto e fluido rispetto a Il Confine. Con Il Confine abbiamo veramente perso tempo a ragionare sui pezzi, tipo che certi pezzi li abbiamo fatti in venti versioni, delle robe da pazzi. Qua siamo andati molto più diretti, sì abbiamo ragionato sui pezzi, ci son piaciuti quasi subito, li abbiamo riarrangiati e sono venuti abbastanza dritti, anche a livello di produzione musicale. Dopodiché è ovvio che con Il Confine abbiamo girato molto rispetto agli altri album, e questo non fa che confermare la rotta che abbiamo preso. Dopo, secondo me, è ancora diverso da Il Confine, questo album, ma così abbiamo confermato la svolta. Diciamo che rispetto agli altri due album abbiamo preso un'altra direzione, e non torniamo indietro assolutamente perchè sarebbe innaturale. Siamo quello che siamo e lo esprimiamo proprio nella musica che facciamo.

 

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Per quanto riguarda il vostro nuovo album, innanzitutto vorrei parlare dell'artwork, che è una delle prime cose che avete svelato e che sicuramente ci ha un po' sconvolti, direi.

 

(Risate) Perchè??

 

Allora, dimmi se ho analizzato bene: siete sia sul palco che in mezzo al pubblico.

 

Sì, esatto, siamo sia sul palco che in mezzo al pubblico. Nel pubblico abbiamo le maschere, sul palco siamo un po' noi. Non voleva essere una cosa macabra, ecco, anche perchè... siamo vivi! Siamo impiccati eh, ma siamo vivi. È un po' una metafora, nel senso, l'essere impiccati voleva dire che percepiamo un po', come è giusto che sia secondo noi, la pesantezza della vita. Ognuno ha i suoi problemi più o meno pesanti. Però il fatto che siamo vivi vuol dire che siamo consapevoli e che cerchiamo di andare avanti e di apprezzare ciò che ci riserva la vita. Era questo il senso della copertina.

 

Credo sia la prima volta dopo tanto tempo in cui avete cambiato solo un membro nella line-up. Quindi avete raggiunto una sorta di stabilità ed equilibrio che si riflettono anche nel sound dell'album, ora molto compatto e omogeneo. Questa volta credo anche che ci sia un'impronta celtica più evidente del solito, con degli intermezzi di cornamuse, flauti e arpe molto evocativi. Com'è andata la composizione?

 

La composizione musicale è stata fatta come nel Confine da me, il Mauri e dal nostro produttore Yonatan Rukhman. La parte che dici tu è tutta merito di Mauri, perchè comunque è lui che ha voluto usare la uilleann pipe, che è la cornamusa irlandese, che ha dato tutto un altro sapore ai pezzi, e io che ho introdotto in un pezzo l'uso della cornamusa scozzese. È vero che acquistano un altro sapore i pezzi. Ma è venuto naturale, noi suoniamo e abbiamo detto "perchè non proviamo ad usarli". Però, sì, è vero che alcuni pezzi hanno proprio tutto un altro sapore. Non è che è stata una cosa voluta perchè volevamo dare una matrice più irlandese alla nostra musica, è solo che suoniamo tanti strumenti e ci sembrava giusto prenderli in considerazione e suonarli. E poi ci piacciono.

 

Finalmente avete registrato in studio Tex! Già dal vivo era fantastica, adesso possiamo ascoltarcela anche ben registrata. Ma come le scegliete le cover? Sono sempre scelte inaspettate visto che sono anche piuttosto lontane dal vostro genere.

 

Be', noi decidiamo di coverizzare una canzone perchè, primo, ci piace. Il fatto che sembrano brani lontani dal nostro stile poi affascina anche, perchè è una sfida, no? Prendere un pezzo che non c'entra assolutamente con quello che fai e riarrangiarlo diventa una sfida, e poi vedere come il pezzo rende, come viene. Quindi unendo le due cose: il fatto che il pezzo ci piace, il significato ci piace, è lontano dal nostro genere, meglio ancora! Il succo è quello!

 

Una delle prime cose che ho percepito ascoltando l'album è stata l'atmosfera cupa, un po' malinconica, che è quasi un sottofondo a tutto il disco, anche a livello di testi. Cos'è questo abisso? E cosa c'è oltre?

 

Sai, come ti dicevo prima, quello che volevamo esprimere con la copertina è che la vita non è facile. Ognuno di noi poi, in quel periodo che abbiamo vissuto, diciamo, ha avuto le sue storie, ha avuto dei problemi personali che si sentono e si percepiscono ascoltando l'album. Anche quello che dicevi prima, anche un po' di tristezza c'è, è presente, ma d'altronde è stata vissuta in prima persona da noi e quindi si è specchiata nell'album. E l'abisso... l'abisso è un confine ancora, alla fine. Perchè siamo andati avanti, abbiamo intrapreso ancora una scelta stilistica diversa, come hai detto prima, abbiamo usato strumenti diversi. E oltre, chi lo sa. Andiamo avanti un album alla volta! Quindi non sappiamo cosa sarà, l'abisso sarà quello. Noi ci gettiamo, poi dove atterreremo, chi lo sa.

 

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Di nuovo, questo album è autoprodotto dai Folkstone, e credo che il fatto di voler rimanere indipendenti sia un aspetto fondamentale della vostra personalità. Visto che ormai avete raggiunto una nuova dimensione, non ci avete fatto un pensierino sull'affidarvi ad un'etichetta discografica?

 

Secondo me ok, abbiamo allargato il nostro giro, il nostro pubblico è aumentato, ma non ci è neanche venuto in mente di chiedere ad un'etichetta o quello che è, di produrci un album. Stiamo bene così, e ci arrangiamo per quello che siamo. Stiamo bene così, non ci abbiamo davvero pensato.

 

Ho visto che ci sono stati degli ospiti interessanti che hanno partecipato alle registrazioni di Oltre...l'Abisso. Come sono nate queste collaborazioni?

 

Semplicemente abbiamo chiesto a questi artisti di ascoltare i nostri pezzi, e se volessero farne parte. C'è Dennis, al violino, che ha voluto partecipare alla canzone "Le voci della sera". È un pezzo storico della musica italiana, comunque ha collaborato con i Nomadi, con i Modena City Ramblers. Poi, vabè ti svelo una cosa, ci sarà una bonus track che salterà fuori da qualche parte, che è stata registrata da Fidel che ha lavorato con i Verdena, con tantissimi artisti e abbiamo provato un pomeriggio a strimpellarla lui piano e io voce. Mi è piaciuto subito come l'ha riarrangiata e abbiamo deciso di inserirla nell'album. Ecco, questi sono gli ospiti. E mi sono anche sputtanato.

 

Se vuoi questa parte la taglio!

 

Ma va mettila, tanto ci siamo già sputtanati in precedenza perchè avevamo consegnato oltre all'album anche i crediti, quindi già quando Gaetano ha fatto la recensione track by track ha rivelato questa cosa, quindi è giusto che tu lo dica!

 

Quindi ora inizierete il nuovo tour di promozione dell'album che sarà un po' diverso dai grandi tour estivi a cui siamo abituati. Ci saranno novità?

 

Bè porteremo i pezzi nuovi. Ovviamente per la prima data che faremo al Live Club a Trezzo il 21 novembre stiamo preparando qualche sorpresa. Cerchiamo sempre alla data di apertura del tour di dare qualcosa in più. Quindi secondo me è una data da non perdere. E dopo gireremo un po' le città d'Italia nei locali, sarà una cosa breve, dieci date. Toccheremo Roma, Torino, Bologna. E insomma, cercheremo di dare uno spettacolo nuovo. Album nuovo... vita nuova!

 

Avete già in programma qualcosa per l'estate?

 

Per l'estate adesso non abbiamo in programma assolutamente niente. Arriviamo a dicembre e poi si vedrà. C'è sempre un abisso che ci aspetta!

 

Questa era l'ultima, se vuoi puoi lasciare un messaggio ai fan dei Folkstone e ai nostri lettori!

 

Io non faccio altro che ringraziarli tutti, perchè è per merito loro se siamo arrivati a fare il quarto album. Quindi li ringrazio, grazie, vi aspetto ai nostri live!

 

Grazie a voi, ci vediamo a Trezzo!




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