“Trouble comes in threes”

Forti degli apprezzamenti unanimi riservati a “Unison Life”, uscito ormai da un anno, i Brutus sono tornati a portare il loro terzo album – e non solo – on the road in Europa. Il trio belga, soprattutto da dopo la pandemia, è in costante crescita grazie a due album di livello assoluto come “Nest” e, appunto, “Unison Life”. Siamo quindi contenti di poterli accogliere in Italia dopo ben quattro anni e soprattutto di vederli finalmente in azione su un palco tutto loro.

Kariti

Le premesse per una serata scoppiettante ci sono tutte fin da subito: il Legend Club di Milano è già affollato quando si spengono le luci per la prima volta e Kariti sale sul palco, seguita dagli applausi. Bastano pochi secondi all’artista russa – che vive e lavora in Italia da anni – per catalizzare la completa attenzione del pubblico su di sé, grazie ad una performance dalla rara intensità emotiva: la musica scritta e suonata da Kariti prende infatti ispirazione da tradizioni e cerimonie funebri. Difficile dare definizioni ed etichette a quanto evocato dalla musicista, facile chiudere gli occhi e perdersi nei suoi arpeggi, nei suoni rarefatti delle sue tastiere e in una performance vocale che in certi momenti sembra più una cerimonia religiosa, che un’esibizione in un locale. L’apprezzamento è unanime e, anche quando la musicista viene raggiunta da una seconda chitarra che porta i suoni verso lidi più pesanti, i presenti seguono lo show in un silenzio rispettoso, interrotto solo dagli applausi tra un brano e quello successivo. I quaranta minuti a disposizione di Kariti passano in un batter d’occhio, e anche dopo la conclusione della sua esibizione, permane per diversi secondi un silenzio sovrannaturale, attraverso cui possiamo elaborare quanto provato.

Il Legend Club è ormai pieno quando alle 22, in perfetto orario sulla tabella di marcia, tocca finalmente ai Brutus, che salgono sul palco per la loro prima esibizione milanese da headliner tra gli applausi di una folla che non sta più nella pelle. I tre attaccano con “Liar” ed è chiaro immediatamente come il successo che stanno pian piano ottenendo sia più che meritato: la resa sonora live della proposta è semplicemente perfetta, anzi, in certi momenti viene da chiedersi come possano essere solo in tre, tale è l’intensità del wall of sound prodotto dagli strumenti.

BrutusBand

Lo show prosegue “Horde II” e “War”, prima pezzo ad essere accolto con un vero e proprio boato dal pubblico e tutto questo a ragion veduta: il brano può essere considerato una sorta di manifesto della proposta musicale dei Brutus e viaggia tra delicati arpeggi, furia post-hardcore e sognanti sezioni post-rock. Risulta sorprendente il modo in cui i belgi riescono ad equilibrare queste tre anime, dando vita quindi a musica dal forte impatto sia fisico che emozionale. Ma, senza nulla togliere al lavoro eccelso alla chitarra e al basso di Stijn Vanhoegaerden e Peter Mulders, quello che toglie il fiato è vedere l’esibizione di Stefanie Mannaerts, una furia sia sulle pelli, che dietro il microfono. Il suo stile alla batteria, unito al timbro vocale molto particolare, è ciò che rende veramente unica e caratteristica la musica suonata dai Brutus e, in questo, Mannaerts si dimostra perfetta anche in sede live.

La band snocciola quasi tutto “Unison Life”, piazzando anche qualche gradita perla da “Burst” e “Nest”: ci alziamo in volo con “What Have We Done” e “Space”, veniamo presi a calci in faccia da “Brave” e schiacciati dalla pesantezza di “Chainlife”, viaggiamo con la lunga “Sugar Dragon”. L’intensità dello show è pazzesca e c’è pochissimo spazio per le parole. Solo prima di concludere lo show con la fantastica “Victoria”, la band si prende qualche attimo per ringraziare i presenti e prendersi tutto il loro amore – e anche in questi pochi attimi non suonati l’amore per la musica e la loro gratitudine è sotto gli occhi di tutti.

Ci sono voluti tre album e diversi anni, ma finalmente sembra che anche l’Italia si stia accorgendo dei Brutus. Il trio belga regge benissimo il palco e dimostra quanto riesca a trasportare con facilità il grande insieme di suoni prodotti anche in sede live. Con album ed esibizioni di tale portata, poco altro da dire: il futuro è tutto dalla loro parte.

Setlist

Liar
Horde II
War
Storm
Justice de Julia II
Miles Away
Brave
Chainlife
What Have We Done
Space
Dust
Sugar Dragon
Victoria

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