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Counterparts – A Eulogy For Those Still Here

Forever your saviour, as much as you are mine

Questione di vincoli, legami duri come catene in diamante, unioni diventate inscindibili, anche se avvenute per caso, magari in un pomeriggio, al buio di una camera da letto. Ciò che lega tanti di noi alla musica dei Counterparts può essere descritto soltanto squarciando il ponte empatico che congiunge i due lati: una seduta di psicoterapia liberatoria, di quelle in cui il paziente si alza e spacca tutto ciò che lo circonda, con le lacrime agli occhi, mentre lo specialista lo osserva dal marroncino della sua poltrona, e lascia correre. Epurazione, disintossicazione, possiamo espellere tutto fin quando a guardarci da quella scamosciata seduta c’è Brendan Murphy, alfiere della demolizione dei pensieri neri, quelli che sbranano da dentro con la fame dei coyote, pronto a protrarre in avanti l’operazione di denudamento e di incoronamento delle fragilità umane, un lavoro faticoso, ma sempre fruttuoso, intrapreso acerbamente in “Prophets” (2010), per poi trovare la consacrazione dal fondamentale “The Difference Between Hell and Home” in poi.

Il post-hardcore dei Counterparts ha un’impronta più che caratteristica, di quelle che riconosci alla prima nota, un sound che, al netto di numerosi cambi di line-up, difficilmente ha imboccato vie di cambiamento clomorose: anche “A Eulogy For Those Still Here” attinge dalla formula vincente, riacchiappa la mano trafitta di “Nothing Left To Love” (2019) e la riporta nei territori d’appartenenza, tirandola giù dalle atmosfere dreamy – importante novità nel sound – che ne adornavano la title-track posta in coda al platter.

La settima opera del quintetto dell’Ontario è, quindi, in pieno stile di casa, architettata sulle basi di un metalcore spietato, che sopraggiunge come un treno a graffiare l’anima creandosi lo spazio tra le viscere con le melodie imbizzarrite delle sei corde di Alex Re e Jesse Doreen, indemoniati nel costruire le intricate architetture sonore su cui fanno presa la massiccia corporatura di tutta la strumentale e la devastante voce di Brendan Murphy, che esala puro dolore nelle sfuriate di “Sworn To Silence” e nell’opener “Whispers Of Your Death”, manifesto di amore, di attaccamento, di paura della lontananza e della perdita. Sentimenti che si accavallano, si scontrano, bucano senza ritegno la mente nella sentitissima “Unwavering Vow” o nello straniante tritacarne di melodie, groove e accennati blast beat di “What Mirrors Might Reflect”.

Photo Credits: Ben Ward

Se gran parte del full length è giustamente composto da tracce fedelissime al concept musicale della band, rinnovando l’inestinguibile fragore che album come “Tragedy Will Find Us” e “You’re Not You Anymore” si portano dietro in ogni singola nota delle uscite successive, non possiamo non rimarcare l’orientamento ad un’accentuata esplorazione melodica che in quest’ultima fatica – vedasi la title track – diventa sempre più palese e ricercata: i morbidi e mesti arpeggi di “Skin Beneath a Scar” e “Soil II”, che tanto ci ricordano i momenti di calma e di ripresa tra le apoteosi sonore dei Converge, placano la furia, scavano trincee per proteggersi dai colpi – o per prepararsi ad essi – di “Flesh To Fill Your Wounds”, prima che i ritmi più lenti incedano tramite una “A Mass Grave Of Saints” granitica, portata a splendere da un ritornello ricolmo di splendida angoscia.

“A Eulogy For Those Still Here” è l’ennesimo masterpiece di una delle band più importanti di tutto il genere: i Counterparts tornano ad incendiarci lo spirito, a tirarne fuori le ombre ed i turbamenti, e lo fanno con la solita opera chirurgica, tagliente, questa volta con venature di melodia aggiuntive che illustrano un ciclo di rinnovamento intrapreso, ma portato avanti con parsimonia e con chiarezza di idee. D’altronde, in una discografia semiperfetta come quella degli americani, le cose non possono essere sicuramente fatte con superficialità. A volte guardare avanti può equivalere a puntare gli occhi in un buco nero senza fine, ma fin tanto che ci sono dischi e band del genere, possiamo stare tranquilli che oltrepassare lo scuro orizzonte sarà come attraversare una delle tante strade che inghiottono ogni giorno le nostre scarpe.

Tracklist

01. 07/26/2020
02. Whispers Of Your Death
03. Bound To The Burn
04. Unwavering Vow
05. A Eulogy For Those Still Here
06. Skin Beneath A Scar
07. Sworn To Silence
08. What Mirrors Might Reflect
09. Soil II
10. Flesh To Fill Your Wounds
11. A Mass Grave Of Saints

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