Dopo la pubblicazione del nuovo singolo “Death Can Wait” e la tappa italiana al Legend Club di Milano, i Being As An Ocean annunciano il nuovo album in uscita il prossimo 02 febbraio, via Rough Trade/Believe.

Ciao Joel, è un piacere poter fare questa intervista, come va?

Tutto bene, grazie!

Qualche settimana fa vi siete imbarcati nello Swallowed by the Earth Tour insieme agli Of Virtue e ai Senna (un’ottima combinazione!), riportando finalmente in Europa la vostra musica. Siete passati anche da Milano: com’è andato il tour? Com’è stato potersi riconnettere con il vostro pubblico europeo con un tour da headliner?

Il tour è andato davvero bene, gli show sono stati una bomba. Suonare in Europa e in UK è sempre qualcosa di davvero speciale per noi. Avere la possibilità di venire qui a suonare è un privilegio che non diamo per scontato. I fan che vengono a sentirci alle nostre date da headliner sono sempre davvero entusiasti e appassionati, e durante lo show ci danno tantissimo amore ed energia. Milano non è stata un’eccezione in questo senso. È stato uno show incredibile.

Come abbiamo detto, avete suonato anche a Milano. L’ultima volta che abbiamo avuto il piacere di partecipare a un vostro show è stato l’anno scorso all’InFest. La cosa più incredibile dei vostri show è la connessione emotiva con il pubblico e tra il pubblico stesso. Come gestite questa sensazione mentre siete sul palco suonando le vostre canzoni e sapendo che hanno un impatto così forte sui vostri fan?

Certo di non pensarci troppo durante il set. Cerchiamo solo di prendere l’energia che il pubblico ci dà e di restituirgliela. Sento che brano dopo brano, l’energia continua a crescere finché non si arriva alla fine dello show, e tutti sono sudati e hanno dato fino alle ultime gocce di energia ed emeozione. In quel momento capisci che è stato un bello show. È solo dopo la performance, quando riusciamo a parlare con le persone, che riusciamo a pensare davvero all’importanza di quello che è appena successo, e di ogni possibile impatto emotivo che abbiamo avuto sulle persone del pubblico. Penso che se ti ci concentri troppo mentre sei sul palco, porta via la magia che sta avvenendo sul palco in quel momento.

C’è un momento dello show che vi piaceva particolarmente durante questo tour?

Mi è piaciuto molto suonare le canzoni nuove dal vivo per tutto il pubblico. Mostrare alle persone qualcosa di nuovo è sempre un po’ snervante, ma eccitante allo stesso tempo. È una sensazione stupenda quando riesci a capire dal palco che le persone si stanno connettendo tra loro e stanno apprezzando una canzone che sentono per la prima volta. Suonare canzoni come “Dissolve” e “Glow” sono sempre anche questi bei momenti, dal momento che quelle canzoni sono davvero emozionali e tutti le cantano a piena voce. 

Avete pubblicato da poco un nuovo singolo, “Death Can Wait”. Si tratta della prima nuova pubblicazione da “Lost”. Sono cambiate molte cose da quel periodo: com’è stato ricominciare a lavorare su musica nuova? Da che necessità e da quale processo è scaturita questa canzone?

È stato davvero rigenerante lavorare su musica nuova per la prima volta da quando è cambiata la line up. Il fatto che il processo di scrittura della musica coinvolgesse solo me e Mike, insieme al nostro produttore, Phil Gornell, ha reso il tutto più snello, e ci ha messo nella condizione di concentrarci su quale fosse il senso della canzone. “Death Can Wait” è nata dalla necessità di esprimere l’urgenza con cui dovremmo vivere le nostre vite. Il domani non è mai una certezza, quindi il fatto di dare un senso a ogni giornata è una cosa che è stata molto importante per me, soprattutto dopo lo scossone che il COVID ha dato alle vite di tutti noi.

unnamed
Photo Credit: BAAO Photo by Murry Deaves

Dal punto di vista del sound, si tratta di una canzone che ricalca molto i dettami stilistici dei Being As An Ocean, con uno spettro di emozioni e sentimenti espressi da un mix unico di voci in pulito, scream e sonorità post-hardcore, con un tocco di elettronica. Ti sentiresti di dire che siete riusciti a creare un sound à la Being As An Ocean? Nonostante le caratteristiche riconoscibili, il brano è comunque un’evoluzione per il sound della band.

Penso che in questa fase siamo come ripartiti da zero nella definizione di cosa sia un album dei Being As An Ocean. Abbiamo una serie di colori e sfumature nel sound che sappiamo fare parte dell’identità della band, quindi prendiamo e scegliamo da questi per la scrittura di ogni brano, pur rendendolo diverso da tutto il resto, ma comunque facendola rientrare nella cornice più grande entro la quale si definisce l’identità sonora della band. Cerchiamo sempre di spingerci più in là e di fare qualcosa di nuovo e fresco. Siamo contenti che si si percepisca in “Death Can Wait”.

Nonostante l’oscurità che viene trasmessa, questa canzone è uno stimolo a cercare qualcosa a cui aggrapparsi, a rimanere forti e a non perdersi. Cosa ti aiuta a non perdere il focus nei momenti più duri quando ti sembra che tutto stia andando a rotoli?

Nei momenti più difficili cerco di concentrare la mia speranza e di mantenere il focus sulle cose più importanti che ho nella vita: la famiglia, l’amicizia, l’amore. Non mi riesce sempre benissimo, ma finché riesco a ricordarmele, o finché qualcuno che ho vicino me le ricorda, la vita è sempre luminosa, almeno un po’.

Comments are closed.