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Editors – EBM

Nel lontano 2005, in un anno ricco di novità per l’indie rock britannico, gli Editors si presentavano come una delle proposte più interessanti nel panorama UK pubblicando il loro primo album intitolato “The Back Room”. Da allora, la band di Birmingham ha viaggiato tra note post-punk e synth-pop, salvo poi soffermarsi maggiormente su quest’ultimo genere nell’ultimo decennio circa. Con “EBM”, gli Editors prendono questa deviazione verso il pop e la rendono la strada maestra del loro percorso artistico. Lungo il tragitto, gli Editors accolgono ufficialmente nella band Blanck Mass (Benjamin John Power), membro fondatore dei Fuck Buttons e collaboratore degli Editors in alcuni dei lavori precedenti.

“EBM” si è presentato al pubblico ad aprile scorso con la pubblicazione del singolo “Heart Attack”, un brano senza troppe pretese e che mette sicuramente in risalto il ruolo di Blanck Mass lungo tutto l’album. L’importanza data ai sintetizzatori risulta però anche il maggior difetto dell’intero l’album: non solo non viene aggiunto nulla di eccessivamente fresco alla discografia degli Editors, ma caratterizza “EBM” con un sound a tratti generico e sicuramente ridondante. Questo risulta evidente in tracce come “Picturesque” e “Karma Climb”: qui il richiamo al synth-pop anni Ottanta è palese, ma il risultato è un prodotto molto “basic” che sarebbe risultato vecchiotto persino negli anni clou del genere. Il punto è che questa sensazione di mediocrità la si percepisce bene o male in tutte le nove tracce di “EBM”. Come se non bastasse, queste sono allungate di alcuni minuti con code che nulla aggiungono all’atmosfera delle canzoni (come nel caso di “Kiss”), ma che anzi rendono l’album piuttosto difficile da ascoltare in un colpo solo. Ad aggiustare lievemente il tiro sono “Silence” e “Educate”, brani che rimandano agli album passati degli Editors e in cui i suoni dei sintetizzatori non sono utilizzati allo sfinimento, ma anzi diventano funzionali alla struttura delle canzoni.

Gli Editors presentano un disco che aveva certamente la volontà di mostrarsi corposo e aggressivo, ma che rislta blando, ammiccando a diversi generi senza soffermarsi su nessuno di questi in particolare; non è dunque un album sperimentale, non è un album che osa, è un album prevedibile e piatto che non ispira né nelle parole né nei suoni. Gli unici punti positivi risultano dalle già citate “Silence” e “Educate”, le quali dimostrano che la band è capace di creare dei brani che funzionano e che hanno la capacità di bilanciare il proprio passato con le giuste novità. L’errore più grande degli Editors è forse quello di volersi avvicinare troppo al pop, quando riescono invece a dare il proprio meglio nei momenti in cui riescono a smarcarsi da queste influenze.

Tracklist:

01. Heart Attack
02. Picturesque
03. Karma Climb
04. Kiss
05. Silence
06. Strawberry Lemonade
07. Vibe
08. Educate
09. Strange Intimacy

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