“L’altra sera ero ai Magazza”
Ah sì? Chi c’era?”
“No ma io accompagnavo solo, i nomi non me li ricordo… Prima c’erano due ragazze che suonavano, chitarra e basso, da paura! Poi è salita sul palco sta band… Boh, come te lo spiego? Immagina come se i Kiss a un certo punto chiedessero a Tim Burton di disegnargli dei completi, però prendendo ispirazione da The Black Parade”

Voi credereste a un vostro amico, se vi dicesse ciò? Probabilmente no. Eppure, chi vi scrive può assicurarvi che è tutto vero. Ai Magazzini Generali, lunedì sera, si sono esibiti The Hives. Qualcuno sicuramente collegherà il nome alle loro hit dei primi anni 2000 e dirà: “Ma esistono ancora?”; molti altri invece, reduci dagli I-DAYS di quest’anno, hanno ottenuto la risposta a questa domanda, risposta che gli è stata lanciata così forte in faccia da avere ancora il livido.

Una volta in loco, è bastato guardarsi un po’ intorno per capire che le sorelle Onnagh (basso) e Breagha Cuinn (chitarra), aka le Bratakus, hanno divertito più che a sufficienza il pubblico, pur senza l’energia di una batteria vera, gridando senza sosta per mezz’ora e dimostrando che si può parlare di riot grrrl anche in Scozia.

Un lungo cambio palco permette ai Magazzini di riempirsi del tutto, dimostrando effettivamente cosa significhi la dicitura sold out. Pochi minuti dopo le 21, le luci si spengono ma non del tutto: rimane illuminato il telone dietro la batteria, con la scritta The Hives che brilla, però di un pallore quasi vampiresco: è tutto molto coerente, se pensiamo al titolo dell’ultimo disco del gruppo svedese. L’atmosfera è tesa, teatrale, gotica, mentre i musicisti prendono posizione sul palco, accompagnati dalle note della Marcia funebre di Chopin; siamo davvero al concerto giusto? Non serve aspettare molto prima che ci rispondano con “Bogus Operandi” ed ecco che il boato di 1000 persone riempie l’etere.

Gli Hives avranno anche passato l’apice della carriera, ma la loro fama non sta assolutamente tramontando: tutti quanti cantano il singolo estratto da “The Death of Randy Fitzsimmons”, che ha interrotto un silenzio durato più di un decennio – giusto un paio di singoli ci avevano tenuto a bada –. Giovanissimi e adulti, superfan in costume o semplici amanti della musica dal vivo, “Signori e signora”, come piace tanto dire a Pelle Almqvist: tutti stasera amano The Hives.

A proposito dei musicisti, potremmo definirli come The Stooges del nuovo millennio, e Pelle potrebbe essere il figlio europeo illegittimo di Iggy: anche suo fratello Nicholaus Arson si muove parecchio, così come Vigilante Carlstroem e The Johan and Only, ma se al termine della serata si facesse un confronto dei passi compiuti, comunque risulterebbe che il cantante abbia partecipato ad una maratona, mentre gli altri ad una semplice passeggiata. Al centro, poi a destra, poi a sinistra, poi giù in transenna, poi su dalle scalinate, da cui fa pendere il microfono per far cantare la platea.

the hives

La band svedese è davvero la quintessenza del garage punk. E non si parla solo della loro musica, rumorosa, ballabile, travolgente, ma della loro attitudine, inarrestabile di fronte a nulla, nemmeno a problemi tecnici di una certa rilevanza (Chris Dangerous conclude “Main Offender” anche senza l’amplificazione della sua grancassa).

Le loro canzoni scivolano velocemente una dopo l’altra, nonostante le numerose pause per i ringraziamenti e le gag del frontman, e il pubblico è del tutto catturato dalla furia del quintetto. “Good Samaritan” esaurisce le energie, concedendo poi una pausa mentre tutti fissano i cinque musicisti immobilizzati sul posto, prima di eseguire l’ultimo martellante ritornello. “Stick Up” è la canzone richiesta dal pubblico, o almeno secondo Pelle, che ci chiede quale pezzo vorremmo sentire e risponde alle nostre urla: “We’re gonna play all of those”. Continua a citare i 65000 partecipanti agli ultimi I-DAYS, che ora “sanno di amare The Hives” e possono apprezzare brani come “I’m Alive” e “Two-Timing Touch and Broken Bones”.

E dopo “Countdown to Shotdown”, guidata dal basso di The Johan and Only, Pelle scaraventa il microfono a terra e tutti abbandonano il palco. Ma la folla è troppo affamata per lasciarli andare senza un bis, composto da “Come On!” e “Tick Tick Boom”.

E proprio come dice il frontman, dopo averli visti dal vivo, ora tutti sappiamo di amare The Hives.

Setlist

Bogus Operandi
Main Offender
Walk Idiot Walk
Rigor Mortis Radio
Good Samaritan
Go Right Ahead
Stick Up
Hate to Say I Told You So
Trapdoor Solution
I’m Alive
Smoke & Mirrors
Two-Timing Touch and Broken Bones
Countdown to Shotdown
Come On!
Tick Tick Boom

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