NUOVE USCITERECENSIONI

Metallica – 72 Seasons

Fa sorridere vedere l’intero panorama musicale in fermento per l’uscita di un album metal. Fa sorridere anche il fatto che la band in questione da diversi anni ormai pubblica album sporadicamente e – diciamolo subito – non si tratta più di lavori che rimarranno nella memoria collettiva. Ma tutto questo non importa. L’attesa e l’eccitazione ci sono comunque e sono, come sempre, tangibili.

Già solo questo forse basterebbe a comprendere l’influenza e l’importanza storica che i Metallica hanno avuto e continuano ad avere nel mondo musicale odierno. Non importa quante critiche si siano visti piovere addosso dagli anni ’90 in poi: in un modo o nell’altro, i Quattro sono sempre riusciti a rimanere sulla cresta dell’onda e, grazie soprattutto all’instancabile attività live, arrivano al 2023 con l’intoccabile status che spetta solo ad una manciata di band in attività.

Sono passati 7 anni da “Hardwired… To Self-Destruct” e dopo un’invidiabile fucina di tour, intervallati solo dalla pausa forzata per la pandemia, i Metallica danno alle stampe “72 Seasons”, il cui concept parte dai primi 18 anni di vita di un individuo (72 stagioni, appunto), quelli in cui si forma la nostra consapevolezza e la nostra personalità, ciò che ci contraddistingue come esseri unici. Non è un caso che Hetfield e soci avessero circa quell’età quando hanno cambiato la storia della musica con l’uscita di “Kill ‘em All”. Da allora sono passati 40 anni e i Four Horsemen sono ancora qui, dopo un lungo percorso fatto di alti e bassi, capaci di mettere la firma su pezzi ancora godibili.

Sì, i Metallica di “72 Seasons”, sulla soglia dei 60, sono in forma e capaci di sputare fuoco e fiamme in più di qualche brano. Ma, allo stesso tempo. questo nuovo lavoro risente di tutti i difetti che – volenti o nolenti – ci aspettavamo e che avevamo già visto anche nella pubblicazione precedente. Si tratta infatti di un lavoro dall’ambiziosa durata di 77 minuti, nel quale le – poche – variazioni concernenti le scelte stilistiche vanno inevitabilmente ad appesantire l’ascolto. Non è un caso che l’attenzione rimanga molto alta nei primi brani, dai quali veniamo anche piacevolmente colpiti, per poi spegnersi leggermente intorno alla metà del lavoro, dove troviamo ammassati forse troppi mid-tempo con chiari riferimenti al “Black Album”. Non che questa soluzione sia un grosso problema in sé, ma rimane difficile godersi appieno pezzi come “You Must Burn!”, “Crown Of Barber Wire” e “If Darkness Had A Son” a poca distanza l’uno dall’altro. Ed è un peccato, perché non stiamo parlando di brani che, presi singolarmente, pullulano di difetti.

Dall’altro lato la band brilla di luce propria nella title track, posta saggiamente in apertura, così come negli episodi più adrenalinici del lavoro (“Lux Æterna”, “Shadows Follow”, “Too Far Gone?”), nei quali è evidente come il riffing di Hetfield non invecchi mai. La prova del frontman è come sempre buona anche dietro al microfono, mentre i compagni si limitano al (comunque riuscito) compitino, con l’eccezione di Trujillo che si prende la scena in pezzi come “Sleepwalk My Life Away”.

Una volta superato lo scoglio centrale veniamo poi ripagati da una doppietta finale da urlo, che mostra il meglio delle due diverse facce dei Metallica. In “Room Of Mirrors” la furia dei Cavalieri esplode senza freni e non lascia prigionieri: è semplice ripensare ai fasti dei decenni passati ascoltando un pezzo del genere e chiudendo gli occhi è già facile immaginare le folle in delirio. “Inamorata”, invece, è una suite molto dinamica che viene costruita con sapienza, aggiungendo la giusta dose di richiami al passato e riesce finalmente a dimostrare che i Metallica hanno ancora qualcosa da dire anche con pezzi più lunghi ed elaborati.

Probabilmente dalla più grande band della storia del metal – numeri alla mano e non solo – sarebbe lecito aspettarsi sempre il meglio ed è difficile dare completamente torto a chi critica i Four Horsemen per alcuni aspetti delle uscite discografiche degli ultimi decenni. D’altra parte è anche vero che, per quello che hanno dato alla storia della musica e per quello che sono stati in grado di fare nei primi 20 anni della propria carriera, è ormai tanto tempo che i Metallica non hanno da dimostrare niente a nessuno e si limitano al far girare una macchina oliata alla perfezione, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto live. Considerati questi fatti, è facile abbandonare tutte le elucubrazioni di cui sopra e lasciarsi trafiggere dai riff adrenalinici di “Shadows Follow” e “Lux Æterna” o dalle cavalcate di “72 Seasons” e “Inamorata”. È facile scegliere di abbandonare le consapevolezze e lasciarsi andare. Le ragioni? Non ci sono ragioni. Chi ha bisogno di ragioni quando ha i Metallica?

Tracklist

01. 72 Seasons
02. Shadows Follow
03. Screaming Suicide
04. Sleepwalk My Life Away
05. You Must Burn!
06. Lux Æterna
07. Crown Of Barbed Wire
08. Chasing Light
09. If Darkness Had A Son
10. Too Far Gone?
11. Room Of Mirrors
12. Inamorata

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