The Hives The Death Of Randy Fitzsimmons
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The Hives – The Death Of Randy Fitzsimmons

Direbbe Rose di Titanic, a proposito di questo disco: “Sono passati ottantaquattro anni”.

In realtà, di anni ne sono passati undici, ma l’accostamento delle parole “The Hives” e “nuovo album”, a distanza di più di un decennio da quello precedente (“Lex Hives”, 2012), è percepito persino dalla band stessa come una “insolita combinazione”. I cinque sono i primi a ironizzarci su: “Abbiamo lasciato il trono per un decennio, giusto per dimostrare che potevamo farlo. Non ci si è seduto sopra nessuno, perciò l’abbiamo fatto noi, di nuovo”.

Non sembra esserci un motivo dietro a questa lunghissima pausa – durante la quale l’unico avvenimento importante è stato l’abbandono del bassista Dr. Matt Destruction nel 2013, per motivi di salute, sostituito da The Johan And Only –, il che rende il tutto ancora più ilare.

Il tema del disco, infatti, si sviluppa proprio da qui: l’assenza decennale sarebbe stata causata dalla morte di Randy Fitzsimmons, misterioso personaggio che aleggia nella tradizione dei The Hives sin dai tempi della fondazione. Randy avrebbe riunito i membri originali nel lontano 1993 tramite lettere, affidando loro il compito di formare un gruppo e impegnandosi a scriverne i testi, e, ora che non c’è più, i testi parlano di lui tramite grottesche (ed esilaranti) immagini di morte. Assassini incompetenti, botole, ossa rotte e una “Rigor Mortis Radio” popolano l’immaginario delle dodici tracce del disco, con vette di demenzialità (l’intera “Trapdoor Solution”) e sprazzi di dissacrante (“What did I ever do to you?/Called me to take you to the hospital/You had fallen and broken your collarbone/Me, I wanted to sit and chill”).

Dal punto di vista musicale, l’album è un tripudio di quel garage rock scanzonato che la band ha reso un marchio di fabbrica nei suoi anni d’oro, fin da prima che il genere entrasse nel mainstream. Ne è il massimo emblema “Bogus Operandi”, primo singolo di lancio, in apertura alla tracklist con un riff roboante e una melodia irresistibile (è a dir poco impossibile togliersi il coro di “like I said, like I said” è dalla testa). Ballabilissima e trascinante, la canzone è un po’ la “Tick Tick Boom” dell’album e fa da modello alla maggior parte degli altri brani, primi fra tutti “Countdown to Shutdown” – trainato da una linea di basso deliziosamente groovy – e la ending track “Step Up Of The Way”.  Il disco, per il resto, è un ventaglio di atmosfere nostalgiche degli anni Duemila: si vedano “Smoke And Mirrors”, con il suo punk à la Rancid, nonché “Stick Up” e “What Did I Ever Do To You?”, entrambi ovvi richiami all’indie rock degli Arctic Monkeys, con cui gli Hives sono stati in tour di recente (il riff di “What Did I Ever Do” in particolare è una ripresa diretta di “Do I Wanna Know?”). Quel che ne risulta nel complesso è un lavoro tanto breve e conciso – le tracce difficilmente superano i tre minuti, per un totale di mezz’ora di musica – quanto spudoratamente nostalgico: “The Death of Randy Fitzsimmons” non offre nulla di nuovo, ma riesce molto bene a  trasportare l’ascoltatore nel passato, risucchiandolo in un vortice di headbanging, energia e leggerezza adolescenziale.

“Non c’è niente di più deprimente dell’adult-rock” ha detto di recente il frontman Pelle Almqvist a NME, parlando dello stile e dell’intento del gruppo. “Alcuni fanno arte per capire meglio sé stessi, ma il punto dei The Hives è che pensiamo che la nostra musica necessiti di esistere. È funzionale: far festa, fare urlare la gente e saltare su e giù ai concerti. Quella scarica di endorfine è il nostro scopo di vita.” 

È dunque chiaro che il rock’n’roll degli Hives è ancora oggi un eterno ragazzino fatto per essere suonato in live, quel contesto caotico in cui Pelle sorride sanguinante dopo essersi dato per sbaglio il microfono in faccia e in cui la band svedese salta indemoniata (e febbricitante; il povero Nicholaus Arson agli I-Days di Milano aveva “la febbre a trentanove”) utilizzando solo strumentazione via cavo, sorretta da bizzarri roadies vestiti da ninja. I concerti sono la dimensione in cui le follie degli Hives raggiungono la loro piena realizzazione; e intanto che festeggiamo questo ritorno in pompa magna, non possiamo che aspettarli in Italia il prossimo 2 ottobre. “Now you know that you love The Hives” ha detto Pelle agli I-Days, come fosse un dato di fatto, e aveva ragione: provare per credere.

Tracklist

01. Bogus Operandi
02. Trapdoor Solution
03. Countdown To Shutdown
04. Rigor Mortis Radio
05. Stick Up
06. Smoke & Mirrors
07. Crash Into The Weekend
08. Two Kinds Of Trouble
09. The Way The Story Goes
10. The Bomb
11. What Did I Ever Do To You?
12. Step Out Of The Way

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