Kurt… come as you are

“Chi era Kurt Cobain?”

Kurt Cobain, grazie alla sua musica e al suo carisma, è stato forse l’ultima vera e grande rockstar dei nostri tempi, un’icona non solo musicale, ma esistenziale. Grazie alle sue migliaia di fragilità, Kurt è stato il mito di una generazione che, proprio come lui, ha vissuto disagio, confusione ed era alla costante ricerca della propria identità.

Cobain: Montage of Heck è il documentario definitivo, diretto da Brett Morgen, su Kurt Cobain e il fenomeno della band di cui era il leader, i Nirvana. Il regista riesce ad avere accesso ai diari e quaderni di Kurt: trovando video della sua infanzia, della sua adolescenza e della sua consacrazione, permettendoci, così, di addentrarci all’interno della testa di uno dei personaggi che hanno segnato la storia del rock. Nonostante la scelta di Nirvana come nome della band (concetto buddista che riguarda la libertà dal dolore e dalla sofferenza del mondo esterno), Cobain sembra aver subito, per tutta la sua esistenza, le conseguenze della sua adolescenza travagliata, dove sia la madre che il padre, divorziati e in seguito risposati, hanno cercato di tenerlo lontano da loro. Morgen, attraverso le interviste ai genitori, alla sorella e ad altri componenti della vita di Cobain ripercorre le turbe psicologiche e al tempo stesso i grandi lampi di creatività di quello che probabilmente è stato il personaggio simbolo degli anni ’90.

Anni difficili che saranno però anche gli anni divenuti tasselli fondamentali del suo successo: successo che troverà il suo perfetto mezzo espressivo nei Nirvana. “Something in the way“; “Heart shaped box“; “Lake of fire“; “Come as your are“; “Rape me“; “Smells like teen spirit” e infine “Montage of Heck” (omonimo brano che dà il titolo a questo documentario) sono tutti esempi di canzoni cupe, malinconiche ma allo stesso tempo contenenti una vitalità e un senso della vita profondo che diventeranno la voce della realtà disfunzionale di un’intera generazione. Canzoni in un certo senso molto intime, in cui tantissimi giovani cominceranno a riconoscersi, consacrando così il nome di Kurt Cobain. Di quest’ultimo, un collage di materiali che ne disegna la complessità emotiva come uomo e artista, evidenziando come nella sua, purtroppo, breve e celebre esistenza a dominare sarà sempre quel sottile senso di frustrazione e di umiliazione. Quello che emerge, infatti, dal docufilm non è tanto l’ascesa della band, tra interviste alle quali non volevano sottoporsi, videoclip e infiniti tour, ma la vita di Kurt: da bambino iperattivo desideroso di continue attenzioni, ad adolescente problematico in cui si celava un genio gentile e introverso, fino ad arrivare al musicista noto a tutti che nascondeva il suo malessere psicologico e fisico.

Dove, però, non riescono ad arrivare le interviste, gli spezzoni televisivi e filmini di famiglia, entrano in gioco le meravigliose animazioni di Stefan Nadelman e Hisko Hulsing, che riescono a ricostruire momenti della storia di Kurt. Le parti animate e le confessioni più intime di Cobain, che metteva su carta, sono forse le parti che tracciano davvero una sorta di riproduzione, seppur limitata, del pensiero del leader dei Nirvana. Il ritratto che ne viene fuori è quello di un personaggio tormentato da sé stesso, dalla sua iperattività, dal suo essere costantemente sveglio in un mondo allucinato da illusioni sociali folli e gravemente afflitto da un generale senso di decadenza causato da un America in forte mutamento. L’obiettivo di Morgen è, dunque, quello di mostrare un bisogno di amore rincorso per tutta la vita: realizzato con una regia emozionale, fatta di momenti delicati (come la registrazione di “And I Love Her” dedicata alla moglie Courtney) e sequenze visivamente potenti, dove i disegni di Cobain prendono vita e mostrano tutta la sua rabbia e le sue emozioni contrastanti.

In conclusione, Cobain: Montage of Heck è una ricostruzione di un artista che non ha fatto altro che desiderare qualcosa senza avere nessuna ambizione, riuscendo a cambiare il mondo con una poetica personale, segnando un forte disagio umano imprescindibile dalle oppressioni alle quali noi tutti siamo stati, siamo e rischiamo di essere vittime nel futuro.

Potete ascoltare la playlist completa della colonna sonora del film.

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