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NUOVE USCITERECENSIONI

Magnum – Here Comes The Rain

La recente scomparsa del chitarrista e compositore Tony Clarkin, che nella seconda metà di dicembre aveva rilasciato un comunicato sulle sue precarie condizioni di salute, circonfonde il nuovo lavoro dei Magnum di un’aura dolorosa e malinconica. Una perdita che, al netto di sorprese, metterà la parola fine al glorioso percorso discografico della band albionica. Con “Here Comes The Rain”, il gruppo raggiunge comunque il traguardo del ventitreesimo album, confermandosi una macchina estremamente prolifica soprattutto dopo la reunion del 2001, rivelatasi efficace come in rare occasione accade a operazioni del genere. Una freschezza d’ispirazione irrorante altresì gli scorsi due platter, “The Serpent Rings” (2020) e “The Monster Roars” (2022), con quest’ultimo che palesava l’unica vera pecca nella discutibile e grottesca copertina, frutto dell’estro dell’ex bassista Al Barrow e non del fido Rodney Matthews.

Un’assenza, in ogni caso, piuttosto breve, visto che l’illustratore britannico è tornato a intingere il suggestivo e tenue pennello fantasy per decorare l’artwork dell’odierno full-length dei connazionali, calandolo anche esteticamente nell’atmosfera di fiabesca mestizia che caratterizza ancora una volta la scrittura della maggioranza dei pezzi, la fisionomia dei quali ostenta quel gusto teatrale, quella finezza, quella vaporosa magia da anni peculiarità stilistiche inconfondibili del combo di Birmingham. Una formazione, non dimentichiamolo, dalla line-up stabile dal 2017, con Rick Benton, Lee Morris e Dennis Ward (qui pure in veste di produttore) vecchie volpi dal magnifico curriculum e dalla coda tutt’altro che spelacchiata.

Che si tratti del melodic hard rock energico di “Run Into Shadows” e “After Silence”, dei grandiosi e soavi arrangiamenti sinfonici di “Here Comes The Rain”, “Some Kind Of Treachery” e “The Day I Lied”, dell’ottimistico AOR da stadio di “I Wanna Live”, Bob Catley e soci continuano a instillare gocce di varietà nella propria personale tradizione, volontari prigionieri di un incantesimo capace di preservarne l’invidiabile giovinezza artistica. Un’esuberanza che pare scatenarsi nell’hard blues à la ZZ Top di “Blue Tango” e poi girovagare, con indosso una leggera livrea folk, a fianco dei fiati e del sax ottantiani di “The Seventh Darkness”, prima di adagiarsi triste e riflessiva sulle tastiere e l’arpa della ballad “Broken City”, quasi ad anticipare emotivamente una “Borderline” il cui solenne incedere dalle sfumature prog va a chiudere il cerchio di una carriera lunga un’esistenza intera, spesa in un modo di fare note sincero ed entusiasta.

Tony Clarkin e i Magnum, dunque, non potevano lasciarci un regalo d’addio migliore di “Here Comes The Rain”, benché i testi, spesso sin troppo edificanti e banali, non sempre riescano a stare al passo con la qualità complessiva della proposta sonora. D’ora in avanti, il mondo della musica sembrerà un posto un po’ meno interessante dove vivere.

Tracklist

01. Run Into The Shadows
02. Here Comes The Rain
03. Some Kind Of Treachery
04. After The Silence
05. Blue Tango
06. The Day He Lied
07. The Seventh Darkness
08. Broken City
09. I Wanna Live
10. Borderline

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