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The Smile – Wall Of Eyes

Ci eravamo lasciati sotto una doccia di luce liberatoria, a recepire quello che i The Smile avevano intrapreso un paio di anni fa. Ora ci ritroviamo incorporati in essa, murati vivi, in un bastione di occhi che quella luce l’ha assorbita, consumata, fatta sua.

Abbiamo provato ad associare a qualcosa il fenomenale uno-due del sacro trittico Thom Yorke/Jonny Greenwood/Tom Skinner e l’immagine che ci si è materializzata davanti è la rottura di un’immensa diga e le sue conseguenze – non quelle tragiche, tranquilli.

Una similitudine volutamente borderline, poichè quello che zampillava con impeto dalla splendida esplosività di “A Light For Attracting Attention” ci ha ricordato un po’ quel getto forzato che sgorga da un qualcosa che si spacca. Una pressione enorme, applicata da artisti che avevano l’evidente necessità di sfogare ancora estro e nuove sfaccettature – tutte diverse, tutte bellissime – che ora giacciono galleggianti su un florido ruscello intitolato “Wall Of Eyes”, un ex rivolo che ha giovato della robusta emissione del predecessore, rinvigorendo la sua stazza e cullando ora nel suo letto l’arte fuori dai canoni di quei tre.

Non a caso i dirompenti cambi di genere cedono il passo ad un più placido art rock senza bruschi dirottamenti – assenti del tutto i capricci (post) punk che galvanizzavano l’esordio – caratterizzando un sophomore dedito a godersi l’ideale dimensione raggiunta, piuttosto che continuare ad allungarsi verso emisferi lontani tra loro.

Ne risente una tracklist – “solo” otto tracce, ma di gran valore – già parzialmente svelata durante i tour in giro per il mondo, ma che, nella sua interezza, eleva i singoli estratti e li compatta, in un gentile saliscendi che maneggia le atmosfere, le fa crescere e poi le smorza, sotto l’incantesimo di mani di un trio poliedrico, che si scambia gli strumenti, che prova sempre a dissotterrare le radici di note sepolte vive dal fatticcio manto della consuetudine.

Il pacato tamburellare della title-track – una “There, There” con qualche sorriso in più, ovviamente – accordi stoppati sulla sei corde acustica, l’ugola di Thom Yorke che fluttua tra reminiscenze folk e vibrazione art pop. Il tutto coadiuvato dagli archi della London Contemporary Orchestra, insidiosi e pungenti nel pezzo succitato, atmosferici e morbidi nell’onirica salita di “Bending Hectic”, tortuosa in avvio – bending ubriacanti, percussioni che non lasciano punti di riferimento – e sontuosa nel crescendo finale, annunciato da lame di synth e accompagnato al compimento dal gain sparato delle chitarre, dalle voci in background che si ingrossano assieme alla distorsione per poi rantolare a terra, come se sotto di loro fosse scomparso, da un momento all’altro, il pavimento.

FOTO The Smile annuncio credit Frank Lebon
Photo Credits: Frank Lebon

Il cuore inevitabilmente corrotto dall’elettronica, vibrante nelle morbide pulsioni ambient pop di una “Teleharmonic” che prende ossigeno dai lavori in solo del frontman. La mente irrimediabilmente inglobata dall’universo alternative rock: la danza in sospensione della ballonzolante “Read The Room”, l’intrigante pizzicato di Jonny Greenwood – molto vicino a quello di “Thin Thing” – che serra lo scenario decadente di “Under Our Pillows”. L’anima fedelmente attaccata agli appigli prog pop – sì, vogliamo definirlo così: il riverbero pianistico dell’intrippante “I Quit”, l’ossimorica allegria sgorgante dalla complessità emotiva di “Friend Of A Friend”, orientata sui balconi di un’Italia in lockdown, l’acquoso ritorno ambient della conclusiva “You Know Me!”.

Ondeggiare su accoglienti dissonanze, passeggiare su strade sconosciute, ma che odorano di casa: sensazioni che abbiamo assaporato fuggevolmente qualche giorno fa al Cinema Godard di Milano e che abbiamo incorporato dopo una cospicua sessione di ascolto. “Wall Of Eyes” è chiaramente figlio del suo predecessore, ma con intenti decisamente diversi: placato il bisogno sfrenato di esplorare, i The Smile ritagliano dall’eclettico corpo del debut un sottoinsieme ideale, arginano le influenze, ma non le idee, ora raggruppate e selezionate per una ricezione più fluida ed omogenea.

Un altro disco meraviglioso, (quasi) alla pari del fratello maggiore, che vive e splende riflettendo ancora quel triangolo di luce che pare non avere alcuna voglia di spegnersi.

Tracklist

01. Wall Of Eyes
02. Teleharmonic
03. Read The Room
04. Under Our Pillows
05. Friend Of A Friend
06. I Quit
07. Bending Hectic
08. You Know Me!

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